Capitolo 6

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Sylvie.

« Dannazione! Non possono aver cancellato la mia offerta. Non possono e basta sia chiaro! »
Sylvie quella stessa mattina urlava da più di due ore contro la sua povera segretaria. Aveva perso le staffe nel momento in cui il suo avversario aveva truffato il processo a porte chiuse, in modo da vincere la causa, e adesso stava cercando un modo per smascherarlo.
Adesso era alla sua quarta sigaretta accesa.
Era sul suo balcone, nel diciannovesimo arrondissement di Parigi, ed erano solo le 8:40 del mattino.
Si sistemò la canottiera nera che portava quando dormiva, e con un sonoro « VAFFANCULO! » aveva chiuso la chiamata.
Rientrò in casa, e finalmente mise la caffettiera che aveva preparato un'ora prima, e nel mentre accese l'acqua per riempire la vasca, nella sala da bagno.
Si passò la mano fra i capelli corti, e si lavò il viso. "Ho proprio una faccia di merda stamattina.."

Si spogliò, e andò in cucina a versarsi il caffè, attenta a non scottarsi con la caffettiera bollente.
Lungo e nero, come piaceva a lei.
"Se non sapessi che si tratta di caffè..." pensò, riferendosi al doppiosenso con un sorrisino a fior di labbra.
Non che le interessasse effettivamente pensare a certe cose.
Le sue visite al pub sotto casa e il suo aspetto le garantivano una ragazza diversa ogni sera.
Cose da una notte e via, ovviamente.
Per via del suo lavoro e del suo caratteraccio non riusciva a mantenere una relazione stabile: una delle due si sarebbe stancata subito.
Scosse via questi pensieri dalla testa, bevve il caffè tutto d'un fiato e uscì dalla vasca lasciando una scia di profumo di muschio bianco.

Andò in camera e quando si guardò allo specchio quello che vide non la entusiasmò: una donna sulla quarantina con capelli scuri, che amava portare corti per comodità, gli occhi penetranti e la pelle nel complesso non troppo raggrinzita.
Apparte le fossette.
«Madonna non vedo un cazzo » disse sottovoce dopo aver dato un calcio al gatto che dormiva sul tappeto.
Si vestì col solito tailleur pantalone nero, qualche anello, occhiali per "un tocco di professionalità".
Uscendo, accarezzò il gatto.

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