I locali non erano più una sua passione almeno da tempo: non lo era nemmeno la vita sociale. Aveva vissuto per un anno in un appartamento vuoto, solamente lei e i suoi libri a farle compagnia e da quel momento stare da sola per lei era diventato un cliché.
Però doveva uscire: lo doveva a Sara che appena scesa dall'autobus aveva iniziato a mandarle messaggi a raffica pur di convincerla ad uscire quella sera.
Certo, non che le parole 'reunion', 'gli altri' e 'pub' l'avessero fatta impazzire, avrebbe preferito rimanere a casa a guardare un bel film e a pensare alle traduzioni ma non poteva farci niente: doveva uscire.
Si vestì di tutto punto: quando usciva con gli amici, o in generale visto che accadeva pochissime volte, Sonia cercava di essere perfetta sotto ogni punto di vista. Le piaceva, qualche volta, guardarsi allo specchio e abbandonare l'aspetto da classicista per diventare un po' più sbarazzina.
Zip dei pantaloni, zip degli stivali, mascara, rossetto, top leggermente scollato ma non troppo. Non amava il freddo. Un'ultima occhiata allo specchio, il ciuffo a destra o a sinistra? Occhiali o lenti a contatto?
Borsa dello stesso colore del top, cappotto.
Ed era pronta.
"Chi ci sarà questa sera?" chiese curiosa a Sara quando salì sulla macchina. C'era un odore stantio come se da tempo nessuno avesse preso quella macchina per farci un giro, o come se i finestrini non fossero stati nemmeno abbassati.
Sara le lanciò un'occhiata: era da tanto che non si vedevano e molto probabilmente l'una non ricordava perfettamente il viso dell'altra "Non ne ho idea, Sò. Molto probabilmente ci saranno Alessia e Rebecca" Certamente Sonia non aveva messo da parte le vecchie antipatie quindi non poté fare a meno di alzare gli occhi al cielo e sbuffare silenziosamente. Sapeva che non ci sarebbero state solo loro quindi si rassicurò sperando che venissero anche gli altri della vecchia compagnia "Comunque non saremo tutti: la maggior parte dei ragazzi sono ancora all'Università"
"Ne hai sentito qualcuno?" poggiò la guancia sul finestrino: le piaceva la sensazione di freschezza che le dava. Non era molto interessata a quella serata, né a quello che Sara le diceva. Probabilmente parlò dei ragazzi che ci sarebbero stati, si lanciò in discorsi riguardanti il loro percorso universitario per aiutarla a reinserirsi nelle loro vite. Ma a Sonia piacque nascondersi nel suo mondo segreto fatto di principi e di fate, guardare i pali della luce passare velocemente sotto il suo sguardo e volatilizzarsi dietro di lei, fin quando quasi non riuscì a riconoscerli.
"Stiamo arrivando" quando captò quelle parole si riscosse dal suo mondo segreto, si guardò attorno e notò Sara concentrata alla guida con Google Maps che di tanto in tanto le diceva di girare a destra o a sinistra. Aveva smesso di parlare da tempo e Sonia non se ne era nemmeno accorta.
Parcheggiò di fianco ad un marciapiede e accese la luce della macchina "Non escluderli, per favore" non c'era bisogno che dicesse altro: si erano intese. Sara si ripassò il rossetto e il mascara, Sonia prese le borse e i cappotti e scesero dalla macchina.
Sonia riuscì a sentire la musica dall'altro lato della strada: elettronica. Probabilmente non era solo un pub ma anche una discoteca. Le piaceva ballare, muovere le anche, chiudere gli occhi e lasciarsi andare senza pensare a coloro che aveva di fianco. Le piaceva alzare le dita e sentirsi alta, anche se di alto non aveva niente. Forse solo i tacchi degli stivali.
"L'entrata è gratuita" le urlò Sara per sovrastare la musica "Cerchiamo gli altri" aggiunse poi prendendola per mano. Si infilarono fra la folla che aspettava di entrare e, un po' grazie agli spintoni, un po' al fatto che fossero abbastanza basse da poter superare le persone da sotto entrarono nel locale.

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Un bacio perduto
RomansaSonia è fuoco. Giuseppe è acqua. Sonia al mattino si sveglia tardi, i capelli arruffati e il sorriso sulle labbra. Giuseppe si sveglia presto, la chioma perfettamente in ordine. Sonia fa Lettere, Giuseppe fa Giurisprudenza. Due ragazzi che hanno con...