Capitolo 10

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All'indomani raggiunse il luogo che cercava. Era una grande caverna. Era semibuia e la torcia sarebbe tornata utile allo scopo. Solo non sapeva se l'aereo era ancora lì dopo tutti quegli anni, ma sorprendentemente fu così: L'aereo era ancora là. Tuttavia Solano non sapeva se funzionasse ancora. Il metallo dell'aereo ormai era mezzo arrugginito. Non rimaneva che provare.

Per prima cosa avrebbe dovuto portare il mezzo fuori di lì cosicché lo tirò fuori dalla caverna con la corda ancorata vicino ad un gancio, che era attaccato sulla parte anteriore del mezzo. Non appena lo ebbe tirato fuori con fatica la cabina di cristallo del velivolo s'illuminò al sole di una luce folgorante. Solano aprì la cabina e vi balzò all'interno.

Sol appoggiò le mani sulla cloche e chiuse la cabina di cristallo. Ruotò la chiave di accensione. Al primo tentativo il velivolo sembrò non volerne sapere nulla di accendersi. Ma sol, determinato riprovò una seconda volta. Niente ancora. E poi una terza. Con enorme stupore al terzo tentativo il mezzo si accese. Le eliche iniziarono a roteare velocemente procurando un enorme frastuono nell'aria.

"Ci siamo piccola" pronunciò "Adesso non mi deludere!"

L'aereo si sollevò da terra e slittò in avanti lontano dal dirupo dov'era fermo. Sol sapeva già la meta verso dove era diretto: Il castello di Erhodorn.

Dapprima Solano con il suo aereo sorvolò l'area del Castello. Guardò attraverso i vetri della cabina di comando ed infine verso il basso. Notò alcuni animali selvaggi sparsi che brancolavano indisturbati nel deserto.

L'altipiano visto da quell'altezza era affascinante e così piccolo allo stesso tempo. Identificò quindi il suo obiettivo: Avrebbe dovuto atterrare secondo i piani sul lato est del Castello, laddove non c'era copertura difensiva da parte dei soldati del re. Le guardie infatti si trovavano solo sul lato ovest - ovvero il lato che era orientato verso la città - il lato est invece si affacciava a strapiombo sul mar salato.

Il mare con le sue onde si abbatteva fragoroso contro le gigantesche rocce che facevano da base all'altipiano su cui si trovava il castello di Erodhorn. Le guardie del castello camminavano avanti e dietro in allerta con passo lento sul bastione, impugnando le loro lance appuntite. Di tanto in tanto si affacciavano dalla torre guardandosi attorno, per verificare che non ci fosse nessun nemico. Una volta verificato ciò continuavano tranquillamente a camminare.

Solano contò fino a tre e schiacciò la leva del velivolo. L'aereo s'inclinò a strapiombo verso il basso. Dapprima il castello era un puntino poi diventò sempre più grande e con l'ingrandirsi di esso, Solano fece sì che diminuisse anche la velocità di atterraggio del velivolo. Doveva assicurarsi di fare un buon atterraggio. Adesso era il momento più delicato per lui.

Solano si sistemò il casco protettivo sulla testa. "Ecco ci siamo" Esclamò.

Guardò ancora una volta verso il basso. Doveva scendere quasi al livello del mare per assicurarsi di non essere visto. Tuttavia proprio nel momento in cui il velivolo si trovava quasi vicino alla piattaforma rocciosa, una botta di vento impetuosa lo investì.

L'aereo dapprima ondeggiò oscillando da destra a sinistra, poi scivolando velocemente fu sbalzato quasi vicino alle rocce. Solano con una miracolosa freddezza riuscì a spostare la leva di comando per far fronte a quella situazione d'urgenza, forzando il mezzo a girare nel senso opposto. Come risultato il mezzo non si schiantò per poco. Solano era riuscito a scamparla. Subito dopo essersi salvato da quella brutta situazione Solano si tranquillizò. Tirò un sospiro di sollievo, dopodiché planò ancora di poco verso il basso e quindi fece atterrare il velivolo sul castello.

Ormai era a terra. L'aereo si trovava poggiato al centro di una piattaforma rocciosa orizzontale. Solano si tolse l'elmetto protettivo ed aprì la cabina di comando. Balzò quindi in fuori e si guardò intorno a trecentosessantagradi per assicurarsi che nessuno l'avesse visto.

Una volta assicuratosi di ciò, rapidamente prese il suo zaino e si affacciò verso l'ingresso Est del Castello, com'era previsto dai piani, e che secondo la mappa si affacciava in una torre con delle scale a chiocciola, che l'avrebbero condotto verso la parte più alta della struttura.

Perciò dopo aver dato un ripasso veloce al percorso da seguire sulla mappa, accese il lume e s'introdusse nell'oscuro ingresso. Mentre camminava Solano faceva luce sulla mappa per essere sicuro di dove stesse andando precisamente. Quindi iniziò a percorrere di fretta tutte le scale a chiocciola del torrione.

Mentre saliva ad un certo puntò Sol udii dei rumori e subito dopo alcune voci come in una sorta di eco lontano. Si fermò di colpo. Pensò subito che potessero essere alcune guardie. Il pericolo incombeva.

I rumori si facevano sempre più forti e con essi anche la sua preoccupazione. Udì come un rumore di passi. Le guardie stavano percorrendo a ritroso il bastione e qualora non si fosse nascosto l'avrebbero scoperto. A quel punto Sol iniziò a scendere in fretta e furia - ma cercando di non fa rumore - le scale. Trovò un anfratto. Era un quadrato che si trovava nelle rocce dove si trovavano alcuni vecchi arnesi e cimmeli, tra cui anche alcune armi. Tra di essi c'era anche un sacco. Spostò gli arnesi cercando di non far rumore, si rannicchiò e si coprì interamente con il sacco utlizzandolo come coperta. Lo stratagemma funzionò.

Le guardie dopo alcuni secondi passarono oltre quel punto. Non appena Sol non udii più i rumori dei passi uscì allo scoperto e ricominciò a salire per il bastione.

Mentre saliva ad un certo punto superò una grata con delle sbarre. Al momento non ci fece caso e proseguì dritto nel salire il bastione. Ma ad un certo punto si sentii chiamare.

"Hey Hey tu aiutami! Ti prego!"

Sembrava la voce di una donna. Solano tornò subito indietro e sbirciò cercando di capire a chi appartenesse quella voce senza esser visto.

Alle sbarre in ferro erano serrate due mani gentili di una donna bionda, magra vestita con una veste bianca. La donna aveva dei capelli lunghi e raccolti in trecce.

"Ti prego sono prigioniera Salvami. Sono la regina di SAHADE."

Solano fece una smorfia di stupore.

"Come posso fare per liberarti?" Chiese Solano.

"Le chiavi sono in mano alle guardie" Rispose la regina.

"Trovare un arnese per tagliare queste sbarre sarebbe troppo rumoroso"

"Già comunque le guardie sorvegliano questa prigione 24h su 24 ma di notte io a volte canto e posso assicurarti che è capitato che le guardie si addormentassero qualche volta"

"Se puoi aspettare, stasera roverò a farle addormentare cantando una canzone..."

"Buona idea ma non c'è tempo devo trovare anche il mio amico Folano. Anche lui è qui prigioniero"

"Devo trovare un'altra soluzione. Dovrai aspettare ancora. Sai percaso dove si trova il Libro di Archubar? Potrebbe essere una soluzione."

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 26, 2020 ⏰

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Il mondo dei due regni di fango e di neveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora