tu,non altro

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Clarke non riusciva ancora a crederci.
Non riusciva a realizzare ciò che ora considerava un vero peso,di cui si sentiva in colpa.

Erano ancora le 12:30 e lei era rimasta fuori la casa,seduta sugli scalini,pensando a cosa
dovesse fare.

Poche persone avevano notato l'accaduto poiché il posto era veramente affollato.
Dopo aver notato l'assenza di Clarke,però,Octavia e Raven avevano iniziato a cercarla.

La raggiunsero dopo poco tempo,e la trovarono in canottiera,con una sigaretta in mano,le cuffie e lacrime stampate sul viso.

"C-Clarke.." disse Raven toccandola sulla spalla.

Lei si tolse le cuffie girandosi,e mostrando la sua faccia rossa.

"Hey.."sussurrò.

"Klork!che succede?!"
Entrambe si sedettero ai lati della bionda.

Lei guardò in avanti,nel vuoto,portando la sigaretta alla bocca.
Lasciando che il fumo poi uscisse disse:
"Ho appena rovinato ciò che sarebbe potuto essere vero e forse giusto per me".

"Dov'è Lexa?..ricordo di averla vista con te l'ultima volta"
Chiese O.

"Si,poi è fuggita dopo che tuo fratello ha poggiato le labbra sulle mie".

Clarke iniziò a piangere abbassando lo sguardo.

Octavia chiuse gli occhi per trattenere la rabbia e l'imbarazzo che in quel momento provava al posto del fratello.

"Quella merda".

Si stava per alzare,ma Clarke le prese il polso "non servirebbe a nulla"

"Stai davvero cercando di fermarmi?"
Sorrise O,poi continuò.
"Vai"..e si diresse dentro casa a cercare Bellamy.

"Dovresti davvero andare" disse Raven.

Clarke la guardò.."dici davvero?mi odierà"

"Clarke,nessuno può odiarti" sbuffò.

Clarke ridacchio.."vado?"

"MUOVITI!"

Sorridendo non se ne fregò nemmeno della sua borsa,che lasciò nelle mani dell'amica,prese solo le chiavi e scappò.
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Clarke teneva il volante ripetendo le parole che sarebbero servite a farsi perdonare..poi parlò a sé stessa.

"Oh Clarke,accidenti".

Decise di dimenticare tutto prima di uscire dall'auto parcheggiata davanti all'università.

Le sale erano rese accoglienti da luci delicate nel plesso.

Clarke cercò nel bar,quasi deserto,ma lì lei non si trovava.
Provò anche nei bagni.

Poi si rese conto che probabilmente si trovasse nel suo dorm,come gran parte della giornata.

Si sentì sbadata per un attimo,ma non perse tempo ad autoanalizzarsi e corse sulle scale.

Andò alla porta numerata 307.

Prese fiato e pensò di nuovo tra sé e sé
"Come on,Clarke".

Bussò.

Nessuno rispose.

Bussò di nuovo.

Sentiva i passi avvicinarsi alla porta e il suo cuore arrivò alla gola.

Lexa aprì la porta sembrando definitivamente senza sentimenti.

Lexa aprì la porta sembrando definitivamente senza sentimenti

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