[ 一目惚れ ]

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la prima volta che posai il mio sguardo su di te, i raggi lunari illuminavano il tuo viso come dei riflettori illuminano l'attore principale su un palcoscenico. quasi risplendevi sotto quel manto oscuro e desolato senza neanche una stella. probabilmente i cieli quella notte avevano deciso di concentrare tutta l'attenzione su di te. 

la lieve brezza marina accarezzava il tuo viso dolcemente come se avesse avuto paura di scheggiarlo. i tuoi capelli ondeggiavano lenti e ogni tanto alcune ciocche si arricciavano su se stesse mostrando i naturali boccoli tinti di verde. gli angoli della bocca volti all'insù e gli occhi che guardavano sognanti il cielo mi trasmettevano tranquillità, sembrava che tu fossi felice. in fondo è questo il significato del tuo nome, vero felix? molto prima che i tuoi genitori ti chiamassero così, tu dovevi essere felix, dovevi essere felice. e prima di conoscerti, credevo davvero che tu lo fossi. 

non riuscivo a comprendere appieno il motivo per cui tu, tra tutta quella gente, avessi deciso di interrompere i tuoi pensieri per rivolgere la parola a me. "sei solo ad una festa in spiaggia, per fortuna c'è qualcuno di normale qui" mi spiegasti quanto ti chiesi se avessi avuto bisogno di qualcosa. 

non credo tu l'abbia sentita, ma spero di sì, quella strana sensazione nell'aria; era come se quei vecchi gradini verniciati di bianco e sgranocchiati dai tarli stessero per diventare la sede di un qualcosa di straordinario. la luna, unica vera spettatrice in quella landa isolata, cantava le lodi di un amore ritrovato. "hitomebore" dicesti dal nulla dopo che un silenzio non troppo spiacevole cadde fra noi due. se me l'avessi spiegato quella sera stessa cosa volesse dire, magari non avremmo perso così tanto tempo invano. 

entrammo dentro la grande villa alle nostre spalle e ballammo come matti sul suono soffocato di una musica estranea che a malapena riuscivamo a distinguere. la luce della luna entrava dalle enormi porte finestre spalancate per far entrare dell'aria ed un familiare odore salmastro. si rifletteva flebile sulle decine di calici che riposavano in una polverosa credenza situata all'entrata. si rifletteva nei tuoi occhi rendendoli scintillanti, e sui tuoi capelli rendendoli di un verde luminescente. miliardi e sottilissimi fili di luna tessuti da Selene e stregati da Eros. 

quanto avrei voluto vederti danzare per sempre, sensuale e soave in quel soggiorno che sembrava cadere a pezzi. se solo non mi fossi tirato indietro, troppo spaventato da me stesso. se solo, invece di salire su quel taxi, fossi rimasto sull'uscio di quella porta a guardarti, per sempre. hitomebore. perché non me l'hai detto una seconda volta? perché non me ne hai rivelato il significato? forse anche tu eri spaventato da te stesso.

[ 一目惚れ ]

[ hitomebore ]

[ colpo di fulmine ]

eternal sunshine of the spotless mind • changlixDove le storie prendono vita. Scoprilo ora