Capitolo 11

829 58 1
                                    

Fu un attimo, un secondo della mia esistenza, e tutto cambiò, le sue labbra erano sulle mie, e non stavano più ad un metro di distanza. Non ero sicuro che fosse la realtà, forse stavo sognando.
Forse era uno di quei sogni da cui ti svegli e piangi, perché ti sei pentito di averlo fatto, perché non avresti mai voluto aprire gli occhi, e puntualmente maledici la sveglia, o tua madre, per aver rovinato tutto.
E quando ti rendi conto che la realtà è una merda a confronto, cerchi di riaddormentarti, ma sai che non ritornerai mai a quel sogno, e così tutto ciò che puoi fare è disperarti, e lo fai, perché sei convinto che facendo i capricci si può ottenere tutto, pur sapendo che non sei più un bambino che sta chiedendo al proprio papà una macchinina nuova..
- Che fai? - dissi, poggiando una mano sul suo petto, respingendolo.
- Ciò che avrei voluto fare da tempo. - terminò lui, sorridendomi.
Quelle parole rimbombarono nelle mie orecchie, allora non stavo sognando. Guardavo i suoi splendidi occhi, neri, impenetrabili, pure la luce del sole non riusciva ad attraversarli. Resistevano a tutto, ma non al mio sguardo, io riuscivo a leggervi dentro, a quanto pare.
Lui sorrideva, i suoi occhi no.
Scorsi un velo di tristezza per essere stato respinto, e giuro, non fui io a volerlo. Il palmo della mia mano andò a poggiarsi dietro al suo collo, e le dita ad infilarsi nei suoi capelli. Lo tirai a me involontariamente, o magari era ciò di cui mi volevo convincere, perché forse ero consapevole di ciò che stavo facendo, e senza pensarci su altre due volte poggiai le mie labbra sulle sue.
Guardai i suoi occhi chiudersi un secondo prima di azzerare la distanza tra le mie labbra e le sue, il secondo in cui si chiusero anche i miei, per poi assaporare le sue labbra morbide.
Ecco di nuovo quella sensazione a riempirmi lo stomaco, quella di essere in paradiso, ecco di nuovo i brividi che attraversavano la mia schiena.
"Il primo bacio non si dimentica." dicevano tutti, e io mi chiedevo se avessi ricordato davvero per sempre il mio, perché davvero, non volevo dimenticarlo. Passi la tua vita ad immaginarti com'è fatto il paradiso, pensavo, e non riesci mai a risponderti, fino a quando arriva il momento in cui ti ci ritrovi dentro improvvisamente, senza nemmeno prevederlo, che per quello non bisogna fare le valigie, e lì non puoi descriverlo lo stesso, ma una risposta puoi dartela: Non si può dimenticare il paradiso dopo esserci stati. Lui mi ci aveva condotto, e non avrei mai voluto andar via.
Ed ecco che i miei sentimenti venivano messi allo scoperto, e non perché un'altra persona aveva buttato giù le mie barriere, ma perché ero stato io l'artefice della distruzione delle mura. Mi sentii nudo per un attimo, spogliato da ciò che prima mi teneva al sicuro, ma sapete, adesso ero al sicuro lo stesso, le sue braccia cinsero il mio bacino, e la distanza tra i nostri corpi si azzerò del tutto, ero finalmente a casa, era lui la mia nuova casa adesso.

Portami dove si vola.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora