Arrivò velocemente l'inverno, e si susseguirono così altre stagioni.
Tutto si muoveva attorno a me, tutti andavano avanti con la propria vita, mentre io continuavo a rimanere immobile. Non volevo avanzare, rimasi legata alla tristezza per quasi due anni (non "qualche mese" come avevano detto i miei genitori).
Mesi e mesi passati da sola senza alcuna voglia di fare qualunque cosa mi venisse proposta e senza volermi impegnare per cambiare la mia situazione.
Mi sentivo frustrata e inutile, anche andare a scuola era diventato un peso enorme, più grande di quanto non fosse anni prima, quando ancora a malapena parlavo con qualcuno.
Era tutto tornato come all'inizio, mi svegliavo, uscivo di casa e lentamente mi avviavo a scuola, e ne uscivo alcune ore dopo senza aver rivolto la parola a nessuno, se non a qualche professore.
Quanto mi mancavano i miei amici, le loro urla, le risate e le varie uscite insieme; non riuscivo ad andare avanti senza di loro, come se avessi lasciato una parte di me a Magnolia.Per evitare di sprofondare sentii ogni giorno le ragazze di Fairy Tail per telefono o tramite qualche videochiamata, e per quanto mi fosse possibile, cercavo in ogni modo di apparire il più felice possibile per evitare di farle preoccupare.
Spesso mi scrivevano anche Lyon e Gajeel, mentre Natsu lo vedevo spesso in camera di Lucy, quando la ragazza mi chiamava dal suo computer, oppure mi riempiva la galleria con foto di Happy, che notai essere parecchio ingrassato dalla mia partenza.
Al vuoto che sentivo ogni giorno per il ricordo della mia quotidianità a Magnolia, si aggiungeva anche quello che mi provocava la mancanza di Gray, che non sentivo da fin troppo tempo.
Avevamo risolto per quanto riguardava il giorno della partenza, eppure lo sentivo sempre più freddo nei miei confronti; iniziò a chiedermi se avessi qualcosa da dirgli, ma ogni volta che rispondevo negativamente lui evitava di rispondermi o semplicemente si arrabbiava, e alla fine smise di scrivermi.
Provai a chiamarlo qualche giorno dopo il nostro ultimo strano "litigio", ma il numero risultò inesistente.
Questo successe dopo cinque mesi dalla mia partenza, e non ebbi più sue notizie per un lungo periodo. Chiesi ripetutamente ai miei amici se sapessero qualcosa, ma ogni volta ignoravano le mie domande e cambiavano argomento.Tutta questa segretezza mi faceva innervosire ulteriormente.
Fortunatamente all'inizio dell'ultimo anno di superiori trovai una valvola di sfogo, una ragazza con la quale strinsi subito un rapporto molto forte, essendo anche l'unica amica che mi feci a Cyclamen.
Si chiamava Meredy, e si era ritrovata nella mia classe per via della bocciatura subita a quello che sarebbe dovuto essere il suo ultimo anno.
Grazie a lei i mesi a seguire furono più sopportabili; iniziammo a frequentare gli stessi posti, come la biblioteca o la piscina comunale, e passavamo insieme anche il sabato e la domenica.Era come una boccata d'aria fresca.
---
"Juvia, non hai sentito la campanella? Possiamo andare a casa." disse quella che intuii essere Meredy.
Alzai leggermente la testa dal banco, intravedendo il rosa acceso dei capelli della ragazza che mi aveva appena chiamata. Mi stropicciai gli occhi cercando di eliminare la stanchezza e mi alzai barcollando leggermente.
"Oggi andiamo a casa mia? Guardiamo qualcosa in tv e poi ordiniamo la pizza per cena!" mi prese a braccetto la rosata e uscimmo velocemente dalla classe.
"Non dovresti iniziare a studiare? Domani finisce la scuola e tu non sei pronta per l'esame."
"Sei troppo pessimista, ho qui accanto la ragazza più brava della classe, sono sicura che mi aiuterà più che volentieri a studiare quando le chiederò di farlo." ammiccò lei, prima di accelerare il passo trascinandomi con sé verso il palazzo in cui abitava, che si trovava a poca distanza dalla scuola.
STAI LEGGENDO
Can you accept my love? - Gruvia -
FanfictionJuvia dovette aspettare i suoi 16 anni per iniziare a vivere davvero, per conoscere e farsi conoscere, per esplorare le sue emozioni e innamorarsi per la prima volta. Ma non sempre le cose vanno nel verso giusto, e non sempre i sentimenti vengono ri...