La prima volta

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Capitolo riguardante la prima volta di Scorpius Malfoy e Rose Weasley, avvenuta in un momento imprecisato dopo che essi si erano rimessi insieme il mese di Maggio, prima della terza prova.

-Come fai a sapere quando è arrivato il momento giusto per... beh fare quel passo?- chiese Rose Weasley lanciando un'occhiata al suo ragazzo, Scorpius Malfoy, intento a rincorrere e bagnare Albus Potter sulla riva del Lago Nero.
Camille Finnigan chiuse il libro che stava leggendo, facendo schizzare in alto il sopracciglio sinistro e increspando le labbra in un sorriso malizioso.
-Quale passo Rose?- le chiese maliziosa.
Rose la guardò male, chiedendosi perché dovesse farglielo dire ad alta voce.
-Cami sai cosa intendo-
-In realtà no-
La rossa alzò gli occhi al cielo, arrossendo leggermente.
-Quando è arrivato il momento per andare oltre- disse -per... concedermi a lui-
-Come mai lo chiedi a me?-
-A parte il fatto che sei la mia migliore amica e sui libri non c'è scritto niente di niente?- fu il turno di Camille di arrossire -inoltre so che tu e Al...-
-Oh stai zitta!- sbottò la castana.
Rose scoppiò a ridere.
-Comunque- spiegò Camille -devi capirlo tu.
Il momento giusto non esiste.
È qualcosa che senti dentro e ti fa capire che il momento è arrivato-
-E se lui non mi considerasse pronta?- sussurrò Rose -E avesse paura che voglio andare a letto con lui solo per soddisfarlo?-
L'amica le poggiò una mano sulla spalla, sorridendole gentile.
-Non accadrà- le disse -perché lui sa che se tu vuoi andare oltre è perché lo vuoi davvero, non perché vorresti compiacerlo a tuo discapito-
Rose chinò gli occhi, imbarazzata.
-La verità è che ho paura- confessò.
Camille sbattè le palpebre poi la guardò comprensiva.
-È normale- disse -anche io ne avevo-
La rossa alzò lo sguardo, fissandolo in quello castano scuro dell'amica.
-Farà male?- le domandò.
La castana la guardò intensamente.
-Tu lo ami?- le chiese.
Rose distolse lo sguardo, andandolo a posare su Scorpius.
Anche il ragazzo la stava guardando, e le sorrise dolcemente.
-Lo amo- dichiarò -come non ho mai amato nessun altro-
Il volto di Camille si aprì in un sorriso fiero.
-Allora non farà male- disse.

******

Quel sabato, soffiava un fresco venticello primaverile, sul cortile di Hogwarts.
Rose Weasley e Scorpius Malfoy erano intenti a leggere due libri separati, persi nei loro pensieri.
O meglio, il ragazzo, appoggiato ad una delle colonne portanti del porticato, stava cercando di prevedere il finale del libro che stava leggendo.
Lucie Manette avrebbe scelto Sydney Carton o Charles Darnay?
Era stata la sua fidanzata a consigliargli quel libro, Racconto di Due Città, e lui se ne era innamorato.
Come di ogni cosa che la ragazza gli consigliava del resto.
Mentre i pensieri di Rose non erano affatto riguardanti il libro che stava leggendo, Cime Tempestose, ma erano per lo più rivolti al suo fidanzato.
Lo osservava e non poteva fare a meno di pensare a quanto fosse bello.
E tremendamente più esperto di lei in certe situazioni, come quelle a cui stava pensando.
Perché avrebbe dovuto fare lei il primo passo?
Camille le aveva consigliato di lanciare a Scorpius segnali, gesti che lo avrebbero indotto a capire quali fossero le intenzioni di Rose.
Ma cosa avrebbe dovuto fare?
Lei non era sensuale né suadente, né sapeva come fare per diventarlo.
Almeno per qualche minuto.
Giusto il tempo di far capire al ragazzo le sue intenzioni.
Mentre si arrovellava con questi pensieri, Scorpius era arrivato ad un momento critico del libro.
E avete fatto divampare questo mucchio di cenere che sono.
Alzò lo sguardo per commentare la citazione con Rose quando la vide arrotolarsi una ciocca di capelli rossi tra le dita, segno che era nervosa.
Chiuse con un tonfo il libro, cosa che le fece alzare lo sguardo allarmata.
-Okay- esordì Scorpius -tu hai qualcosa che non va-
Rose scosse la testa, arrossendo lievemente e tornò a posare lo sguardo sul suo libro.
-Sono cinque minuti buoni che sei ferma sulla stessa pagina e poi sei nervosa- continuò lui
-c'è qualcosa che ti preoccupa?-
-No, davvero- lei si sforzò di sorridergli
-va tutto bene-
-Sicura?-
-Si, certo. Sarà che questo libro non mi ha preso come gli altri-
Scorpius inarcò un sopracciglio, con un sorriso divertito.
-Solo una settimana fa mi hai detto che era un libro stupendo!- le fece notare.
-Oh-
Rose ammutolì.
-Sai che puoi dirmi se c'è qualcosa che non va, non è vero?- le sussurrò posandole un bacio sulla fronte e accarezzandole lo zigomo.
La ragazza fece un respiro profondo e lo guardò negli occhi.
Occhi azzurri come il mare incatenati ad occhi grigi con scaglie azzurre, come uno squarcio di cielo dopo la tempesta.
-Voglio che la mia prima volta sia con te- gli sussurrò.
Lui sgranò gli occhi.
-Parli sul serio?- sussurrò -Vorresti concedermi questo onore?-
Rose si lasciò scappare una risatina.
-Come sei formale- commentò piano, arrossendo leggermente.
-In realtà ti ho vista nervosa e volevo farti ridere-
Senza riuscire a trattenersi, lei gli diede un piccolo bacio a fior di labbra.
Scorpius le accarezzò dolcemente la guancia sinistra, sfiorandogliela delicatamente e senza fretta.
-Sicura di volere che la tua prima volta sia con me?- le mormorò.
-Tu non lo vuoi?- fece lei.
-Merlino Rose, a questo punto avresti dovuto capire che ti desidero da non so quanto tempo però ho voluto aspettare per te-
-Ora non dovrai più aspettare-
Lui le fece un sorriso malizioso e la sollevò dalla panchina su cui erano seduti, prendendola in braccio.
Le braccia di Rose si allacciarono automaticamente al collo di Scorpius mentre le braccia del ragazzo erano una sotto le gambe e una sulla schiena di lei.
La ragazza scoppiò a ridere.
-Ma cosa stai facendo Scorpius!- esclamò 
-Penseranno tutti male se ci vedono così-
-Effettivamente il loro pensiero non sarebbe sbagliato no?- disse lui di rimando.
Lei gli diede un tenero scappellotto.
-Stai tranquilla, è tardo pomeriggio e quindi sono tutti al Lago Nero- le disse -nessuno farà caso a noi-
Negli occhi di Rose calò un lieve strato di paura.
Il momento era arrivato.
Poi però, posando una mano sulla guancia di Scorpius, capì che non era paura, bensì un senso di impazienza che le faceva fremere il corpo.
Lui, accorgendosi del contatto, chinò di poco la testa e le baciò il palmo.
Rose rabbrividì.
Non sentì nemmeno Scorpius pronunciare la parola d'ordine per entrare nella sala comune di Serpeverde, né delle rampe di scale a chiocciola che percorse per portarla verso il suo dormitorio.
Le venne in mente quando, mesi prima, era entrata in quella stessa stanza e non aveva fatto in tempo a scorgere i volti nella foto sulla scrivania di fronte al letto del ragazzo, perché lui era corso e l'aveva fatta cadere.
In quel momento però, ancora in braccio a lui, la vide chiaramente.
Ritraeva loro due, al compleanno di Rose, in crociera.
Lei chinava lo sguardo, arrossendo ad un complimento di Scorpius, e lui si fermava a contemplarla, con uno sguardo ricco di amore.
Il ragazzo la adagiò delicatamente sul letto, sopra il copriletto verde-argento e si prese qualche istante per osservarla.
Le morbide onde che i suoi capelli rossi avevano, ora sparpagliati intorno al suo viso come una delicata aureola.
La particolare sfumatura di azzurro dei suoi occhi.
Amava ogni parte, ogni centimetro, ogni millimetro del corpo di Rose.
Se avesse potuto, l'avrebbe guardata per sempre.
Avrebbe osservato la delicata sfumatura di rosso che le sue guance assumevano se le si faceva un complimento, la rughetta tra le sopracciglia che le si creava quando era concentrata e la fossetta che le si creava sulla guancia destra quando sorrideva.
Le sorrise con fare rassicurante, notando il suo corpo leggermente in tensione e Rose cercò di rilassarsi.
Sembrò prendere coraggio perché gli sbottonò la camicia con una sicurezza che lei stessa non credeva di avere e quando si fermò ad ammirare il petto nudo di lui, muscoloso e con le linee nette dei pettorali, trattenne il fiato.
Il ragazzo allora le sbottonò piano la camicetta, chiedendole con lo sguardo il permesso.
Si sorprese nel constatare che gli tremavano leggermente le mani.
Era l'emozione, si disse, l'emozione di una cosa che tanto aveva aspettato e ora aveva la possibilità di avere.
L'attesa non gli era mai sembrata così dolce e meritata.
Si chinò su di lei baciandola mentre lei, stavolta un po' più nervosamente, gli sfilava prima la cintura dei pantaloni e poi i pantaloni stessi.
Scorpius si reggeva con i gomiti per evitare di sovrastarla con il suo peso e la guardava.
-Sei sicura?- le sussurrò.
Lei lo guardò per un istante.
Si soffermò sugli zigomi alti e la punta del naso leggermente all'in su.
Sulla curva della bocca piena e poi, con lentezza, posò delicatamente la sua mano sulla guancia di Scorpius.
Rose la carezzò piano, godendosi quel momento.
Poi passò la mano tra i suoi capelli, tremendamente morbidi, scompigliandoglieli ancora di più.
-Mi farai impazzire così, Rose- mormorò lui con voce roca, socchiudendo gli occhi.
-Mi hai chiesto se ero sicura- sussurrò lei passandogli poi il pollice sulle labbra, sfiorandogliele -e questa è la risposta-
Poi lo baciò, mentre fuori, il sole calava oltre l'orizzonte.

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