II

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Mi svegliai sul solito palco, nella stessa oscurità con lo stesso e medesimo aspetto orripilante.
Le risate erano diventate piú assordanti del solito.
Ormai sull'orlo di un esaurimento, le lacrime iniziarono a coprirmi le guance e a scendere imperterrite.
Ad un certo punto la vista mi si offuscó.
Poi all'improvviso tutto divenne silenzioso.
Stupita mi guardai intorno e vidi una persona venire nella mia direzione.
Essa mi porse dolcemente la mano, ma decisi di non afferrarla.
"Stai bene?"
Dalla voce capì che si trattava di un ragazzo.
Quando fu ad un passo da me lo riconobbi...
"Jude!"
Urlai svegliandomi di soprassalto.
Subito arrossì per il nome che avevo pronunciato, poi afferrai in velocità il cuscino e, con la faccia di un colore somigliante a quello di un peperone, mi coprì il viso per l'imbarazzo.
Era da ormai una settimana che facevo lo stesso sogno.
Guardai la sveglia alla mia destra: essa segnava le 7 e 45.
"Cazzo, sono in ritardo!"
Sbraitai e corsi in bagno a prepararmi.
Prima di uscire presi del pane e me lo schiaffai in bocca, per poi accorgermi di un biglietto sul tavolo.

"Scusa tesoro se non ti ho svegliata, io e tuo padre siamo ad una conferenza fino alle due.
Baci, mamma"

"Poteva anche avvertire!"
Sbofonchiai con il cibo in bocca.

Durante il tragitto, caddi un paio di volte, sbucciandomi entrambe le ginocchia.
Insomma, partiamo bene direi.
Ad un certo punto vidi la scuola in lontananza, perciò spolverai la gonna e sistemai i capelli per rendermi presentabile.
Celia, almeno penso si chiami cosí, una delle manager, mi notó e si avvicinò per salutarmi.
"Ciao!"
"Ciao"
Ricambiai il saluto con un gesto della mano.
"Anche tu in ritardo?"
"Cosí sembra"
Mi sorrise e insieme raggiungemmo l'atrio per poi dividerci nelle rispettive classi.
Appena varcai la soglia della porta dell'aula, sospirai pesantemente, facendomi notare da Mark.
"Ciao Akemi!"
"Ciao Mark"
Ricambiai riprendendo fiato.
"Buongiorno"
Questa volta la voce non era di Mark, bensí di Jude.
Alzai la testa e, rossa per l'imbarazzo, salutai con la mano, ridacchiando nervosamente.
"Che figura di merda", pensai irritata, direi che siamo giá a due slap face. (Schiaffo sulla fronte)
A noi si aggiunse anche Axel.
All'arrivo della professoressa di inglese, tutti raggiungemmo i nostri banchi.
Sono sempre stata brava in inglese, prendevo voti alti nonostante non avessi mai aperto un libro.
Lo chiamerei "talento naturale".
La prima ora trascorse velocemente, il problema fu alla seconda.
Il professore di turno tiró fuori l'argomento "sogni" e ci diede il compito di comporre un tema.
Ripensai al mio risveglio traumatico e arrossì di colpo, nascondendomi dietro al libro di testo.
Durante l'intervallo raggiunsi la classe di Celia e Silvia grazie a Nelly, che passò davanti all'aula della mia classe per andare in bagno.
Di colpo, la strattonai verso di me e, insieme, raggiungemmo le altre due managers.
Parlottammo tra noi per un po', ma poi mi sentí leggermente osservata ed iniziai a guardarmi intorno.
Non vidi nulla, perciò tornai alla conversazione.
Era bello avere delle amiche, anche se non penso che sia il termine piú adatto al nostro rapporto.
Forse sarebbe meglio...
Compagne?
Potrebbe andare.
Tornai in classe e aspettai la fine delle lezioni.

Il pomeriggio non avevamo allenamento, perciò decisi di iniziare subito i compiti.
Mi fermai in una stanza del club di calcio, dove ci eravamo fermati perché Mark e gli altri volevano fare due tiri.
Non ne avevamo molti, di conseguenza li avrei terminati in poco tempo se non fosse stato per quel dannato tema.
Al contrario delle mie compagne, rimasi fino a tardi a pensare a cosa scrivere.
Ormai sull'orlo di uno svenimento, qualcuno bussò alla porta e mormorai un "avanti" in modo disperato.
Entrò Jude e prese la sua felpa.
Prima di andarsene mi guardò curioso.
"Che stai facendo?"
Chiese con un sopracciglio alzato.
"Ecco... Volevo finire i compiti per domani ma... Ho alcuni problemi con questo tema"
Risposi un po' imbarazzata.
Cavolo, sto facendo trapelare la mia vera natura da imbecille...
Perché non riesco a nasconderla?
"Fammi vedere. Ti dó una mano io"
Si avvicinò al tavolo.
"Cosa?!"
Mi innervosí e cominciai leggermente ad arrossire.
"Ah, giusto. Mi ero scordato del tema sui sogni. Allora, qual è il problema?"
"Non saprei... Semplicemente non so da dove iniziare"
Abbassai lo sguardo sul mio quaderno.
"Allora... Raccontami un tuo sogno"
Si sedette accanto a me e si avvicinò con la sedia.
Il mio cuore inzió a battere velocemente e il mio respiro si fece sempre piú irregolare.
Posai una mano sul petto e provai a calmarmi.
"Tutto bene?"
Si sta preoccupando per me?
"S-Sí, tutto bene. Mai stata meglio"
Mentí.
Che strano non mi ero mai sentita così... Che mi sta succedendo?
"Dove eravamo?"
"Mi stavi per raccontare un tuo sogno"
Avvampai ed arrossì violentemente.
Cavolo che imbarazzo!
Jude mi guardò stranito.
"Allora, praticamente io di solito sogno..."
Raccontai il mio incubo ricorrente a Jude, ovviamente omettendo la parte dove lui mi tende la mano.
All'inizio rimase sorpreso, poi mi diede alcuni consigli.
Insieme scrivemmo un bel tema.
Quando ci separammo gli sorrisi e lo ringraziai, giurerei di averlo visto arrossire.
Mi diressi verso casa con il suo viso imbarazzato in mente.

Il giorno seguente consegnai il tema al professore, poi guardai Jude, che rispose con un pollice in sú.
Durante l'intervallo, appena vidi Celia, Silvia e Nelly le invitai ad un pigiama party per "confrontarci".
Avevo assolutamente bisogno di parlare con loro riguardo ai miei "problemi cardiaci".
Ero seriamente preoccupata di avere una qualche malattia strana.

La sera preparai la mia camera per renderla il più confortevole possibile.
Appena udì il campanello corsi ad aprire e mi trovai davanti Silvia e Celia, poco dopo arrivò anche Nelly.
"Scusate se vi ho invitate qui all'improvviso, ma avevo bisogno di parlare con qualcuno"
Loro annuirono e mi seguirono in camera.
Dopo aver posizionato i borsoni in un angolo della stanza, iniziammo a parlare.
Raccontai loro ciò che era successo durante la composizione del mio tema.
"Non me ne intendo, chiedi a loro"
Disse Nelly mettendo le mani avanti.
"Silvia, lo pensi anche tu vero?"
Disse Celia guardando Silvia in modo complice per poi indicarmi insieme.
"Credo di aver capito"
Ridacchiò Nelly.
"Cosa?"
Chiesi confusa.
"Possibile che tu sia così stupida?"
Silvia mi guardò storto, poi sospirò.
"Secondo me ti piace mio fratello"
Celia si portò una mano alla bocca per trattenere le risate e mi guardò con una faccia pervertita.
Arrossì e balbettai parole senza senso.
Non ero mai stata così imbarazzata in vita mia.
"Ma se lo conosco da nemmeno una settimana!"
Provai a giustificarmi.
"E allora?"
"Ricorda che l'amore non ha tempo"
Canticchiò Silvia.
Nelly stava ridendo di gusto a questo siparietto comico.
Presi un cuscino e glielo lanciai in faccia.
Nelly lo raccolse ed iniziammo una guerra con i cuscini.
La mia faccia ritornò lentamente al suo colore originale.
Quando ci stancammo, giocammo ad obbligo o verità.
Alla fine venne fuori che a Nelly piace Mark, che a Silvia piace Erik e che a Celia invece non piace nessuno.
Così si rattristò e, per rassicurarla, ci buttammo tutte e tre su di lei per farle il solletico.
Ci addormentammo sfinite ma felici, e fu così che passò tutta la notte.

Spazio autrice
Scusatemi per eventuali errori, appena ne trovate uno vi prego di segnalarlo.

L'apparenza inganna || {Jude Sharp × Oc} #Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora