I'll dream about you || Stiles Stilinski [COMPLETA]

Morte. 9.

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MORTE
mòr·te/
sostantivo femminile
1.
La cessazione delle funzioni vitali negli organismi viventi e nell'uomo (due cose belle ha il mondo: Amore e morte, Leopardi; certificato di m. ; m. presunta ; pericolo di m. ); suscettibile di determinazioni e analogie spec. nell'ambito etico e psicologico ( una m. gloriosa, infamante ; ha fatto una brutta m. ; c'era intorno un silenzio di m. ), o anche riguardo all'individuazione di un rapporto di causa ed effetto ( quella pleurite è stata la sua m. ) o alla designazione della circostanza, del modo in cui avviene ( m. accidentale, improvvisa, violenta ), e con particolare riferimento alla esecuzione capitale ( condannare a m. ; pena di m. ; sentenza di m., anche fig., a proposito di quanto tolga definitivamente ogni illusione o speranza: la diagnosi del medico è stata per lui la sentenza di m.) o al suicidio.
"darsi la m."
2.
fig.
All'idea di 'cessazione' ( m. di una monarchia, di un'impresa ) può sostituirsi quella di 'perdita definitiva', di 'angosciosa afflizione' ( avere la m. nel cuore ), e, poet., quella di 'esaurimento' (La morte dell'estate era tranquilla In quel mattino chiaro, Gozzano) o di 'dissolvimento' (Le vostre cose tutte hanno lor morte, Dante).
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Li sentii arrivare prima di Lydia e del Nogitsune, che nel frattempo era tornato da noi. Sorrise maliziosamente quando li sentì proprio sopra di noi. Liberò gli Oni dalle code che aveva rubato alla mamma di Kira e li lasciò combattere con il branco di Scott. Il demone sparì un'altra volta. Sentii l'odore del vero alpha e del suo migliore amico farsi più vicino. Presi Lydia per la mano e ci avvicinammo ai ragazzi.
«Sofia.» disse Stiles.
«Stiles.» dissi io.
Mi venne in contro debolmente e mi abbraccio stretta. Lydia e Scott rimasero in silenzio per tutta la durata dell'abbraccio. Un silenzio che urlava migliaia di desideri proibiti, parole non dette e quello che in realtà entrambi provavamo. Concluso l'abbraccio, abbracciai stretto anche Scott che nel tempo era diventato come un fratello maggiore per me.
«Ci sei mancata.» mi disse il vero alpha.
«Anche voi a me.»
Lydia e Stiles si stavano guardando in silenzio. Si vedeva lontano miglia quanto si amassero l'un l'altro. Come faceva la rossa a non essersi resa conto dei sentimenti che provava per il moro? Io lo sapevo. Sapevo e vedevo. Avevo deciso di farmi da parte nel periodo passato con il Nogitsune. Avevo avuto molto tempo per pensare. Per pensare agli altri. Per pensare a Stiles. Nonostante il Nogitsune avesse insistito a dire che Stiles provasse qualcosa per me, io avevo sempre saputo che non mi avrebbe mai guardata nel modo in cui io guardavo lui. E mi andava bene. Magari aveva ragione il demone oscuro. Magari il ragazzo provava davvero qualcosa per me. Ma non era minimamente paragonabile a quello che provava per la banshee. Me ne ero fatta una ragione ed ero andata avanti. O almeno credevo di averlo fatto. Vedendoli lì davanti a me. A guardarsi fissi negli occhi senza sapere come salutarsi. Come dirsi che si erano mancati a vicenda.
«Restate sotto, io vado a combattere.» se ne uscì Scott.
«No, combatterò anche io. Sono in buone condizioni, non mi ha fatto del male.» dissi decisa. Ed era vero. Per la maggior parte del tempo ero rimasta da sola in quella topaia e le poche volte che c'era il Nogitsune mi portava del cibo e da bere e poi parlavamo. Lui provocava me e io provocavo lui. Un modo per passare il tempo. Non aveva mai osato farmi del male fisico, a parte durante qualche battibecco o il giorno in cui mi aveva rapita.
Io e Scott salimmo e raggiungemmo gli altri, lasciando la banshee e l'umano da soli. Ero gelosa? Si. Ma dovevo far finta di nulla. Si di sopra avevano bisogno di tutto l'aiuto possibile e io potevo darglielo. Raggiunta l'altra parte del branco, la scena che ci accolse era raccapricciante. Un urlo assordante, che sicuramente proveniva da Lydia, arrivò alle orecchie di tutti i presenti: "Allison." Scott corse contro la figura morente della cacciatrice. Un Oni l'aveva trafitta mentre provava a salvare Isaac. Cosa nella quale era riuscita. Il biondo stava piangendo accasciato in terra. Poi vidi Derek. Era lontano dal gruppo. Piegato su se stesso e stava .... piangendo? Mi avvicinai a lui intenta a sapere cosa fosse successo.
«Derek che suc-» mi bloccai. La mia migliore amica era stesa a terra e perdeva sangue da un punto che non riuscivo a capire del suo corpo. Mi sentii cedere le gambe e caddi a terra.
Moriranno, aveva detto Lydia. Adesso avevo capito chi intendesse. Iniziai a piangere. Sentii Allison pronunciare le sue ultime parole da lontano. Avrei voluto essere accanto a Scott, ma non potevo non stare con il corpo ormai defunto di Alice.
«L'avevo appena ritrovata e-» la voce di Derek si spezzò per il pianto. Era sua sorella. Lui aveva appena perso sua sorella. Io avevo appena perso la mia migliore amica. Scott aveva appena perso l'amore della sua vita. Chi altro doveva morire?
Avevo litigato con Alice il giorno in cui ero stata rapita e non avevo avuto la possibilità di scusarmi o di chiarire con lei. Non avevo avuto la possibilità di dirle addio. E adesso ero lì che guardavo il suo corpo inerme, disteso su quel pavimento freddo, in quella notte tragica. Derek mi abbracciò e sembrava tutto così strano. Non avevo mai visto Derek dimostrare affetto a qualcuno. I suoi muri, gli stessi che avevo costruito anche io con gli anni, erano crollati. Non era più: "Derek Hale, il ragazzo forte e duro che niente e nessuno può ferire.". Adesso era semplicemente: "Derek Hale, il ragazzo fragile che aveva bisogno di sostegno morale.".
Lo strinsi più forte ricambiando il suo abbraccio.
«L-le sue ultime parole sono state: "di a Sofia c-che le voglio bene e che non a-avrei voluto fini-finisse così."» riuscì a dire lui tra un singhiozzo e l'altro. Poi prese il corpo di Alice in collo e andammo dagli altri. Lo lasciò accanto a quello di Allison. E restammo tutti in silenzio.
Avevamo perso una battaglia, ma avremmo vinto la guerra. Spinti anche dalla voglia di vendetta.