Passavano i giorni. Ovviamente. Il tempo non si era di certo fermato, anche se scorreva lento. E io diventavo sempre più pigra e depressa.
La voglia di andare nel Labirinto a trovare un uscita si era persa in uno di quei vicoli cechi che circondavano la Radura. Era mattina presto. Le porte non si erano ancora aperte quando udii un rumore... La Scatola!? Possibile?
Avrei detto che avevo ormai perso la speranza se quest'ultima non fosse stata l'ultima cosa a cui aggrapparmi prima di suicidarmi...
Mi scaraventai sul bordo di quella specie di ascensore.... Bé, diciamo che mi venne un colpo.
Un ragazzo, alto, con dei capelli neri... Aprì gli occhi.
- Sam!? - io lo conoscevo, era mio amico... prima.
- chi è Sam!? - fece lui quasi stizzito. Poi svenne.
Mi sporsi ancora un po' di più e caddi anch'io. Mi tirai su e mi passai un braccio di Sam intorno al collo, per tirarlo su.
A fatica mi stesi sull'erba. Ma il momento in cui mi sarei potuta veramente rilassare non era quello. Infatti trascinai Sam fino al Casolare.
Si svegliò solo a pomeriggio inoltrato. Io ero rimasta accucciata sul ramo di un albero aspettando che si riprendesse.
-ti ricordi come ti chiami? - gli domandai dopo essere saltata giù dal mio nascondiglio.
- io... tu...hem, sì, cioè... Io credo di chiamarmi Sam... Tu mi conosci? -
- no...- mentii.
- ma io ti ho sentita dire il mio nome in quell... -
- te lo sarai immaginato - tagliai corto.
- dove siamo? - chiese il ragazzo facendo un giro su se stesso osservando tutta la Radura e le mura che la circondavano.
- questa è la Radura, fuori c'è il Labirinto - mi accorsi di aver ripetuto la frase del biglietto solo dopo averla finita di pronunciare.
-l...labirinto!? E come usciamo di...-
- non si esce. Siamo bloccati. Io sono qui da un mese. E per un mese ho cercato un uscita, ma un giorno non basta per ricordare il percorso e finire di mappare il labirinto! - mi misi quasi ad urlare, avevo le lacrime agli occhi; ma tutti hanno il diritto di sfogarsi. E io dovevo proprio.
Avevo iniziato a mappare il labirinto da un paio di settimane. Ogni mattina uscivo e mi portavo della carta addietro, e segnavo il percorso seguito. Poi iniziai addirittura a costruire un mini-labirinto su un tavolo.
- hai detto che sei qui da un mese quindi...come fai a dire che un giorno non basta? -
- le vedi quelle? - dissi voltandomi verso le porte - quelle si chiudono la sera... e se non fai in tempo, rimani bloccato di notte, nel Labirinto. -
- e che c'è di male? -
- bé vedi... di notte, nel labirinto, ci sono i Dolenti, e non ci tengo a sapere che effetto fa il pungiglione che hanno come arma...- A pensarci bene però, mi sembrò strano l'attacco del Dolente di giorno era un po' insolito... da quella volta non gli avevo visti più in giro. Avevo solo sentito i loro versi striduli durante le mie innumerevoli notti insonni.
- quindi tu vai lì dentro e poi torni? -
- esatto Sam-
- posso venire con te? - Ok, devo dire che questa domanda non me l'aspettavo. Ci pensai un'attimo, poi risposi
- o...ok. Devi essere veloce a correre e devi sempre restarmi vicino, conosco quasi alla perfezione il labirinto. -
- va bene... -
Ci sedemmo davanti alle porte e restammo a chiacchierare per tutto il pomeriggio. Io rispondevo ad ognuna delle sue domande:
Perché siamo qui?
Ci ci ha messo qui?
Sei sicura che non possiamo uscire?
Mi faceva tutte domande di questo genere, io ovviamente sapevo la risposta... ma rispondevo sempre con : "non lo so Sam..."
Era il modo più semplice per non caricarlo di inutili preoccupazioni...
Poi cambiò improvvisamente argomento
- e tu come ti chiami? -
- eh? Ah! Sì, io sono Anna.-
- bene Anna, e quanti anni hai? -
- hai proprio la lingua lunga eh? Testa di pive! - quell'espressione mi uscì spontanea. Non sapevo neanche cosa significasse, o meglio... "pive" credevo che fosse il diminutivo di "pivello"...
- ahahah! Testa di pive eh? E che significa? -
- ah, bho -
- ok... mi vuoi dire quanti anni hai? -
- 12, almeno credo... e tu? -
- non...non lo so... Aspetta un momento... Io non ricordo niente! -
- ma va!? -
- è normale? neanche tu ricordi niente? -
- normale? Non so quanto possa essere normale perdere la memoria ma no, non ricordo niente di quello che è successo prima di arrivare qui. - Mi stupii io stessa di quanto fossi brava a raccontare bugie, e mi dispiacque... ma era troppo difficile ricordare e raccontare il passato.
- ora dimmi come sono fatto... che aspetto ho, intendo. -
Mi misi in piedi, lui mi imitò. Lo osservai un attimo poi dissi
- sei alto una decina di centimetri in più di me, sei muscoloso e hai dei corti capelli neri e la pelle chiara. I tuoi occhi sono grandi e marroni. - "è carino..." pensai.
- tu invece sei un po' più bassa di me...-
- a chi hai dato della tappa? Testa di caspio!? - A quell'espressione ci mettemmo a ridere tutti e due. Poi Sam riprese
- hai dei capelli castani tendenti al rossiccio che ti arrivano alle spalle, gli occhi grandi e marroni... sei magra e con la pelle chiara e... -
- e...? -
- e niente...- ridacchiò
Poi mi misi a ridere anch'io.
Poi lui si bloccò. All'inizio non capii cosa l'avesse turbato, poi spostai gli occhi nella direzione in cui stava guardando. Le porte del Labirinto che si chiudevano.
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ANGOLO SCRITTRICE
Zalve MUCHACOS!
Cavolo ma quanto mi amo!?
SENTO PUZZA DI STORRIA D'AMMORREH! (storie d'AMMORREH pt 4!)
Cmq... tornando seri... ok, forse è meglio apparentemente, seri. Non credo di poter essere seria in casi come questi.... Ci vediamo nel prossimo capitolo... lasciate una bella stellina qui sotto!
Baci, Aury
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The First, The Maze Runner
FanfictionAnna si sveglia nella scatola... Quando ne esce si trova circondata da altissime mura... Fuori... Beh, fuori c'è il labirinto. Sa chi è stato a mettercela, un mese da soli in quel luogo è una tortura e può essere opera solo della W.I.C.K.E.D. Ma ben...