Tornata a casa, prese la valigia, e scese giù velocemente.
Non voleva rimanere un minuto di più.
Si diede un'occhiata veloce allo specchio: il trucco le era colato sulle guance, facendola sembrare una sorta di panda. Si lavò il viso eliminando le ultime tracce di mascara, e tirando su col naso uscì, in quella fredda sera di Doncaster.Qualche ora dopo arrivò all'aeroporto di Londra con il taxi, e prese un biglietto di sola andata. Direzione: Parigi.
Si sedette al terminal, aspettando il suo volo. Erano le 02.33 e non aveva nessuna intenzione di mangiare o bere qualcosa, tantomeno di tornare a casa, per cui si addormentò.Dopo vari sogni confusi e un sonno alquanto agitato si svegliò. Erano le 6 del mattino, e fra mezz'ora avrebbe dovuto essere in partenza.
Nonostante le brutte condizioni in cui si trovava, decise di avvicinarsi a un bar per un caffè.« Non ha una bella cera signorina... Specialmente per il fatto che l'ho vista sdraiata sulle sedie lì in fondo a dormire. »
Françoise fece un sorrisino triste e avvolse le mani alla tazza del suo caffè americano.
« Beh... non è stata una bella giornata, tutto qui. Sono stata trasferita in Francia, per lavoro, perciò sono qui. »Il barista la guardò sorridendo: gli capitavano spesso vari clienti in preda all'ansia lavorativa, per cui sapeva gestire bene la situazione.
« Non si preoccupi, sono sicuro riuscirà benissimo ad ambientarsi. »
« Lo credo bene, sono francese di nascita... »
« Oh! Anche io, sa? Mi chiamo Jean-Jacques, e sono un marsigliese naturalizzato britannico »Disse cercando di strapparle un sorriso, e ci riuscì.
« Françoise, e anche io vengo da Marsiglia. »
« Allora ci si intende, vero? »Jean-Jacques voleva assolutamente farle spuntare un sorriso.
« Si, decisamente. »
Françoise non aveva più quell'aria malmessa di qualche ora prima; un buon caffè e una chiacchierata amichevole erano riusciti a farla svagare dalle sue preoccupazioni, perlomeno momentaneamente.
« Oh, cavolo, sono le 6.20! Devo prendere l'aereo.. »
Jean-Jacques si lisciò il grembiule, in evidente imbarazzo.
« Beh... allora... ci vediamo, neh? »
« Sì certo Françoise, vieni qui che ti abbraccio! », balbettòI due si strinsero e la ragazza si allontanò con la valigia, salutandolo con la mano.
Era pronta a cambiare vita completamente.

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Don't Hurt Her.
RomansaFrançoise la guardò strabuzzando gli occhi. Non poteva credere che fosse lei. Con un sorriso sbilenco, la donna vestita di nero si avvicinò a lei, accendendosi una sigaretta. « Sylvie... » Lei prese le sue mani, accarezzandole. « Ne è passato di tem...