Sfrecciavo vicino alle pareti del Labirinto. Erano altissime e ricoperte di edera.
Un fetore insopportabile aleggiava nell'aria trasportato dal vento caldo che spirava in quei cunicoli contorti. Poi ci fu un rumore assordante. Voltai la testa senza mettere di correre. Alcune pareti del labirinto si stavano abbassando, altre alzando o cambiando angolazione.
Lo stesso succedeva davanti a me. Fui costretta a girare. In questo punto del labirinto si vedeva chiaramente che le mura erano più spesse e c'era un numero dipinto, in lato: 6.
Il labirinto cambiava.
In quel punto quell'odore nauseabondo di prima era molto più forte...
Un'altro rumore. Ma non era quello del Labirinto... Era più come un ruggito stridulo e metallizzato.... Poi capii a chi apparteneva, o meglio... a cosa. I Dolenti.
Uno di quei mostri neri uscì da un angolo... bé, avete presente quanto nei libri dicono "e la paura mi immobilizzò" ? Ecco. Credo che non sia affatto vero. Non dovetti neanche pensare a cosa fare che le mie gambe avevano già iniziato a correre. La paura non mi stava immobilizzando, ma mi stava spronando a correre più veloce che potessi, a costo di farmi sgretolare i piedi.
Mancava poco al tramonto e alla chiusura delle porte. Se non avessi osservato il labirinto con i suoi numeri e sezioni quando stavo ancora in quel posto mi sarei persa... In realtà ero già persa solo che la speranza era una parte predominante del mio carattere e non la perdevo mai... quasi mai. Lo so che non era un bel pensiero ma prima o poi sarei morta, se non di vecchiaia, allora di tristezza o solitudine oppure, nel peggiore dei casi, come cena per i Dolenti.
Durante la mia corsa da forsennata un pensiero mi passò per la testa... perché continuavo a vivere e non mi fermavo a mettere fine a tutti questi orrori? La risposta era stipata in un angolo del mio cervello: avevo la SPERANZA che qualcuno, prima o poi, sarebbe venuto a prendermi, o addirittura che quello fosse solo un incubo. Ma la storta alla caviglia mi confermò che quella era la realtà. Cozzai contro il suolo sbattendo di faccia e spaccandomi un labbro, sentii il sapore dolciastro del sangue colarmi in bocca. Ma non solo quello. L'odore disgustoso e penetrante del Dolente mi invase le narici. Mi misi a sedere strisciando all'indietro per evitare le zampate del mostro che mi veniva addosso... mi squadrò con occhi intelligenti, neri e profondi come pozzi.
Se non stesse cercando di ammazzarmi avei detto che forse poteva essere carino ma... No.
Continuai ad arrancare. Strisciavo accanto ai muri del Labirinto trascinandomi le gambe, con la paura che mi diceva: "se proprio devi morire, almeno fai un tentativo di salvarti"
E proprio mentre stavo cercando di non farmi spappolare da due porte che si chiudevano dietro di me, il dolente vi rimase incastrato... Sentii un fastidioso scricchiolare e poi uno "splash" che mi fece venire i brividi. Infine il Dolente si schiacciò in mezzo alle due mura schizzando interiora. Ne fui completamente ricoperta. Mi passai una mano inzuppata di quella roba, sulla faccia cercando di pulirmela e sputacchiai marciume.
Non riuscivo a correre con la caviglia dolorante, ma non volevo avere che fare con loro perciò arrancai fino alla Radura.
Feci appena in tempo a lanciarmi sul prato per non essere spiaccicata che le porte si richiusero con un tonfo.
Era buio ma andai lo stesso a controllare la Scatola. Vi saltai dentro e ne uscii stringendo tra le braccia due coperte, del cibo e un pugnale (non si sa mai).
Ovviamente nella scatola non c'era nessuno. Ma qualcuno doveva pur arrivare, prima o poi... Speriamo.
Ecco. La speranza. Quella è l'unica cosa che ho davvero avuto. Non una casa, o una famiglia vera... solo la speranza. Di essere libera dalla W.I.C.K.E.D. o un giorno, magari, di poter tornare da mia madre e mio padre.
Mi accoccolai sotto un albero stretta tra le coperte, il pugnale in una mano, la pagnotta nell'altra. Rivolsi uno sguardo fugace al cielo. Era blu scuro spruzzato di tanti puntini luminosi. Mi chiesi come facessero, le stelle, ad essere così belle nonostante il posto infernale in cui mi trovavo.
Sembravano quasi... felici. E se lo erano loro, potevo esserlo anch'io. Non è un pensiero con molto senso, ma io sono sempre stata debole, e mi è sempre servita una scusa per continuare a vivere.
Finii di magiare il pane e chiusi gli occhi, pregando di riuscire ad addormentarmi.
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ANGOLO SCRITTRICE
Ma ciao miei muchacos!
Come va? Vi è piaciuto il capitolo?
Sinceramente a me ha fatto u po' schifetto descrivere il Dolente sbudellato.
Ma solo io li considero carini?! (mi sa di si, ma dettaglih...)
Ok... Lo so che ho fatto una protagonista un tantino iperculata ma cambierete idea man mano che leggerere le sue avventure/disavventure.😀
Au revoir muchacos, al prossimo capitolo!❤️
Baci Baciosi❤️
Aury♡

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The First, The Maze Runner
FanfictionAnna si sveglia nella scatola... Quando ne esce si trova circondata da altissime mura... Fuori... Beh, fuori c'è il labirinto. Sa chi è stato a mettercela, un mese da soli in quel luogo è una tortura e può essere opera solo della W.I.C.K.E.D. Ma ben...