«Ehm…professor…?»
«Albus Percival Wulfric Brian Silente» disse lui.
«Ehm… professor Silente» mormorò Melody «Tutte queste cose… le troviamo a Londra?» chiese.
«Se sai dove andare» replicò lui, strizzandole l'occhio.
Arrivarono davanti a un muro di mattoni e Silente picchiettò con la sua bacchetta una sequenza che Melody non riuscì a memorizzare per bene. I mattoni si spostarono, aprendo un passaggio. Melody non si stupì nemmeno.
«Benvenuta a Diagon Alley, Melody Lestrange!» esclamò il professore.
La ragazza fece qualche passo, meravigliata: la strada era piena di persone vestite in modo strano, alcune con degli strani cappelli a punta, che gironzolavano allegri per i negozi.
«Professore…perché?» chiese Melody, fermandosi a piedi uniti, senza distogliere lo sguardo dalla viuzza.
«Perché cosa, mia cara?» domandò lui.
«Perché io? Cosa ho fatto per meritarmelo? Tutto questo» spiegò.
Silente sorrise:
«È la ruota della fortuna, Melody» rispose «Prima o poi gira».«Quindi, la bacchetta c'è» disse lei, girando lo stecchino tra le mani.
«Mh, vai a prendere i libri lì, al Ghirigoro. Hai la lista. Io torno dopo» rispose Silente, dirigendosi da un'altra parte.
Melody frugò nella sua tasca per cercare la lista dei libri, ma ne tirò fuori la foto che c'era sul muro vicino alla stanza della sorella.
Non sapeva nemmeno perché l'avesse portata con sé, ma il ragazzo aveva un'aria talmente impacciata che le faceva venire voglia di essere sua amica.
Un soffio di vento le fece volare via la fotografia:
«NO!» esclamò, lanciandosi all'inseguimento. Per fortuna, riuscì ad afferrarla di nuovo dopo poco più di due metri.
«Piccoli Cercatori!» esclamò una signora che passava di lì a braccetto con quello che doveva essere suo marito.
Imbarazzata, la ragazza piegò di nuovo la foto e la mise in tasca, tirando fuori la lista e aprendo la porta del Ghirigoro. Nello stesso momento in cui stava cercando di entrare, un uomo più alto di lei, con un bizzarro cappotto blu, fece per uscire e, per poco, non si scontrarono:
«Scusi» dissero contemporaneamente i due, senza nemmeno guardarsi in faccia.
La ragazza si ripeté di stare più attenta: stava già combinando fin troppi pasticci.
«Serve aiuto, signorina?» chiese il libraio.
«No, grazie. So come muovermi» rispose lei.
Riusciva a capire i generi di libri a colpo d'occhio. Arrivò nel reparto "Libri di testo" e iniziò ad infilarli nel calderone che aveva trovato all'entrata.
Passò dalla cassa per pagare. Era appena stata alla Gringott, la banca dei maghi, dove aveva cambiato le sue sterline in monete molto diverse dalle sue.
Quando uscì dal negozio vide Silente poco distante da lei, che le stava sorridendo con una gabbia in mano. Dentro di essa c'era una bellissima civetta bianca a macchie marroni chiaro.
«Grazie, professore!» esclamò Melody, con gli occhi che le brillavano «Quanto le devo?» chiese.
«Consideralo un regalo dopo tutto ciò che hai passato» disse Silente, alzando le spalle «Non mi devi nulla».
«Io…non so cosa dire! Grazie mille, professor Silente!» ripeté lei, emozionata e felice «Guardi quella piuma! È diversa dalle altre!» disse e indicò una piuma più scura delle altre.
«Diversa. È bello. Essere diversi» commentò Silente.
«Concordo con lei, professore. E tu, Feather?»Qualche settimana dopo, Melody stava fissando il biglietto del treno che le aveva dato Silente:
«Professore… qui dice Binario nove e tre quarti… io non sono mai stata a King's Cross, lo so, ma non credo che possa esis-» si bloccò. Si guardò intorno, dato che aveva sentito qualcosa come un sonoro pop, ma Silente non c'era più.
«Professore?»
No, nulla.
Seguì i cartelli con le indicazioni e arrivò ai binari. Arrivò ai numeri nove e dieci. Nessun nove e tre quarti. Non pensò nemmeno di chiedere informazioni, dato che avrebbe ricevuto risposte da Babbani-come aveva imparato a dire-con il solo risultato di sembrare pazza.
«Babbani, Babbani, Babbani. Che schifo. Mi chiedo: perché devono prendere tutti il treno il primo di settembre?» fece una voce femminile.
Alla parola "Babbani" il volto di Melody si illuminò e si avvicinò alla voce.
«Scusi» disse, guardando la donna «Saprebbe dirmi come raggiungere il Binario nove e tre quarti?»
«Uh, abbiamo una Sangue-» iniziò la donna, scuotendo la testa e guardando il marito.
«Nata Babbana. Sì. Devi correre verso il muro» la interruppe quello che doveva essere il figlio, dato che sembrava avere l'età di Melody.
«Sì, Adrian» commentò il padre con un'occhiataccia «Mantieni la tua posizione» gli sussurrò all'orecchio.
Melody fece finta di non sentire.
«Grazie» disse.
Mise le mani sul suo carrello. Per un attimo si chiese se non stesse facendo un'idiozia, ma prese la rincorsa e attese l'impatto…che non arrivò.
Quando riaprì gli occhi si ritrovò davanti a un treno a vapore che sbuffava, impaziente di partire.
«Wow…» mormorò sottovoce.
Si accorse in quel momento che tutti stavano salutando i loro parenti. Solo che lei non aveva nessuno da salutare. Salì sul treno e sistemò il suo carrello. Si fiondò nel primo scompartimento vuoto che trovò e si mise a guardare fuori dal finestrino, anche se il treno non era ancora partito.
«Mio padre è il Ministro della Magia, perciò sono il più famoso della Scuola. Non mi stupirei se dovesse capitarmi di uscirne a pieni voti» fece una voce fuori dallo scompartimento.
"Vanitoso quanto Andrew Nugator" pensò la ragazza, pensando al parrucchiere del villaggio che passava il tempo a guardare se stesso allo specchio e non quello che stava uscendo della capigliatura del cliente.
«Possiamo sederci qui?» chiese il ragazzo con quella voce, entrando nello scompartimento e sedendosi di fronte a Melody.
«Beh, di solito si chiede prima di compiere l'azione, ma se proprio dovete» rispose lei.
«Henry Travis» si presentò lui, allungando la mano.
«Melody Lestrange» disse lei, senza stringergliela.
Il ragazzo si passò la mano nel ciuffo dei suoi capelli castani.
«Lestrange, eh? Non siete famosi per essere una bella famigliola» disse lui.
I ragazzi alla porta dello scompartimento risero. Quando Melody notò anche la presenza di Adrian, il ragazzo che aveva visto prima, sentì qualcosa simile alla delusione nel suo stomaco.
«Non sono affari tuoi» ribatté lei e tirò fuori dalla tasca quella che credeva fosse la lista per buttarla via. Aveva sbagliato di nuovo: era la fotografia dell'uomo.
«Wow, chi abbiamo qui? Un po' grande per essere il tuo fidanzatino, Lestrange» commentò Adrian, mentre Travis prendeva la foto dalle mani di Melody.
«Ma cosa vai a pensare, idiota! Nemmeno lo conosco!»
«Ah, il vecchio amico di papà. Non mi sorprende che uno sfigato del genere sia nelle tue tasche, Lestrange» disse Travis.
La ragazza afferrò di nuovo la fotografia.
«Non ci provare» disse, cercando di restare calma.
«Nemmeno lo conosci, Lestrange!» esclamò Adrian.
«Andate al diavolo! Entrambi!» esclamò lei, afferrando le sue cose e uscendo dallo scompartimento, sentendo in sottofondo le risate dei ragazzi.
Entrò in un altro scompartimento e appoggiò la testa sul sedile, guardando il panorama con la coda dell'occhio e stringendo la fotografia, anche se ancora non capiva perché ci tenesse tanto.~My space~
Sono già tornata a scassare!
Bene, questo è il primo capitolo del prequel che Giuseppetritto9 e io abbiamo deciso di fare.
Speriamo che vi piaccia!
Giuseppetritto9 e Camy❤
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Billiant|Melody Lestrange [COMPLETA]
FanfictionCi sono delle notti in cui, guardando fuori dalla finestra, ci si sente le palpebre pesanti e tutto ciò che si desidera è buttarsi sul letto, con o senza lenzuola, a dormire. E poi c'erano le notti stellate. Nel 1917 si pensava a ciò che avrebbe com...