Capitolo 5

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Iris

Il mattino dopo sono seduta in cucina a mangiare latte e cereali e il mio pensiero va a Logan.

Forse ho esagerato nel rispondergli in quel modo così sfrontato. In genere non sono così sfacciata sul posto di lavoro, ma lui in qualche modo mi provoca, anche se lo fa sottilmente. O magari nemmeno se ne accorge, ma il suo corpo mi parla e mi dice che mi vuole.

Una parte di me, detto molto onestamente, fa i salti di gioia. Ma c'è un'altra parte, quella più razionale e saggia, che vede in Logan l'ennesimo uomo che vuole solo portarmi a letto.

Ad ogni modo devo cercare di togliermi dalla testa quell'immagine: me e lui a letto insieme. Non accadrà mai, fine.

È il mio capo e tale deve rimanere, nulla di più.

Continuo però a pensare che forse dovrei in qualche modo scusarmi. Sono stata troppo aggressiva, e non vorrei che lui si possa stancare del mio caratterino e mandarmi a quel paese. Non posso perdere quel posto di lavoro per niente al mondo.

Sbuffo portandomi il cucchiaio sul naso, e Linette spunta all'improvviso, destandomi con un sonoro "Buongiorno" e facendo sì che io lasci cadere il cucchiaio a terra.

«Scema! Mi hai spaventato» dico dandole un leggero scappellotto.

«Tu metti il cucchiaio sul naso come i bambini di cinque anni e io sarei la scema?» ironizza prendendo del latte e versandosi i cereali in una tazza.

«Sono solo pensierosa... credo che ci sia una piccola probabilità che Logan mi licenzi» ammetto storcendo il naso.

«Di già? Che guaio hai combinato stavolta?» domanda guardandomi stranita.

Aspetto che si metta comoda e inizi a mangiare, e poi inizio a raccontare.

«Ho solo... insomma credo di avergli risposto in maniera un po' brusca, alcune volte. Credo di essere stata un po' insolente. Lui me lo ha anche fatto notare e.... e se mi mandasse via?» chiedo preoccupata.

«Tesoro, rilassati. Hai fatto solo un giorno di lavoro. Se fossi stata così un disastro non credi che te lo avrebbe detto ieri?

E comunque conosco la tua lingua lunga, Iris, ma sai meglio di me che, spesso, sul lavoro bisogna contare fino a dieci prima di parlare. Non dico che uno debba farsi mettere i piedi in testa, quello no, ma darsi qualche pizzico sulla pancia sì. Lo sai come dico sempre io, amica...»

«Ingioia il rospo finché puoi» dico finendo la frase per lei.

Sono agitata, nervosa e potrei diventare isterica in un secondo. Devo darmi una calmata!

«E quindi secondo te cosa dovrei fare? Cioè... c'è qualcosa che potrei fare per fargli capire che io non sono una stronza che alza sempre la cresta col suo capo? Qualcosa che lo convinca a non licenziarmi?» chiedo continuando a mangiare la poltiglia che, ormai, sono diventati i miei cereali.

«A parte farci sesso?» ribatte sorridendo Linette e io mi arrabbio.

«Dai, sto dicendo seriamente, Lin» mi lamento sbuffando ancora e lei si avvicina a me prendendomi il viso tra le mani.

«Ascolta. Io non credo che il misterioso signor Dark voglia licenziarti, visto il modo in cui ti assunta e tutto ciò che ha fatto per averti al più presto al suo servizio. Ma... se vuoi essere più sicura, fa qualcosa di carino per lui. Che ne so.... magari portagli la colazione! Gli dici che ieri eri un po' nervosa e ti scusi con lui per essere stata un tantino seccante. O antipatica, stronza, sfacciata o...»

«Sì, grazie Lin, ho capito l'antifona» dico sorridendo. La mia migliore amica sa sempre come mettermi di buon umore con una battuta o un'ironia che solo lei sa avere.

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