13. Pugni

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Portai Sara a casa, con la moto, senza proferir parola, dato che la discussione al bar mi aveva messo davvero di mal umore e non avevo voglia di parlare d'altro.
A lei non sembrò dispiacere più di tanto; sembrava altrettanto scura di rabbia e probabilmente non aveva motivo di voler restare ulteriormente in mia compagnia.
Quell'idiota di Campbell era riuscito a farci litigare, il ché mi aveva fatto aumentare l'antipatia nei suoi confronti.
Perché diavolo Sara non riusciva a capire?!
Quel vampiro era comparso dal nulla nella nostra classe il primo giorno di scuola e non le aveva tolto di dosso il suo fastidioso sguardo famelico.
Già dal primo momento non mi aveva assolutamente suscitato fiducia, con quei suoi modi di atteggiarsi da "ragazzo tormentato all'apparenza", per di più, quando chiesi a Jo di entrare nella sua mente, per capire cosa gli passasse per la testa, aveva fallito; il ché mi aveva fatto pensare due cose: o aveva qualcosa da nascondere ed una strega a sua disposizione che lo rendeva immune alla legilimanzia, oppure quello era il suo potere.
Piuttosto diffidente, dopo ciò che era accaduto l'anno precedente, decisi di credere che fosse la prima ipotesi quella più vicina alla realtà.
Non avevo intenzione di fidarmi di lui, né avevo motivo di pensare che non nascondesse qualcosa.
Sapevo per certo che Sara pensasse il contrario; secondo lei, se lui avesse voluto ucciderla lo avrebbe già fatto. Ma io non avevo assolutamente dimenticato il modo in cui Joshua aveva giocato con noi - in particolare con lei - l'anno prima.
Inoltre, sempre Josh, sembrava non avere del tutto intenzione di restare morto ed era stato proprio Campbell ad aver "restituito" il bigliettino a Sara, sulla quale c'era scritto che i giochi di quel rompicoglioni di Josh non erano finiti.
Quel particolare mi aveva reso ancora più diffidente nei confronti del nuovo arrivato.
Parcheggiai distrattamente la moto sotto casa di Sara, poi la aiutai a scendere dalla sella.
Si slacciò il casco che mi restituì e misi nel portabagagli, mentre un silenzio incombeva su di noi.
Mi guardò un istante, poi distolse lo sguardo, ancora offesa per la discussione al bar.
«Ci vediamo» sbuffò di mal umore.
Accennai un saluto con la testa ancora coperta dal casco nero, poi lei girò i tacchi e rientrò in casa.
Rimasi immobile, vedendola camminare, senza guardarla del tutto, a causa della rabbia.
I miei pensieri erano diretti altrove.
Strinsi talmente tanto forte il manubrio della moto, che per poco non mi si frantumò tra le mani.
Fortunatamente me ne accorsi appena in tempo per allentare la presa evitando di causare altri danni per colpa di Campbell.
Per non parlare di mio fratello. Jo se la sarebbe dovuta vedere con me e non mi importava se Paul sarebbe stato nei paraggi.
Mio fratello minore avrebbe avuto ciò che si meritava per aver lasciato la mia ragazza da sola con Michael, senza una degna protezione.

«JONATHAN STEWART VIENI IMMEDIATAMENTE QUI!» gridai, i pugni stretti e la porta di casa ancora aperta alle mie spalle.
Il minore dei miei fratelli uscì con non curanza dalla cucina, con in mano una sacca di sangue.
«Devo dedurre che sei incazzato con me?» alzò le sopracciglia, guardandomi tranquillamente, il ché non fece altro che aumentare il mio fastidio.
Non mi accorsi neanche dell'assenza di Paul. Strinsi i denti, afferrando la sua maglietta ai due lati del suo petto, spingendolo fuori casa, con la super velocità. Lui inciampò sulla terra arida del viottolo che portava all'entrata, con un'espressione meno tranquilla di prima.
Lo avevo infastidito, il ché non mi dispiacque affatto.
«Che cazzo...?»
«COME. DIAVOLO. TI. È. PASSATO. PER. LA. TUA. TESTA. BACATA. DI LASCIARE SARA DA SOLA ALL'OSPEDALE CON MICHAEL?!» mi misi in piedi di fronte a lui, mentre era ancora supino, con gli avambracci al suolo, per tenersi sollevato.
Scoccò una risata amara, divertito.
«Andiamo, è ancora viva no?»
«Non è questo il punto!» mi piegai in basso, verso di lui, sbattendolo nuovamente al suolo, mentre cercava di rialzarsi. «JOSH MINACCIA DI RITORNARE E TU LA LASCI SENZA PROTEZIONE, CON QUEL VAMPIRO!»
Gli sferrai un pugno in pieno naso.
Non ci vedevo dalla rabbia. Troppe cose negative tutte assieme.
Sara e Michael. Joshua. Johnatan. Il litigio di oggi.
Una pressione al petto mi impediva di respirare correttamente.
Vidi Jo perdere lentamente la pazienza.
Con la super velocità si alzò in piedi, postandosi dietro di me.
Non mi voltai abbastanza velocemente da evitare di venire spinto e cadere io per terra, questa volta.
«È la tua fottuta ragazza. È ancora viva no? Vedi di non rompere il cazzo a me!»
Mi alzai in fretta e lo spinsi, facendolo volare qualche metro più in là.
«DI CERTO NON RESTERÀ ANCORA IN VITA PER MOLTO, SE TI OFFRI TU DI ANDARE CON LEI E QUELL'IDIOTA DI CAMPBELL!»
In pochi secondi jo mi sbatté al muro bianco di casa con forza.
«Mi ero stufato di fare il babysitter, fratello» sibilò a denti stretti, guardandomi con strafottenza.
Gli sferrai un calcio nello stomaco, che lo costrinse a piegarsi in due.
«Tu. Piccolo. Ingrato. Verme. Inaffidabile» lo colpii con svariati pugni per niente affatto leggeri.
Lui mi afferrò il braccio con talmente tanta forza da spezzarmi il polso.
Gemetti, ritraendolo in fretta, mentre mi gettava a terra, sferrandomi dei calci nello stomaco, con gusto.
«EHI VOI DUE!» udii una voce in lontananza, poi i colpi di Jo cessarono.
Con il fiatone, aprii gli occhi, mentre le mie ferite guarivano.
«Non posso andare a bere qualcosa che vi trovo in questo stato pietoso?!» Paul aveva tirato da parte nostro fratello minore, che aveva il volto coperto di sangue fresco.
Mi alzai, guardandolo con il respiro pesante.
«L'ha lasciata incustodita. All'ospedale!» ansimai.
Gli occhi di Paul passarono dai miei a quelli del vampiro al suo fianco, che teneva stretto in pugno.
Jo sbuffò, alzando gli occhi al cielo.
«Johnatan, diamine!» sbottò Paul. «Com'è possibile che tu non abbia un minimo di buon senso? Sara corre un grande rischio senza noi al suo fianco!» lo rimproverò, esasperato.
Jo non disse nulla; si limitò a guardare me, poi Paul, che rimase a fissarlo qualche istante, poi sospirò scuotendo la testa e lasciandolo.
«Io ci rinuncio» esclamò il più grande dei fratelli, per poi rientrare in casa.
Ci misi tutto me stesso per non tornare a colpire Jonathan. Mi limitai a scoccargli un'occhiataccia; lui non lasciava trapelare alcuna emozione.
Sospirai anche io e rientrai, lasciando la porta aperta.

Spazio autrice

Ciao a tutti! È da tanto che non aggiorno la storia e vi chiedo scusa per questo.
L'ho accantonata da un po' di anni ormai, nonostante abbia scritto altri capitoli e mi sono dimenticata nel corso di questo tempo di pubblicarli.
In ogni caso voglio aggiornarvi sul fatto che sto scrivendo un nuova storia a cui sto dedicando tutta me stessa, il mio amore e la mia creatività!
Inoltre la sto trasformando in un fumetto che sto pubblicando settimanalmente su Tapas!

https://tapas.io/series/The-Drow-and-the-Fairy

Vi propongo di darci un'occhiata e se volete supportarmi potete aggiungere alla lista il mio fumetto su tapas, mettere like e commentare, ve ne sarei davvero grata <3
(Inoltre se scrivete nei commenti che avete raggiunto il fumetto grazie a wattpad e mi mandate una vostra foto su instagram ode.todraw, aggiungerò un ritratto di voi fatto da me alla fine del primo capitolo (quindi quando avrò pubblicato tutte le parti che compongono il primo capitolo) in uno spazio dedicato apposta ai ringraziamenti).

Vi ringrazio in anticipo per chi sceglierà di supportarmi, mi aiuterete a rendere reale un mio sogno💜

Faccia A Faccia Con Dei Vampiri 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora