Orgoglio Pt.2

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-Te so piaciuti i fiori?-
Leggo e rileggo il messaggio, mentre mi rigiro il telefono tra le mani. Me so piaciuti? Penso anche con la sua voce adesso.
Certo che mi sono piaciuti, come ad ogni rientro. Ovviamente.
Dopo ogni lite è così, deve attirare l'attenzione. Deve attirarla passando per il giusto.
Paraculo.
Riprendo il bigliettino, lo rileggo
"Questi prova a non farli morí in tempi brevissimi, buon rientro"
Sbuffo e mi arruffo i capelli. Che vita di merda.
- Non ti smentisci mai ❤️-
Gli rispondo, con la speranza che questa conversazione possa concludersi. Diventiamo dipendenti, se iniziamo a scriverci di nuovo.
Non so perché non vuole capirlo.
Non so perché insiste, e non capisco perché io non riesca a fare a meno di lui.
È sparito da ogni social da settimane, e da settimane non mi faccio viva con lui.
Ho provato a fingere disinteresse, ma avevo la necessità di sapere che stesse bene.
Perciò ho contattato la sorella, con la scusa di una storia su Instagram.
Mi ha detto che era incazzato con tutti, che non gli andava di fingere allegria. Che si è chiuso in camera a scrivere e fumare. Che non riusciva a scrivere e che hanno ritrovato un paio di matite spezzate nel posacenere.
Conosco questi momenti.
Ho avuto l'onore di vedere anche questo suo lato. Ho avuto modo di poterlo aiutare. E sapere che ora non ci sono stata un po' mi ferisce. Mi ferisce come mi lusinga il fatto che nonostante tutto, mi ha mandato dei fiori.
Nonostante le brutte cose dette, fatte.
Ma fatte da entrambi.
-sono da parte dell'uomo che non fa per te-
Mi scrive, sorrido, come porta rancore lui, nessuno. E adoro anche questa cosa, nonostante mi voglia convincere che non è così.
Non gli rispondo.
Non dobbiamo.
Non possiamo.
[...]
L'ufficiale rientro a Roma è il caos. Sistema la valigia, sistema casa. Sistema il mondo. Lavoro arretrato che mi fa pentire di aver passato tutto sto tempo in giro. Ho un paio di cose da ascoltare, grafiche da controllare e foto da rivedere. Deve essere tutto pronto per il tour.
Menomale che c'è Francesca.
Non ho più risposto a Mattia.
Mi dicono tutti di lasciare andare sta situazione. Non possono capirla.
Io la situazione posso lasciarla andare ma non il suo effetto. Ha un effetto su di me, che è devastante.
Ho avuto modo di rivedere Stefano.
Abbiamo parlato.
E ho per l'ennesima volta avuto la prova di quello che provo per Mattia.
Ma diavolo, è tutto così complicato.
Mi dicono che merito di meglio.
Che lui vuole solo visibilità.
Che è piccolo.
Ma la sua mente, il suo odore, la scintilla nei suoi occhi e l'adrenalina che sale quando sto con lui, mi mancano come l'aria.
Forse lui può soddisfare solo parte dei miei bisogni. Ma la necessità che io ho di lui dopo mesi di distanza innegabile.
Riapro il cassetto del comodino e insieme a tante sue lettere c'è questa frase su un foglio, con la sua scrittura:
"Lei è semplice nelle sue necessità affettive primarie, ma molto articolato è il modo in cui vorrebbe colmarle. Vorrebbe salvare, ma anche essere salvata; vorrebbe proteggere ed essere protetta; vorrebbe essere donna e bambina allo stesso tempo."
Dio, che idiota che sono.
Vorrei invitarlo a casa, passare del tempo con lui. Se dovessi agire alla Mattia Briga, che fa quello che vuole quando gli va, dovrei mandargli sto messaggio. E lo faccio, per una volta la penso come lui.
- Sta sera polpette, e non solo. Ti aspetto. 20:30-
E nello stesso istante in cui invio me ne pento, e inizio a pensare alla Emma. Rovinando sempre tutto.
Il pomeriggio passa tra un'ansia e l'altra. Tra le urla di Francesca che è pro Mattia. E la sua risposta che non arriva.
Deve farsi attendere.
Lo conosco.
[...]
-Porto il vino. A dopo, Brown-
-A dopo, Briga-

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 27, 2018 ⏰

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