Non riusciva a capire niente di quello che il professore le aveva detto di studiare: di fronte a lei giacevano vergini le dispense che avrebbe dovuto portare all'esame e non ci sarebbe stato alcun problema se non avessero compreso testi scritti da bizantini o amanuensi cristiani che sicuramente non si prendevano la precauzione di rendere il tutto comprensibile.
Di fianco, l'eterno vocabolario di greco aperto da più di mezz'ora sulla β non la rincuorava.
Ormai si era fatto tardi e forse era il caso di smetterla di arrovellarsi fra le problematiche del greco e occuparsi di tutt'altro.
Sbuffò di nuovo e si gettò sul letto della sua camera: le bambole di quando era piccola, lasciate lì durante tutto il suo percorso universitario la scrutavano inermi, meri ricordi di giorni passati.
Prese il telefono dal cassetto, dove lo aveva messo qualche ora prima, e vide tutte le chiamate perse da perse da parte di Francesca. Il silenzio la stava opprimendo: intorno a lei riusciva solamente a captare quel rumore sordo che da quando era tornata la costringeva a tornare nel suo mondo. Almeno lì a tutto c'era risposta.
Con il dito aprì WhatsApp e scorse fra le chat. Lui era lì, fermo da tre giorni che la fissava. Erano anni che non vedeva quella chat aperta e in quel momento si chiedeva per quale arcana ragione avesse deciso di cercarla ancora.
Lui, che aveva deciso di non essere più cercato.
Ehi.
Giaceva lì, indimenticabile. Sonia sapeva che avrebbe dovuto rispondere prima o poi e forse era arrivato quel momento. Compose velocemente una frase, poi la cancellò. In fine inviò un semplice ciao.
"Ha avuto una vita dura" Sara sorseggiò il suo drink. Dei ragazzi al bancone del bar la guardavano come fosse un prelibato piatto da gustare.
"Tutti l'abbiamo avuta" ribatté piccata Sonia. Odiava quando si giustificava l'assenza delle persone dicendo che aveva vissuto un periodo difficile: chi erano loro per arrogarsi il diritto di vivere un periodo difficile e pensare che nessun altro, all'infuori di loro, lo stessero vivendo? Non avrebbe giustificato nessuno compatendo la difficoltà della vita perché la vita è difficile, per tutti.
"Dovresti essere meno dura con le persone"
Sonia aggrottò le sopracciglia "Sono dura solo con me stessa" quel discorso stava prendendo una piega davvero brutta.
Aveva contattato Sara quella sera quando Giuseppe aveva risposto al messaggio: si erano sentiti un po' in chat e poi lui le aveva chiesto di vedersi per bere qualcosa assieme. "Dovresti andare" ed erano là ora da un bel po' di tempo a parlare del fatto che Sonia sarebbe dovuta andare.
"E poi?""E poi vedere quello che succede" Sonia invidiava la prontezza di spirito dell'amica. Sembrava essere sicura di quello che poteva accadere in quel bar, di fronte ad un cocktail, con la musica a tutto volume e il passato alle spalle.
"Te lo dico io come andrà, Sara" rispose prontamente "Se ne andrà, come ha sempre fatto, come ha sempre voluto fare. Usciremo assieme qualche volta, ci ritroveremo, parleremo del liceo, magari ci riaffezioneremo. Ma poi lui si stancherà, come ha sempre fatto. Ed io non lo vedrò mai più" parlò velocemente, come se da un momento all'altro si sarebbe potuta pentire di quello che stava dicendo. Parlò così veloce che le parole si accavallarono fra di loro ma non le importava: sapeva che il concetto era chiaro.
Sara aggrottò le sopracciglia. Sapeva che Sonia aveva ragione, glielo si poteva leggere negli occhi, del resto anche lei c'era passata ma non vi aveva fatto così tanto caso "Quindi che vuoi fare?"

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Un bacio perduto
RomanceSonia è fuoco. Giuseppe è acqua. Sonia al mattino si sveglia tardi, i capelli arruffati e il sorriso sulle labbra. Giuseppe si sveglia presto, la chioma perfettamente in ordine. Sonia fa Lettere, Giuseppe fa Giurisprudenza. Due ragazzi che hanno con...