Cambiamento. 3.

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CAMBIAMENTO

/cam·bia·mén·to/

sostantivo maschile

1.Sostituzione o avvicendamento che riguarda in tutto o in parte la sostanza o l'aspetto di qualcosa o di qualcuno: c. d'indirizzo; c. di stagione; il ragazzo ha fatto un gran c.; c. di scena ( fig., mutamento improvviso che interviene in una situazione).

2.Nella scherma, passaggio da un legamento a un altro attuato staccando il proprio ferro da quello avversario e ricongiungendolo in diversa posizione.

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Di solito, le persone associano il cambiamento a qualcosa di migliore. Ma quando a cambiare sei tu, e cambi in un mostro dalle zanne, gli artigli affilati e gli occhi gialli, allora ti rendi conto che non sempre 'Cambiare' è sinonimo di 'Migliore'. Talvolta è più facile peggiorare che migliorare.

"Riesci a sentirli, vero?" questa volta parlò una voce più vicina.

Mi girai per guardare in faccia il mio interlocutore. Incontrai due occhi color ghiaccio, che mi ricordavano quelli di Alice.

"Sono Derek Hale, comunque."

Aspetta... Ha detto Hale?! Ma no, sarà una strana coincidenza, mi dissi. Anche se più lo guardavo più notavo somiglianze con la mia migliore amica.

"Non ti sei mi chiesta perché riesci a sentire cose che non dovresti sentire?" Mi chiese.

"Si che me lo sono chiesta, secondo te.- Dissi in tono scontroso, poi continuai.- Tu hai sentito quello che hanno detto?" Chiesi curiosa.

"No, non ti hanno insegnato a non ascoltare le conversazioni altrui?" Mi domandò.

"Si, ma quando si tratta della-" non finii la frase perché una strana sensazione iniziò a farsi largo dentro di me e un ringhio fuoriuscì dalla mia bocca (la seconda volta della giornata.). Solo quando abbassai lo sguardo notai di essere legata ad un palo con delle catene. Mi guardai le mani e degli artigli avevano preso il posto delle unghie. Mi fecero male le gengive. Con la lingua tastai i denti scoprendo delle zanne. Non sapevo che cosa stesse succedendo ai miei occhi, ma tutto attorno a me era diverso. Sentivo l'odore del sangue e la voglia di uccidere iniziò a prendere il sopravvento. Iniziai a strattonare le catene.

"Scott! Abbiamo bisogno di aiuto quaggiù." Urlò Stiles.

Non mi ricordavo di lui. I miei pensieri non erano lucidi, ma una cosa era sicura: Non potevo far del male a Stiles. Non a lui.

"Allontanati." Gli dissi quando mi resi conto dei passi che stava facendo verso di me.

"No- ribatté.- tu puoi controllarlo. Sei forte."

"No, tu non mi conosci.- faticavo a parlare, ma doveva essere messo in guardia- Vattene." Strattonai di più le catene, nonostante non volessi. Si stavano per rompere. Non avrebbero retto a lungo. Tra poco avrebbero iniziato a cedere. Finalmente vidi Scott scendere le scale.

"Sofia. Va tutto bene?" Mi chiese. Ma fa sul serio?

"Ti sembra che va- ringhiai -che vada tutto bene?"

"No, direi di no.- wow che sveglio il ragazzo. -Sofia, respira."

Risi ironicamente. E poi, ciò che non doveva succedere successe. Le catene si ruppero e io iniziai a correre verso l'esterno. Per quanto mi sforzassi di tornare umana, il mostro che era in me lottava per restare. Non riuscivo più a comandare me stessa, non ero più io ad avere il controllo. Poi una figura mi si parò davanti. Gli occhi rossi risplendevano nel buio della notte. Mi chiamò. Ma non con una voce normale. Era troppo profonda per essere normale. Poi non sentii più le zanne. Mi guardai le mani e anche gli artigli erano scomparsi. La vista tornò normale. Guardai la figura danti a me. Era lei. Era Alice.

"Stai bene?" Mi chiese con quel suo tono apprensivo e fraterno.

"Si. Credo- feci un respiro profondo- Credo di si."

Tornammo alla casa di Lydia incontrando per la strada Scott e Derek intenti a cercarmi, trasformati. Durante il tragitto verso casa Alice parlò con Scott il più lontano possibile da Derek e me, supplicandoci di non ascoltare. Ma quanti segreti. Questa volta non ascoltai e decisi di concentrarmi su Derek. Così iniziai una conversazione, senza senso, sulle stelle, gli alberi. Insomma ogni cavolata che ci circondasse. Sembrava molto accondiscendente, ma comunque scorbutico nelle risposte. Forse doveva solo mantenere la parte da ragazzo-misterioso-che-non-sorride-mai. Poi arrivammo alla casa sul lago. Entrammo e trovammo Alice e Scott seduti sul divano con gli altri. Quasi me li ero dimenticati. "Ehi." li salutai.
"Ehi." Alice ricambiò il saluto.
"Sofia.- Stiles sbucò dalla cucina e mi venne in contro. -Senti, mi dispiace per sta..."
Lo interruppi "Non preoccuparti.- E mi avviai alla macchina senza dire nulla. Il ragazzo mi seguì. - riportami a casa, Stiles."
"Certo." entrammo in macchina e per una buona parte del viaggio non dicemmo nulla. Contemplai le stelle e il cielo scuro, illuminato dalla luna piena. Maledetta, pensai. Insomma scoprire in una sola notte che ogni cosa a cui avevo fortemente creduto per tutta la mia vita fosse falsa non era una cosa che si superava facilmente. Il moro mi vide preoccupata, oppure sentì le mie dita tamburellare sul sedile, non lo so, e interruppe quel silenzio assordante che si era creato.

"Sai, so che significa.- lo guardai- Si insomma, scoprire che tutto questo... il sovrannaturale è reale... non è una cosa da tutti i giorni, ecco. Sai noi ci siamo dentro da un bel po' e non ci siamo ancora abituati. Capisco che tu abbia voglia di scappare da questa cittadina maledetta. Le persone muoiono e noi, che dovremmo proteggerle, non possiamo fermarlo. È straziante lo so. Ogni luna piena la solita storia. Sono sempre con Scott quando succede, ma lo hai visto anche tu. Hai visto Scott e hai visto Derek. Loro non si sono sottomessi al loro spirito di lupo. Insomma esistono le ancore. Trova la tua. Che sia un'emozione o una persona o un qualunque cosa che ti tenga legata al tuo lato umano. Trovala e non sarai più succube della luna piena." .

Silenzio.

Silenzio.

Silenzio.

Sembrava che i miei sensi avessero amplificato anche il rumore del silenzio.

"Grazie Stiles." la vista divenne sfocata. Un velo di lacrime faceva da coperta ai miei occhi.

"Arrivati." Disse sorridente, parcheggiando la macchina davanti al vialetto di casa mia. Mi guardò e notò le guance rigate dalle lacrime salate. Fece una smorfia di tristezza.

"Non piangere- mi disse. Allungò una mano verso di me e mi asciugò una lacrima fuggitiva. Mi girai di scatto e mi coprii il volto con le mani. -Non devi vergognarti."

"Perché no?" mi si spezzò, incapace ormai di fermare il pianto.

"Perché credo che tu sia bellissima quando piangi."

Lo guardai sorpresa delle sue parole e non appena i nostri sguardi si incrociarono mi sorrise. Ricambiai.

Sentimmo il motore di una moto ed entrambi intuimmo essere Scott. Così dovemmo interrompere quel contatto visivo. Ci girammo e vedemmo Scott intendo a sfilarsi il casco dalla testa. Scendemmo dalla Jeep e ci incamminammo verso la porta d'ingresso. Alice e Scott erano impegnati in una conversazione, quindi decidemmo di non interromperli.

"Buonanotte." dissi timidamente.

"Buonanotte." mi sorrise. Il suo sorriso. Cavolo. Al solo incurvamento delle sue labbra gli pterodattili nel mio stomaco prendevano il volo. Stiles si allungò verso di me e mi lasciò un bacio sulla guancia.

Poi, all'orecchio, mi sussurrò "Stanotte sognerò te."

Mi sorrise un ultima volta e poi se ne andò.

I'll dream about you || Stiles Stilinski [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora