Melody passò il resto dell'anno ad alternare momenti abbastanza soddisfacenti (come quando scoprì di essere stata promossa a pieni voti) ad altri in cui le sembrava di toccare il fondo.
Arrivò il giorno in cui sarebbe dovuta tornare a casa.
Si fece forza e mise il libro e i suoi indumenti nel baule.
Il viaggio in treno lo passò a leggere e a fissare il paesaggio fuori dal finestrino.
Quando arrivò a King's Cross si chiese come avrebbe fatto ad arrivare a casa.
I suoi dubbi furono chiariti quando,appena scesa dall'Hogwarts Express,un sorridente Silente le porse la mano.
«Afferra la mia mano»le disse.
Afferrò la sua mano e in un secondo era a casa. Di Silente neanche l'ombra.Aprì il grande portone in legno ed entrò.
Una decina di lettere erano per terra.
In tutte c'era scritto di pagare i cittadini.
Melody ebbe l'impulso di scrivere ad Adrian e di farsi prestare dei soldi.
«No!Devo farcela da sola!»
Ci avrebbe pensato più avanti,però.Salì subito le scale ed entrò nella sua stanza.
Mise il baule sul suo letto ed entrò nel salone.
Le tende erano tutte tirate.
«Diamo un po' di luce a questa casa!»
disse mentre spostava le tende e apriva la finestra.
«Così mi piace! Prepariamo qualcosa!» disse, correndo in cucina e aprendo il mobile dove sua mamma metteva i vari ingredienti per cucinare.
Era tutto vuoto.
Un buon motivo per scendere al villaggio.
Prese un cestino e scese la collina che portava al villaggio.«Ehi,l'orfana è tornata!Dove te ne sei stata tutto questo tempo,signorina?»disse il panettiere brandendo un coltello.
«Ah, sì, diccelo, dove sei stata?»disse il falegname.
«Non sono affari vostri, mascalzoni!»disse Melody a denti stretti.
«È così?!»disse il fabbro,inziando ad avvicinarsi a Melody, seguito da tutti gli altri abitanti del villaggio.
La ragazza fu scaraventata a terra mentre le strappavano di mano il cestino e pezzi del grembiule che aveva indossato poco prima.
«Signorina Lestrange, per l'amor del cielo! Via, maleducati!»disse Jilian, la cuoca che lavorava per la sua famiglia.
«Tutto bene, cara?»chiese a Melody.
«Si, Jilian. Solo un livido. Torno a casa.»rispose lei.
«Ma...»
«Solo un livido» ripeté la ragazza, prendendo di nuovo il suo cestino e andando a casa.Era decisa a raggiungere la biblioteca, ma le gambe le tremavano, così si appoggiò alla porta di Leta e si accasciò a terra:
«Non so cosa fare…» singhiozzò. Chi stava pregando? Nessuno la aiutava. Prese la foto per l'ennesima volta. Perché? Perché, se quel ragazzo conosceva Leta, non andava mai a trovarla? Forse avrebbe potuto aiutarla. O, più probabilmente, non lo avrebbe mai incontrato. Scosse la testa, quasi delusa, e capovolse la foto, mettendola a terra.
Sii gentile e abbi coraggio.
Melody si ripeté quelle parole nella mente, appoggiando la testa alla porta.«Signorina Lestrange?» chiamò Jilian, imboccando quel corridoio. Raggiunse la ragazza e si inginocchiò accanto a lei, porgendole un vassoio.
«Grazie» mormorò lei, prendendo una ciotola di qualcosa che assomigliava a una calda passata di verdura. Non ne vedeva da tempo.
«Di nulla» rispose lei, accennando un sorriso.
Melody aveva sempre visto di rado Jilian, dato che se ne stava sempre in cucina.
«Di solito nessuno mi ringraziava» disse la cuoca, guardando fuori dalla finestra il temporale che da un po' era iniziato.
«Sono la prima, allora» ribatté la ragazza, mangiando.
Rimasero in silenzio per un po'.
«Mi dispiace di non poterla aiutare. Sto partendo» confessò Jilian, abbassando lo sguardo.
«Con Pierre il calzolaio, vero?» chiese Melody, l'ombra di un sorriso dipinta sul suo volto.
«Come fa a saperlo?» domandò la donna, spalancando gli occhi.
«È un piccolo villaggio, Jilian. E certe relazioni durano a lungo» mormorò la ragazza.
«Ha ragione. Chissà, magari anche lei troverà il suo Principe Azzurro!»
«Bleah!» replicò Melody «Mi fanno venire le carie ai denti e salire il diabete nello stesso momento!».
«Questione di gusti» disse la donna, alzando le spalle.«Si sta facendo tardi» disse Jilian dopo un po', alzandosi e prendendo il vassoio.
«Le auguro una splendida vita, Jilian» disse la ragazza. Prese il vassoio dalle sue mani, come per dirle che ci avrebbe pensato lei. La donna sorrise:
«La auguro anche a te, Melody».
Poi se ne andò, lasciando il corridoio e il villaggio.
Melody mise a posto il vassoio e fece per tornare in camera sua, ma avvicinandosi alla porta lanciò un urlo: davanti a lei c'era un uomo biondo, sui quarant'anni, con un occhio diverso dall'altro, ma entrambi chiari.
«Buonasera, signorina Lestrange» disse gelido Gellert Grindelwald.~My space~
TAN TAN TAAAN! Complimenti a Giuseppetritto9, il solito genio della valigia!
Vedreeeete nel prossimo capitolo.
Bye bye!
Camy❤
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Billiant|Melody Lestrange [COMPLETA]
Fiksi PenggemarCi sono delle notti in cui, guardando fuori dalla finestra, ci si sente le palpebre pesanti e tutto ciò che si desidera è buttarsi sul letto, con o senza lenzuola, a dormire. E poi c'erano le notti stellate. Nel 1917 si pensava a ciò che avrebbe com...