Capitolo 6

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Come ogni sera, erano andati a ispezionare la città per trovare una probabile preda. Quella di Jimin infine, si rivelò essere un bel ragazzo dai capelli sul biondo rosso, occhi azzurri, piccole lentiggini a decorargli le guance dandogli un aspetto più ingenuo e puro, un fisico da urlo e dell'altra società londinese. 

Non era stato poi così semplice fare suo quel ragazzo e questo accese in lui quella parte curiosa e competitiva del suo carattere. La società non perdonava coloro che erano"moralmente"  impuri, l'omosessualità era un peccato e un reato molto grave e punibile a Londra. Ma questo di certo non fermava Jimin, né tanto meno tutti coloro che frequentavano locali e club segreti per dare sfogo alla loro vera natura. Per non parlare della prostituzione minorile, che spesso vedeva come protagonisti anche tanti giovani ragazzi.

Ci mise un po' di tempo a corteggiare e a convincere quel ragazzo a lasciarsi andare al suo volere, ma in fine, Jimin otteneva sempre quel che voleva, e al momento era impegnato a spingere dentro quel ragazzo con spinte veloci e decise facendo urlare l'altro di puro piacere, alternando i baci a morsi, marchiando così la candida pelle del biondino sotto di lui.

Quando furono entrambi appagati, Jimin uscì da quel ragazzo e gli si distese affianco riprendendo il respiro.

< Wooow, devo ammetterlo, non sono mai stato con un ragazzo come te. La tua aggressività è sexy >

A quel ragazzo non era dispiaciuto affatto come Jimin avesse affondato i canini nel suo collo, sopra le clavicole o sul suo petto. Anzi, era stato eccitante e non si era posto il minimo dubbio su quel ragazzo, infine c'erano tanti ragazzi strani al mondo e con cui era stato, lo aveva semplicemente lasciato fare anche se adesso si sentiva debole e stanco.

Jimin sorrise < Questo perché io sono unico al mondo > concluse con un occhiolino facendo sorridere malizioso l'altro.

< Sai- iniziò il ragazzo mettendosi a pancia in giù e appoggiando gli avambracci sul petto di Jimin guardandolo negli occhi – ho incontrato altri ragazzi come te >

< Come me? > chiese il moro, portando una mano ad accarezzare i capelli dell'altro.

< Si insomma, che mentre mi scopavano mi mordevano e leccavano il mio sangue >

A quelle parole Jimin aggrottò la fronte

< Davvero? E com'erano? > chiese curioso e un po' allarmato. L'altro ci penso un po' su.

< Mmmh all'apparenza sembravano normali, ma in realtà alcuni di loro erano aggressivi e un po' violenti, però faceva parte del gioco. C'è un club qui a Londra, è un club segreto di cui poche persone ne conoscono l'esistenza, in cui sono normali queste cose. Ci sono sia uomini che donne che vanno li apposta per provare cose nuove e determinate esperienze >

Jimin rimase perplesso e confuso, non sapeva dell'esistenza di quel club, e insomma, loro erano a Londra ormai da due anni. Lui stesso assieme a Hobi si erano girati tutti i club di Londra e nei d'intorni. Come poteva essergli scappato un club così particolare e che a quanto pare, facesse proprio a caso loro?!

< Ma è aperto da tanto? > chiese

Il ragazzo si prese il mento tra l'indice e il pollice guardando poi verso l'alto pensante.

< Mmh effettivamente non lo so, mi dispiace. Però so do... >

< Jimin esci da là dentro dobbiamo andare, NamJoon hyung vuole tornare a casa > La voce di Hoseok squillò da dietro la porta interrompendo le parole del ragazzo.

Jimin sollevò gli occhi al cielo, Hoseok non poteva arrivare in un momento migliore

"Tempismo perfetto hyung, tempismo perfetto" disse mentalmente al suo amico

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