La valigia era chiusa da un lucchetto in ferro. Solano si avvicinò. Non aveva la più pallida idea di dove fossero le chiavi. Pensò ad un tratto che potessero essere in qualche modo nei dintorni dei quello scantinato. Appoggiò il lume a terra e cominciò a cercare come un forsennato tra gli scaffali scaffali in ferro. Rovistando e rovistando ad un certo punto in mezzo a dei fascicoli impolverati trovò una chiave mezza arrugginita. La prese e provò ad inserirla nel lucchetto ma nulla, la valigia non si aprì.
Solo dopo aver provato un mucchio di volte Sol si rese conto che quella non era la chiave giusta. Doveva essercene un'altra. Sol imperterrito proseguì la sua ricerca. Dopo aver rovistato per tutta la stanza e aver perso molto tempo prezioso non aveva ancora trovato nulla. Aveva cercato praticamente dappertutto tra i vari cimeli e cianfrusaglie. Era stanco. S'inginocchiò ed appoggiò la sua schiena al muro. Ad un tratto espirò con lo sguardo nel vuoto ed appoggiò una mano sulla fronte. Era disperato.
Juno ad un certo punto focalizzò qualcosa. La sua attenzione era rivolta ad una foto incorniciata da un quadretto che era proprio di fronte a lui sugli scaffali. L'aveva già visto quel quadretto ma non vi aveva posto attenzione veramente. Si rimise in piedi sollevandosi da terra con le braccia, si avvicinò e lo prese nelle sue mani per osservarlo meglio.
Era una foto del suo regno, di Sahade, ed era una foto che era stata scattata da suo padre quand'era piccolo. La Nella foto c'era lui e suo fratello vicino ad un elicottero con suo padre accanto e vicino c'era la sua casa di paglia e fango con sua madre felice che sorrideva accanto ad un elefante azzurro. Nella mente di Solano sembrò quasi che il tempo si fosse congelato di fronte a quella fotografia. Erano tante le memorie recondite. Era passato tanto tempo e tante di quelle situazioni erano accadute.
Mentre teneva il quadretto in mano Sol ad un tratto con le dita percepii qualcosa, come un oggetto. Solano girò il quadro e ben presto si rese conto che vi era una chiave, appesa ad un gancetto. Fu colto da una sensazione istintiva. Corse fulmineamente daccapo verso la valigia. La inserì nella serratura. La valigia si aprì.
Euforico Sol cominciò a rovistarci dentro nella speranza di trovare ciò che cercava. Notò subito che all'interno del Baule c'erano diversi libri sparsi, ma della mappa del castello di Erodhorn non c'era ancora traccia. Ci sbuffò sopra per cercare di distogliere l'attenzione dalla sua fatica. Ad un tratto il lume si spense e sentì qualcuno posare le sue braccia sulle sue spalle. "Non preoccuparti figlio mio... troverai ciò che cerchi... e tu Juno, aiutalo!" "Chi - chi è?" domandò Sol in pieno stato di agitazione. Fu colto come da un fremito. Quella voce era a lui familiare. "Papà sei tu?""Papà?" Chiese il ragazzo. Percepii il vuoto del silenzio ed una sensazione di calore lo avvolse per il corpo. Il lume tutto ad un tratto riprese a funzionare tornando ad illuminare daccapo la stanza.
Grazie alla luce notò tra le pagine chiuse di un libro che era tra gli altri all'interno del baule, la sporgenza di un di un vecchio foglio ingiallito racchiuso tra le pagine di esso. Sporgeva infuori solo per un angolino. Sol pizzicò il foglio con le dita tirandolo via di scatto. Il movimento produsse della polvere che fece tossire Juno. Il foglio era rettangolare e ripiegato su più fogli. Lo aprì. Era una mappa. La mappa del castello di Erhodorn.
Sol prese il lume sollevandolo da terra e lo appoggiò ad un angolo sulla scrivania. Pose la mappa al centro ed iniziò ad osservarla. Scorreva il dito da destra a sinistra e da nord a sud cercando di trovare un passaggio sicuro tra i vari ingressi del castello. Passò molto tempo per elaborare una strategia valida. Alla fine dello studio giunse ad una conclusione: C'era un solo "tallone d'Achille". Un solo punto debole da dove si sarebbe potuto intrufolare nella fortezza di Erhodorn. Era un lato cieco dove le guardie non potevano vedere, ma solo se qualcuno vi fosse arrivato dall'alto.
Ci pensò per un bel po su. Sol ruotò la testa in direzione del quadro e lo osservò con maggiore attenzione. Focalizzare quella immagine gli aveva già portato fortuna.
"Eureka!" ribadì Solano per la terza volta. "Ma certo posso rimettere in funzione il mio aereo!" Proseguì dicendo.
Quand'erano ancora ragazzini Sol e Fol avevano deciso di costruire un aereo: Un biplano interamente di cristallo sul quale avevano montato un motore e della grandi eliche di metallo per volare. Il padre di Solano li aveva aiutati nella costruzione dell'opera. Con esso si divertivano a librare tra le montagne e gli altipiani. Il mezzo era tenuto nascosto in una grotta in un posto segreto che solo loro due conoscevano e sin dalla morte del padre di Sol non veniva ormai più utilizzato. Era quella la soluzione più saggia. Sorvolare il castello ed atterrarvi nel suo lato cieco.
Solano decise che avrebbe recuperato il mezzo quella notte stessa. Solano risalì la botola e camminò verso l'uscita della casa. Diede uno sguardo verso la cucina e notò che non c'era nessuno. Si recò in camera da letto e vide sua madre nel letto che dormiva e pertanto si rassicurò. Solano poi andò nella sua stanza, e senza cercare di far rumore preparò uno zainetto dove mise alcuni oggetti che gli sarebbero potuti tornare utili ai fini dell'impresa: una torcia, una corda, un martello, un coltello, una bussola per orientarsi, dell'acqua e qualcosa da mangiare. Uscì di casa e s'incamminò verso la sia meta. Si ricordava perfettamente dov'era quel luogo. Solano camminò per un bel po con lo zaino in spalla orientandosi con la bussola. Era notte fonda ormai. Finché Sol avesse raggiunto la sua destinazione si sarebbe fatto sicuramente già mattina.
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Il mondo dei due regni di fango e di neve
FantasyDue regni: uno di fango ed uno di neve. Una regina rapita. Una potente maledizione. Potrà mai il libro di Archubar grazie al suo potere magico cambiare le sorti di un tragico destino? Una storia originale con ambientazioni suggestive e personaggi c...