Monday, second week

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LUNEDÌ

Calvin si voltò sentendo sbattere la porta d’ingresso. Louis si materializzó come un mucchio ricurvo e scuro di vestiti zuppi che stavano allagando l’atrio dell’appartamento.

“Louis, che cazzo hai combinato? Sei rimasto in giro anche sotto il diluvio?”

Louis abbassó il cappuccio della felpa che gli ricadde dietro con uno scroscio tanto era bagnato. I vestiti, troppo leggeri per l’acquazzone che stava colpendo Londra, erano ormai una seconda pelle su di lui, una muta nera che lo avviluppava rendendone goffi i movimenti, una zavorra sempre meno pesante di quella che si portava dentro.

“Si, io… dovevo spuntare ancora qualche nome dalla lista. Sono tornato solo perché… non posso andare così al colloquio di ammissione.”

“Da quante ore sei in queste condizioni?”

Louis rise per cercare di sdrammatizzare l’espressione torva e preoccupata dell’amico.

“Niente di che, Cal. Non saranno più di tre ore…”

“ CRISTO LOUIS! Sei un idiota, vuoi finirci anche tu in un letto d’ospedale? Infilati sotto la doccia, hai ancora un’ora, ti porto qualcosa di asciutto. Stai cercando invano, nessuno può dirti nulla…”

“Cal…” Louis sospiró e sentì, per la prima volta, il freddo nelle ossa. Non per la pioggia di cui era intriso, non per il vento freddo che scuoteva Londra dalle fondamenta, ma perché Calvin aveva insinuato di nuovo in lui il dubbio di un fallimento.

“Cal, non ho altro modo. Al numero di Harry non risponde più nessuno. Ho cercato di rintracciare qualcuno che potesse conoscere quella Maddie. Sono tornato ogni mattina e ogni sera da sabato ad ora a Farringdon Road, anche solo per piazzarmi sotto quel palazzo. Niente di niente. Non ho che questo sistema, visitarli tutti e cercare di assicurarmi che non sia lì. Devo trovarlo. Stasera dopo il colloquio magari andrò a…. CAZZO!”

Louis si toccò la tasca e percepí, letteralmente incollata all’interno del jeans, la sua lista di ospedali e cliniche di Londra, resa ormai totalmente illeggibile dalla pioggia.

“Cazzo, adesso dovrò riscrivere la lista e ricordare  tutti quelli che ho già visitato e quali ancora manchino… Cazzo, sono un coglione.”

Calvin si avvicinó e gli mise le mani sulle spalle: “Hey, non insultare il mio migliore amico. È un eroe disposto a qualsiasi cazzata o follia per amore. E io sono fiero di lui. Ti aiuto io, stampo una cartina di Londra e ti dó una mano a segnarci sopra i posti che hai già esaminato e quali siano i più probabili per la prossima ricerca. Ora fila in doccia e pensa ad affascinare tutti al colloquio. Così sembri un maremotato.”

Louis ringraziò Calvin con uno di quei sorrisi capaci di scaldare, di pura gratitudine, seppur dal fondo dell’angoscia che non gli dava tregua un istante, e si chiuse nel bagno.

Il getto dell’acqua calda addosso lo aiutò a riflettere.

Lo troverai. Andrà tutto bene, Louis. Lo troverai. Le possibilità sono tante, ma non sono infinite. Non lascerai Londra prima di averlo rivisto. Può proteggerti, può prendere qualsiasi decisione, ma non può scappare. Quello che abbiamo avuto non è un qualcosa da cui si può fuggire, ti cambia dentro. Io sono cambiato. So che quel cambiamento lo sente anche lui, e ha paura, e pensa che cambiando io non stia più bene. Io non sono mai stato meglio. E anche lui, starà bene. Starà con me, e spero che per lui questo significhi il bene. Ma morirò io piuttosto che lasciarlo solo. A sopprimersi dentro quello che prova, a imporgli di tacere. Quell’amore deve cantare, e canterà per me. Ora però devo provare io a cantare per lui.

To die of love is to live by it (Larry AU)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora