Buongiorno.
Ho sempre pensato che dire 'buongiorno' sia sbagliato dal punto di vista...scientifico?! Partendo dal fatto che il giorno parte da mezzanotte di una data fino alla mezzanotte della data che segue. Quindi perché mai si dovrebbe augurare un 'buongiorno' se si parla solo del mattino?
Forse penso a queste cose per non pensare a ciò a cui veramente dovrei dar attenzione. Forse solo io mi soffermo a pensare nelle piccole cose. Forse solo io ci penso e basta.
Come ogni fotuttissimo mattino spengo la sveglia,mi stropiccio gli occhi,sbadiglio, fisso il soffitto per cinque minuti per darmi la carica di affrontare anche questa giornata che è tanto simile alle altre. Mi metto a sedere al bordo del letto per infilarmi le ciabatte. Mi guardo allo specchio e come ogni mattina mi soffermo sui miei occhi verdi spenti, spenti da ben tre anni.
I miei capelli sembrano aver preso vita propria, la maglietta che indosso è stropicciata e un po' alzata, mentre fisso le mie gambe magre lattee. Le occhiaie che contornano il miei occhi e il mio viso magro e sciupato. I capezzoli dei seni si intravedono dalla maglietta, ma ciò è quello che guardo ogni mattina,alla stessa ora,ogni giorno. E mi odio per non star riuscendo ancora a dare una svolta alla mia vita monotona e noiosa. Voglio vivere. Provare a vivere. Provare a ridere ma anche a piangere. Provare la paura,il timore, la felicità... invece mi sento solo vuota. Continuo a sopravivvere nella speranza. E spero solo che quella sia l'ultima a morire.
Scuoto la testa. Vorrei correre sulla mia moto, provare quella sensazione che mi percorre il corpo ogni volta che sento il rombo del motore ruggire. Vorrei passare intere giornate a visistare posti ma vedendoli tutti dalla visiera del mio casco,con il vento e la luna a tenermi compagnia.
Ma la vita non si basa sul 'vorrei', se una cosa la vuoi te la prendi. Ed io per arrivare al mio 'vorrei' ho parecchia strada da fare. Ma ciò non mi ferma. Ormai sono tre anni che continuo,e fin quando non mi arrenderò io sarò ancora qui, a provare a lottare per ciò in cui credo.
Vado in cucina per farmi il mio solito caffè macchiato con due cucchiaini di zucchero. Senza quest'ultimo non avrei le forze per affrontare una giornata come le altre. È divetato un mio vizio,come anche le sigarette. Vivo con loro due e la moto. Solo loro riempiono le mie giornate. Dopo aver scolato tutta la tazzina la sciaquo e la lascio nel lavandino. Mi dirigo in bagno e quando arrivo davanti allo specchio mi guardo ancora una volta, e penso che arriverà quel giorno buono anche a me,devo solo aspettare. Anche se è ciò che faccio da una vita.
Dopo essermi lavata e aver indossato i miei amati skynni jeans neri con una maglietta nera con il logo del pub, infilo le convers nere afferro le chiavi, il telefono e le sigarette e le infilo nelle varie tasche seguite dal portafolglio. Esco di casa e percorro il vialetto pieno di erbacce, con una sigaretta in bocca e l'accendino in mano. Arrivata al cancelletto lo apro e lo richiudo dietro di me. Percorro la solita strada fumando in tranquillità. Ormai non vedo nemmeno più l'ora. Sono diventata come una macchinetta. Infatti arrivo al pub alle otto in punto e dopo aver spento la cicca spingo la porta ed entro. La solita aria di alcool e sigarette alleggia nell'aria. Storco il naso e mi dirigo nel piccolo stanziono per prendere il solito grembiule e legarlo in vita. Subito dopo mi vado a sedere dietro il bancone e osservo i pochi ubriachi rimasti a dormire sui tavolini di legno tondi. Non è un pub molto grande,ma lo è abbastanza per questo piccolo paese. Il pub è fornito da tavolini di legno vecchio tondi, sedie di legno vecchio intorno al tavolo, alcuni quadri appesi ai muri rossi per creare quell'area vecchia,ed infine ci sono degli sgabelli, anch'essi in legno, che si trovano lungo il bancone.
"Grace come sempre puntuale"
Jimmy,il propretario del pub. Signore di sessant'anni con i capelli bianchi come anche la sua barbetta, basso e panzuto, un sorriso gentile a solcargli le labbra, occhi marroni,sopracciglia quasi del tutto bianche, ed infine alcune rughe che gli contornano il viso. È simpatico. Lo adoro. Se non fosse per lui starei in mezzo alla strada.
"Jimmy"
Lo saluto con un cenno del capo.
"Tom?"
Mi chiede con un cipiglio. Tom è l'altro collaboratore che lavora insieme a me durante i miei stessi turni. È un bel ragazzo e anche molto simpatico, ma non supera quella linea. Abbiamo legato ma il nostro rapporto si limita a lavoro.
"Penso stia arriv-"
Non fino la frase che colui di cui stavamo parlando fa il suo ingresso.
"Eccomi. Scusami Jimmy per il ritardo."
Tom fa un sorriso di scuse verso il proprietario,e quest'ultimo gli risponde con un cenno accettando le sue scuse.
"Va bene,basta che ti muovi. Oggi dovete entrambi dare una sistemata completa a questo pub"
Jimmy ci informa guardandoci con un sopracciglio alzato. Ci è capitato di pulire ma solo in occasioni speciali,quindi mi chiedo che occasione ci sia.
"Chi verrà qui Jimmy?"
La mia domanda lo fa voltare verso di me.
"È un mio carissimo amico. Vorrei fare bella figura,quindi mi serve il vostro aiuto"
La sua frase è seguita da un'alzata di spalle.
"Certo. Stai tranquillo."
Risponde Tom,ed io accenno un sì con la testa.
"Va bene,mettevi a lavoro"
Subito aver detto questo si volta e si addentra nel suo studio. Mi alzo dal mio sgabello con un salto e vado a prendere la scopa e la paletta dal ripostiglio, seguita da Tom.
"Grace li caccio io gli ubriaconi o ci pensi tu?"
Ogni volta che ho il turno di mattina mi si presenta questo problema. Non è così facile come sembra mandar via dei vecchi con gli ormoni dei quindicenni,per di più ubriachi fradici.
Sbuffo e alzo gli occhi al cielo.
"Ci penso io"
Detto questo vado verso il primo tavolino,dove ci sono due vecchi dormienti. Li scuoto leggermente in modo delicato. Non vorrei mai che mi dovessero far qualcosa. Li sento mugolare e aprire gli occhi lentamente. Sembro una cazzo di Baby-sitter, ma vi posso assicurare che sono negata per quello.
"Mi scusi signore ma dovrebbe lasciare il tavolo, è mattina e lei dovrebbe tornarsene a casa."
Ripeto ciò che dico quando mi ritrovo in queste situazioni. Lui in risposta mi squadra e un ghigno comapre sul suo volto. So già cosa mi dirà.
"E se mi accomoagnassi tu a casa?"
Cerca di fare una voce sensuale ma gli esce come se si stesse strozzando. E non ci manca poco che lo faccia io.
"Senta la pregherei vivamente di andare"
Continuo con finta gentilezza. Tra poco gli do un pugno se continua a squadrarmi.
"Dai non fare la difficile. Guarda che il mio si alza ancora"
E con questo mi ammicca lasciando intravedere i sui denti gialli dalla bocca.
"Le ho chiesto di uscire da questo fottuto pub e se non lo fa lei sarò costretta a mandarla via io,a modo mio"
Ringhio tra i denti. Mi sta facendo perdere la pazienza,e so che bisogna sempre comportarsi bene con il cliente, ma quando si parla di flirtare spudoratamente in questo modo disgustoso non riesco poi così tanto a mantenere il controllo.
"Sarebbe una minaccia?"
Il vecchio ride di gusto per poi afferrare il mio polso in una forte stretta,per poi tirarmi in basso verso di lui e sussurarmi nell'orecchio.
"Sei solo una puttana, chissà quanti cazzi hai preso in bocca e in c-"
Lo interrompo con una cinquina sulla guancia. E prima che possa soddisfare la mia ira con un'altro schiaffo,vengo tirata indietro da delle braccia forti.
Il vecchio in risposta ride per la mia faccia storta in una smorfia furiosa. Sono furiosa cazzo.
"Sta calma Grace, non sanno niente di te. Non arrabbairti con persone di cui non ne vale la pena."
Tom mi sussura queste parole mentre mi trascina dietro al bancone.
"Lo ammazzo cazzo"
Ringhio guardando il vecchio che ghigna guardandomi.
"Brutto pezzo di m-"
Non finisco la frase che Tom mi interrompe.
"Ci penso io. Tu stai qui buona."
Mi indica serio. Non sono un fottuto cane che obbedisce ma so che se facessi qualche casino potrei essere licenziata, e non voglio rischiare di perdere il mio unico appiglio per un vecchio che non vale niente. Sospiro e intanto vedo Tom discutere con il vecchio di prima fin quando quest'ultimo esce dal pub seguito dal suo amico più ubriaco di lui. Dopo quell'episodio Tom ha cacciato tutti, così che avessi la possibilità di pulire. E ce la facemmo fino alle due, orario in cui rientro a casa. Ho finalmente finito il turno.
"Grace"
Prima che posso spalancare la porta per uscire vengo richiamata da Jimmy. Uff.
"Dimmi"
Mi volto con ancora la mano appoggiata alla maniglia della porta vecchiotta. Come tutto il pub d'altronde.
"Hai qualcosa da fare stasera?"
La sua domanda mi lascia un po' perplessa.
"No,non penso. Perché?"
La mia faccia confusa non gli passa inosservata infatti cerca subito di tranquillizzarmi.
"Avrei bisogno di una persona che tenga mio nipote stasera poichè mia moglie non si sente tanto bene e io stasera starò qui perché verrà un mio carissimo amico,come ti ho detto prima."
Dovrei fare da baby-sitter? Oh cazzo.
"Ah...emh..."
Vorrei rifiutare perché sinceramente non mi va di passare una serata con un moccioso. Li odio.
"Ho veramente bisogno che tu gli faccia da baby-sitter solo dalle sei alle otto, poi verrà un amico di mio figlio a prenderlo direttamente da casa tua."
Mi informa agitando le mani.
"Ma tuo figlio non può tenersi il suo bambino?"
Cerco di capire il perché il nipote del mio capo dovrebbe mai stare con me, non mi conosce neppure!
"Mio figlio e sua moglie sono partita in luna di miele e mi hanno lasciato Max, mio nipote,dato che mia moglie non se la sente oggi di tenerselo mi ha chiesto di trovare una baby-sitter ma non l'ho trovata. Sono disperato perché non so veramente come fare dato che oggi non posso mancare al pub."
Afferma con voce speranzosa.
"Okay. Puoi portarlo da me,basta che non mi dia fastidio"
Sbuffo aprendo la porta del pub.
"Grazie mille Grace,per questo avrai un aumento!"
Afferma felice, come se si fosse tolto un peso.
"Non ce ne bisogno. A oggi pomeriggio,ciao Jimmy"
Lo saluto con la mano mentro esco uscendo una sigaretta dal pacchetto.
"Te lo darò lo stesso!"
Urla dietro di me Jimmy. Bene,ho trovato un impegno per stasera, spero solo che questo Max non mi rompa le scatole.***
Sono le cinque e cinquantatre tra pochi minuti arriverà Max e sono già stufa di aver accettato. Mi alzo dal divano e vado in cucina per prendermi un bicchiere di acqua,ho la gola secca e ho proprio bisogno di calmare i nervi con una sigaretta. Bevo tutto in un sorso e poi vado in camera per prendere il necessario:
-pacchetto;
-accendino e
-posacenere.
Mi risiedo sul divano,dove ho passato tutto il pomeriggio, e mi accendo la sigaretta. Aspiro facendo entrare la nicotina nei polmoni e automaticamente i miei nervi si rilassano. Così passano i minuti fino al suono del campanello.
Faccio gli ultimi due tiri non preoccupandomi del campenello che continua initerrotamente a suonare. Con estrema calma controllo l'ora e vedo che sono le sei in punto. Mi alzo dal divano e mi dirigo all'ingresso. Apro la porta con uno scatto per trovarmi davanti un ragazzo alto,troppo alto,per capirci è come un lampione. Incontro il suo sguardo accompagnato da due occhi verdi, sopracciglia corrugate,labbra rosee dischiuse, un naso tanto dritto da far invidia alla statale e dei capelli ricci folti. Io corrugo le sopracciglia in senso di confusione. Che cosa vuole questo?
"Sei Grace?"
La sua vice roca mi destabilizza, ma mi riprendo.
"Sì,saresti?"
Lo squadro ancora e solo dopo noto un piccolo ometto posizionato accanto a lui. Ha gli occhi celesti e i capelli marroni lisci come la seta. Mi guarda curioso mentre io gli lancio un'occhiataccia. Odio i bambini,sono troppo curiosi.
"Lui è Max,Jimmy mi ha detto di portartelo. Lo verrò a prendere alle otto"
Svia la mia domanda lasciandomi perplessa. Ma che cazzo? Non era Jimmy che me lo doveva portare? E poi chi cazzo è questo!?
Abbasso il mio sguardo su Max e noto che lui già mi guardava,mentre il ragazzo si allontana uscendo dal cancelletto della mia casetta.
Non so come comportarmi onestamente,cosa dovrei fare?
"Oh...ehm...vuoi entrare Max?"
Chiedo impacciata. Sembro una ragazzina alle prime armi. Sono ridicola cazzo.
"Max"
Mi allunga la mano il piccoletto. Ma scusa non ha sentito che l'ho chiamato per nome?
"Sì,lo so chi sei."
Affermo confusa stringendogli la manina. Mi sento strana, spossata.
"Posso entrare?"
Mi chiede. Ma se gliel'ho appena chiesto! Si comporta come un ventenne!
"Ehm...sì, certo?!"
Non so veramente come parlargli. È una situazione strana, sembra che ci siamo scambiati i ruoli.
Chiudo la porta dietro le mie spalle ancora scioccata. Sarà una serata mooolto strana.
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You are always in my mind
FanfictionGrace Griffin non crede in niente, non cerca l'amore,non lo conosce neppure ma c'è sempre quell'eccezione alla regola. Harry Styles solito ragazzo menefreghista, donnaiolo di prima categoria che non conosce la parola "amore" o "relazione". L' unicha...