Capitolo 8

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Buonasera, dopo mesi e mesi eccovi il nuovo capitolo! Spero non ci siano errori gravi da compromettere la comprensione. Non appena avrò tempo rileggerò tutto e correggerò.

Buona lettura xx

-Vals💕

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ll termine rimembranza significa letteralmente il ricordare associato, nell'uso poetico, alla capacità di risuscitare nella coscienza immagini e soprattutto sentimenti remoti.
Perché sì, è proprio vero ed è meraviglioso come esistano cose nella vita impossibili da dimenticare; la prima parola, le prime amicizie, i primi amori, la prima uscita, il primo bacio e persino il primo cuore spezzato. Le delusioni, gli attimi di gioia, quelli capaci di riempire il cuore fino a scaldarlo.
Ci sono cose impossibili da dimenticare, luoghi che rimarranno per sempre scolpiti nella mente delle persone. Ricordi che sfioreranno i pensieri alla vista di un oggetto, un edificio, una persona.
È difficile dimenticare alcuni dettagli, anche i più piccoli, soprattutto se hanno fatto parte di un qualcosa di davvero grande.
A volte ciò che più si desidera è riuscire a dimenticare esperienze passate. Altre volte, invece, si è felici di poterli ricordare per non commettere nuovamente gli stessi passi falsi. Ma i ricordi fanno male, anche quelli belli, forse sono quelli che feriscono maggiormente perché ricordano che quei momenti non torneranno più. Ci sono stati e sono volati via senza che nessuno se ne accorgesse. Un attimo prima erano lì e rendevano le persone felici, le facevano sentire vive, e un attimo dopo, il vuoto.

Il sole non era ancora sorto, ma Elèna era già sveglia da un paio d'ore. Aveva passato tutta la notte a rigirarsi nel letto cercando di addormentarsi, e ci era quasi riuscita, finché il ricordo di Mr. Styles e di quei baci dati di nascosto, delle frasi sussurrate all'orecchio e dei sorrisi che riservava solo a lei non le avevano sfiorato i pensieri, come ogni notte da quando gli aveva detto addio. Erano passati quasi due mesi dall'ultima volta che i due avevano parlato o si erano visti e non c'era giorno in cui Elèna non pensasse a lui e a tutto quello che era accaduto dopo quel bacio. Avevano deciso di nascondersi da occhi indiscreti, volevano che quell'amore fosse solo loro e di nessun altro. Un segreto che solo loro due conoscevano e che avrebbero custodito per sempre.
Ma poi quella bolla di sapone in cui si erano rinchiusi, lontano dal mondo che li circondava, era scoppiata e la realtà li aveva soffocati e allontanati l'uno dell'altra. Per le prime due settimane Elèna aveva pianto, molto. Poi, con il passare del tempo, era riuscita a controllare le lacrime, o forse, semplicemente, non ne aveva più. Si limitava a soffrire nel silenzio e nel buio della sua camera, mentre il mondo che si trovava al di fuori di quelle quattro mura continuava ad andare avanti senza fermarsi ad aspettarla.
Nonostante la lunga discussione che avevano avuto, con il passare del tempo Mr. Styles non era divenuto uno sconosciuto per Elèna. Continuava a far parte di ogni suo più vivido ricordo e le bastava così poco affinché tornasse a far parte della sua quotidianità, e questa era la cosa che probabilmente più la distruggeva. Per quanto la sua presenza, breve e precaria, nella vita di Miss Collins l'avesse resa felice, era finito tutto talmente in fretta che la giovane ragazza non faceva che chiedersi se fosse realmente esistito un qualcosa. Non sapeva se lo avrebbe incontrato ancora o se ne avrebbe sentito parlare per un'ultima volta, ma sapeva che finché il ricordo di quel giovane dalla bellezza disarmante avrebbe fatto parte di ogni suo giorno, finché sarebbe rimasta traccia di ciò che erano stati un tempo, ci sarebbe stata una parte di lui che non l'avrebbe mai abbandonata.
Ma nel momento in cui i sentimenti verso quel giovane riaffioravano, la ragazza ripensava a quella sera d'estate. Mr. Styles l'aveva raggiunta nel loro "posto segreto", dove si incontravano lontano da tutto e tutti. Era una piccolo angolo di paradiso nella parte più nascosta del viale alberato che lei era solita frequentare. Diversi alberi e cespugli erano disposti a cerchio, creando uno spazio segreto che nessuno a parte loro poteva trovare. La notte, alzando gli occhi verso il cielo, potevano vedere le stelle splendere insieme alla luna. Passavano ore a confidarsi, parlare, baciarsi, amarsi. Spesso lui le leggeva delle poesie mentre lei lo guardava con gli occhi lucidi ma pieni di gioia.
Se solo Miss Collin avesse saputo che quella sarebbe stata l'ultima volta che si sarebbero trovati in quel posto, forse sarebbe stato diverso. Quella sera lui la guardava, ma non come le altre volte. Nel suo sguardo c'era qualcosa di diverso. Paura? Pentimento? Elèna non lo capì mai.
Lei gli sfiorò il viso e in quel momento Mr. Styles sentì qualcosa stingergli il petto. Non poteva dirle la verità, ma se avesse mentito lei lo avrebbe odiato per sempre. La amava, non aveva alcun dubbio a riguardo, e per questo dovette essere sincero con lei. Le disse che lui e i suoi genitori avevano avuto modo di parlare con i Robinson e in particolare con Miss Robinson la quale aveva espresso tutto il dispiacere che provava per averlo lasciato senza dare spiegazioni sufficienti. Delle notti insonni passate a ricordare i giorni con lui, i sorrisi e le emozioni che solo lui riusciva a provocare nel suo cuore.
-Cosa state cercando di dirmi, Harry?- Aveva chiesto Elèna confusa e quasi terrorizzata da quella che sarebbe potuta essere la risposta del giovane.
-Miss Adeline mi ha detto di provare ancora dei forti sentimenti nei miei confronti.- Harry aveva visto le lacrime cominciare a formarsi agli angoli degli occhi della giovane davanti a lui. -Ma io amo voi ed è voi che voglio avere al mio fianco per il resto dei miei giorni.- a quelle parole Elèna aveva tirato un piccolo sospiro di sollievo, ma sapeva che ancora non era finita ed Harry lo aveva notato e non aveva il coraggio di andare avanti perché sapeva quanto questa notizia l'avrebbe distrutta. -Ma non potendo rivelare la nostra storia, ho detto a Miss Adeline che avevo bisogno di prendere del tempo per pensare perché ciò che aveva fatto era stato terribile per me.
La ragazza aveva continuato a fissarlo. Sapeva che Mr.Styles non aveva ancora terminato, ma sperava il contrario, lo sperava con tutto il cuore. -So che avete dell'altro da dirmi, Parlate, vi prego.
Harry non voleva più andare avanti, il solo pensiero di pronunciare quelle ultime parole gli faceva mancare l'aria. Pensare a quanto Elèna avrebbe sofferto, lo distruggeva. La ragazza non aveva distolto lo sguardo in attesa di una sua risposta. -Quando i Robinson sono andati via i miei genitori mi hanno fatto sedere di fronte a loro e mi hanno parlato di tante cose, forse anche troppe e ancor prima che loro cominciassero a parlare sapevo già cosa volessero dirmi.- Harry aveva fatto un lungo sospiro e con il cuore in gola aveva pronunciato le parole che nessuno dei due avrebbe voluto dire o sentire dire dal primo momento in cui si erano guardati negli occhi quella sera. -Dovrò sposare Miss Adeline, che io lo voglia o meno. Non posso decidere, hanno già scelto loro per me...- Il ragazzo aveva visto le lacrime cominciare a scendere senza sosta dagli occhi di Miss Collins e quella visione lo aveva fatto soffrire. Ed era stato in quel momento che si era realmente reso che non poteva arrendersi, non poteva perderla. Così, senza pensarci più di un minuto le aveva chiesto di scappare via con lui. Lasciare tutto e tutti e cominciare insieme una vita altrove, dove nessuno li avrebbe giudicati, guardati con disprezzo. Dove sarebbero potuti essere felici. Elèna aveva riso, ma non era stata una risata di gioia. Ma una di quelle risate nervose, di chi non aveva parole sufficienti per esprimersi, di chi non voleva arrendersi davanti all'evidenza, di chi sapeva come sarebbe andata a finire.
-Non posso fuggire con voi. Non chiedetemelo, vi prego. Spo...- quando aveva pronunciato quelle parole le si era rotta la voce in gola. Aveva fatto un lungo sospiro per poi riprendere a parlare -...sposate Miss Adeline e dimenticatevi di me. Non cercatemi, non scrivetemi, cancellate ogni traccia di me dai vostri ricordi. E adesso lasciatemi andare via, ve ne prego. Non posso più sopportare di trovarmi in questo posto e in vostra presenza. Vi ho amato, molto, ma non è mai stato tempo per noi. La nostra storia era destinata ad essere solo questo, nostra.- Dopo quelle parole Miss Collins era fuggita, lasciandosi il giovane Styles alle spalle. Non si era più voltata per guardarlo. Quello era stato l'ultimo giorno in cui l'aveva visto.

Quel lungo periodo di tristezza aveva fatto comprendere a Miss Collins quanto l'amore, seppur bello, pieno di emozioni indimenticabili, di attimi di pura felicità, fosse anche ciò che più faceva male. Era come se fosse stata risucchiata in un buco nero. Non aveva via d'uscita e questo le faceva mancare l'aria.

Quando comprese che non avrebbe più ripreso sonno, Elèna si alzò dal letto e scese al piano di sotto. Mentre percorreva il lungo corridoio si fermò per un istante davanti alle porte del grande salone, quello in cui non era più entrata dopo quella notte, uno dei posti che più le ricordava Mr.Styles. Quella era divenuta la stanza della casa che Elèna avrebbe evitato fino alla fine dei suoi giorni. Aprì una porta ed entrò in una piccola stanza piena di quadri che le davano un tocco di luce e di vivacità. Era uno dei suoi posti preferiti della casa, quello dove sua madre era solita dipingere. Sin da quando Elèna era una bambina, Jocelyn aveva provato a trasmettere la stessa passione per il disegno e la pittura, ma lei all'arte preferiva la poesia o la musica. Così, quando espresse il desiderio di avere una grande libreria, il padre fece costruire quella che adesso si trovava nel salone principale della casa e spesso Elèna si richiudeva lì per intere giornate, perdendosi tra le pagine dei libri che i suoi genitori le avevano regalato nel corso degli anni.
Con il tempo aveva imparato a leggere anche fuori da quello che sembrava essere divenuto il suo guscio. Si fermava sotto i viali alberati, nei piccoli bar vicino casa, a volte anche sui gradini di casa. Era riuscita a creare un mondo tutto suo, al quale solo lei poteva avere accesso. Era l'unico posto dove sapeva non avrebbe mai sofferto.
Ma nel momento in cui Mr.Styles era entrato a far parte della sua vita, era come se avesse fatto ingresso anche in quel piccolo angolo di "mondo" che Elèna aveva riservato solo a se stessa, portando luci e sensazioni nuove, colori brillanti e nell'esatto istante in cui aveva smesso di farne parte, c'era solo il buio.
Si sedette su di uno sgabello che si trovava di fronte ad una tela bianca come il latte e rimase a fissarla per un paio di minuti. Sognò di potervi dipingere tutto quello che non riusciva ad esprimere a parole. Per un attimo si pentì di non aver mai imparato a dipingere, magari l'avrebbe liberata dal peso che gravava continuamente sul suo petto, e anche se solo per qualche minuto, l'avrebbe fatta sentire più leggera.
Allungò una mano e prese un pennello. Era nuovo, probabilmente la madre aveva intenzione di usarlo di lì a poco. Lo fece passare fra le dita, chiuse gli occhi e delicatamente cominciò a farlo scorrere sulla tela. Sapeva bene che non le avrebbe dato alcun colore, ma nella sua testa tutto era ben definito.
C'era un immagine di una giovane ragazza con un libro in mano. Stava leggendo con passione e accanto a lei era seduto un giovane dagli occhi verde smeraldo. Era elegante, posato e dalla bellezza disarmante. I due non si guardavano né si parlavano, ma anche il più ingenuo tra gli osservatori sarebbe riuscito a capire tra quei due giovani c'era qualcosa. I loro corpi dicevano tutto quello che le loro bocche ed i loro occhi continuavano a tacere.
Ma tutto d'un tratto quell'immagine scomparve. Elèna fu distratta da una voce che la riportò alla realtà. Quando si girò una figura si trovava appoggiata ad un alto della porta. -Troppi pensieri?
Suo padre la guardava con un leggero sorriso in volto. -Nulla di particolarmente importante.- Rispose Elèna ricambiando il sorriso. -Avevo poco sonno e mi sono ritrovata a girovagare per i corridoi, un po' come quando ero piccola.
Il padre allungò una dito nella sua direzione. -Sai, sono quasi sicuro che quello non sia il modo adatto di dipingere.- Indicò il pennello e gli occhi di Elèna si spostarono velocemente sulla mano che continuava a stringerlo come fosse una bacchetta magica, una di quelle in grado di cambiare ogni cosa. Lo posò dove lo aveva preso e si alzò dallo sgabello.
-Sì, ecco io...- Lei e suo padre avevano un rapporto molto speciale, una stupenda complicità e in quel momento era terrorizzata dall'idea che lui potesse leggere attraverso i suoi occhi tutto ciò che la turbava -...forse è meglio che torni in camera, magari riuscirò a riposare ancora per qualche ora.- Sorrise e cercò di sorpassare la figura del padre, ma lui le prese delicatamente il braccio fermandola.
Elèna cercò di distogliere lo sguardo, non era ancora pronta ad affrontare nessun discorso che potesse ricondursi al giovane Styles. -Figlia mia, con molte probabilità ti conosco più di quanto possa conoscere me stesso e so bene che ultimamente c'è qualcosa che ti turba, ma sono anche certo del fatto che se dovessi chiederti cosa stia accadendo nella tua vita in questi ultimi mesi, non riceverei alcuna risposta se non il silenzio da parte tua. Perciò, voglio che tu sappia che in qualsiasi momento io sarò qui per te. Quando ti sentirai pronta di affrontare ciò che più ti sta facendo soffrire, sarò pronto a condividere le tue sofferenze e ad alleggerire il tuo cuore.
Elèna non rispose alle parole del padre, ma ne fu profondamente commossa. Lo abbracciò, fu uno di quegli abbracci che sembrano durare anni e che racchiudono tutte le insicurezze, i dolori e i pesi che chiunque porta dentro di sé. Il padre la avvolse tra le sua braccia, nel tentativo di proteggerla dal mondo che la circondava e la feriva giorno dopo giorno. E come quando era solo una bambina spaventata dal buio, rimase in quell'abbraccio caldo, rassicurante e pieno d'amore.

Burning flame || H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora