Tutto quello che sentivo era solo il freddo del pavimento sotto la mia pelle. Non riuscivo ad aprire gli occhi, né a muovere i muscoli, tutto mi sembrava nero. Scossi più volte la testa prima lentamente e poi con velocità sperando che quella brutta sensazione andasse via.
Le braccia erano indolenzite così come le gambe, facevo fatica anche a respirare. Che era successo?"Iseul. Iseul"
Qualcuno ripeteva il mio nome, con una voce profonda e seria. Sentii una leggera pressione sul mio capo, poi attraverso le palpebre vidi un po' di luce, infine il rumore di un nastro di seta mentre veniva messo da qualche parte. Mi avevano bendata?
Aprii gli occhi deglutendo, sentendo così un lieve mal di gola dovuto alla sete.
In un primo momento non vedevo altro che tante sagome nere, che poi iniziarono a delinearsi meglio.
Davanti a me c'erano due ragazzi, uno dei quali era Jongin."Finalmente" ridacchiò l'Alpha guardandomi. "Iniziavo a pensare di aver dosato male la forza"
"Stai zitto e slegami" sputai acida guardandolo con odio, dimenando le braccia.
"Calma, ragazza cresciuta con i succhiasangue" tagliò corto, venendo davanti a me.
Si sollevò appena il tessuto dei jeans e poi si accucciò per arrivare alla mia altezza, così da guardarmi in faccia. Ero indecisa se sputargli o meno, ma rinunciai non sapendo che mi avrebbe fatto dopo.
Sbuffai distogliendo lo sguardo verso la parte opposta della camera, ma scattai sgranando gli occhi appena posò due dita sul mio collo. Le mosse su e giù più volte, come per tastare qualcosa."Che stai facendo?" Mormorai.
"Ti ha morso, non è vero?"
"E-eh?"
Quella frase così all'improvviso non me l'aspettavo.
"Quel maledetto succhiasangue, ti ha morso?"
"Non sono affari tuoi"
Non lo guardai, ma dovetti quando mi portò le due dita sotto al mento e voltò il mio viso contro al suo, i nasi vicinissimi.
Persi un battito del cuore, non mi aspettavo di trovarlo così vicino a me. Lui parve notare il mio comportamento e ridacchiò, facendo poi un sorriso divertito."Che c'è? Ti piaccio per caso?"
"Non mi potrà mai piacere un essere così coglione come te" ringhiai stringendo i denti.
"Insolente!" Gridò lui alzandosi di scatto.
Alzò il braccio come per colpirmi, ma fortunatamente su fermato dal lupo affianco a lui, che chiuse il suo polso in una stretta.
"Dobbiamo portarla laggiù sana e salva"
"Portarmi dove?" Domandai, alternando lo sguardo da lui all'altro. "E toglietemi queste corde!"
"Non preoccuparti, tra poco ti liberiamo. Youngjae, prepara gli altri lupi" rispose Jongin.
Il nominato chinò il capo e corse fuori dalla stanza, lasciando la porta accostata. Non dissi nulla e portai il capo in basso così da non guardarlo, mentre chiudevo gli occhi nel tentativo di fermare quel mal di testa che mi stava facendo passare le pene dell'inferno.
Sentii Jongin mentre si allontanava, mentre prendeva qualcosa dal cassetto di legno e tornava da me con passo calmo.
Quando aprii gli occhi per vedere cosa stesse facendo, trovai la lama affilata di un coltello puntata dritta in mezzo ai miei occhi."Sarebbe carino macchiare questo coltello col tuo sangue...Ma placo il mio desiderio perché mi servi per uno scopo molto più grande"
"Che...stai dicendo?" Balbettai corrugando il viso.
"Nulla, non preoccuparti" rise posando la lama sulle corde, che immediatamente liberarono i miei polsi.
Finalmente potevo massaggiare le mie mani, mi facevano tanto male dopo tutte quelle ore. Il lupo che doveva essere Youngjae arrivò qualche attimo dopo, sull'uscio della porta.
"È tutto pronto" disse.
Vidi Jongin sorridere felice, poi girò il capo verso di me e mi si avvicinò, prendendomi per mano.
Strattonai schifata la sua stretta, ma non volle lasciarmi andare."Lasciami in pace" sussurrai fra i denti, incominciando a fare dei passi dietro di lui.
Mi stava comandando, non glielo avrei lasciato fare. Non volevo stare con lui, non volevo neanche sentire il suo nome.
Eppure, adesso mi ritrovavo nel suo regno, dopo una lite che aveva messo in pericolo la vita di Jimin...chissà se mi stava cercando anche in quel momento.
Uscii dalla stanza ancora mano nella mano con l'Alpha, scendemmo le scale in legno e arrivammo davanti ad un grande portone.
Youngjae diede una leggera spinta cosicché si aprisse e mostrasse l'esterno.
Il giardino era simile a quello fuori al castello di Jimin, solo che non c'erano i fiori e al posto del laghetto c'era una grande fontana. Sarebbe stato ancora più bello se non avessi saputo di chi fosse tutta quella natura.
Sbuffai pesantemente, portando la mano libera sulla sua."Jongin, lasciami"
"Stai zitta un attimo! Decidi. O ti tengo per mano, o ti faccio mettere un collare e ti tengo per il guinzaglio"
Rimasi senza parole dalla sua frase. Un collare? A me?
"Non sono un cane come te e al guinzaglio non mi ci metterò mai"
"Santo il Dio che c'è lassù...dammi la forza per non ucciderla in questo istante" Imprecò alzando la testa verso il cielo.
Youngjae sghignazzò alla scena, mentre camminava davanti a noi per farci strada.
Pochi minuti di cammino dopo, altri tre ragazzi arrivarono, di sicuro lupi. Erano in cerchio intorno a me e Jongin, come per proteggerci da qualcosa."Mi dite dove stiamo andando?" Chiesi guardandomi attorno.
"Da una mia amica"
Eravamo usciti dal territorio dei lupi, la terra era più pericolosa e piena di sassi e schegge di legno. Il paesaggio intorno sembrava vecchio e tutto spezzettato, degli alberi secchi spuntavano dal terreno. Le nuvole nel firmato erano grigie e pronte per liberare la pioggia.
Mi vennero i brividi osservando quella scena.Finalmente, dopo un bel po' di tempo intravidi una piccola casa in legno scuro, che pareva dello stesso colore del cielo. Man mano che ci avvicinavamo, sentivo una brutta sensazione stringermi lo stomaco, mi sentivo male.
Deglutendo, salii timorosa le poche scale che ci separavano dall'entrata della casetta. Jongin aprì la porta dopo aver bussato due volte, successivamente entrò e io dopo di lui.
Mi guardai attorno, era angusto e spettrale. Le mura erano di un grigio spento, i quadri ritraevano un albero secco con le foglie che cadevano a terra come fossero piume.
In un angolo della stanza principale c'era un mobiletto con sopra molte candele, grigie, bianche e nere. Diamine, avevo così tanta ansia che avrei potuto uccidere qualcuno da un momento all'altro."Noji!" Urlò Jongin, lasciando finalmente la mia mano.
La pulii addosso alla mia maglietta facendo una faccia schifata, facendo due passi per allontanarmi da lui.
"Siete arrivati, vi stavo aspettando" gracchiò una voce anziana.
Mi girai per vedere chi fosse e rimasi stupita vedendo un'anziana signora sullo stipite della porta che doveva portare al soggiorno. Aveva dei capelli bianchi lunghi fino alle spalle raccolti in una treccia, occhi sottili e scurissimi e delle labbra non molto carnose e chiare.
Da giovane doveva essere una bella ragazza."Dunque lei è Iseul" sentenziò la donna. "Portatela da me"
Detto ciò scomparì in soggiorno, lasciandomi con mille dubbi.
Youngjae afferrò il mio braccio e mi tirò rudemente verso la stanza in cui era andata la donna. Cercai di liberarmi dandogli dei vari colpi sulla mano, ma nulla.
Attraversammo la porta e arrivammo quindi nel salotto, arredato con un piccolo divano nero lucido e un paio di mobiletti anch'essi scuri.
Mi sembrava una normale stanza...certo, un po' strana ma erano pur sempre gusti.
Qualcosa però mi diceva che quella donna nascondeva qualcosa."Aspettatemi nello studio"
Infatti, i miei dubbi vennero risolti quando vidi, su un lungo tavolo dello studio, una fila infinita di fiale contenenti veleni e pozioni di ogni genere.
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||ᴛʜɪs ɪs ᴍʏ ᴠᴀᴍᴘɪʀᴇ [Park Jimin] ||
Ma cà rồngDove una ragazza di nome Chan Iseul viene rapita dal re dei vampiri, Park Jimin. ✔ Storia raccontata in prima persona ✔ Fatti narrati da Iseul e Jimin ✔ Scene di sesso ✔ Violenza ✔ Momenti tristi e malinconici ✔ Amore [Completa] [Iniziata il 23 ago...