Parte 23

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"Non riesco a seguirti..." ammisi, con una faccia confusa.

Lui fece uno sbuffo esasperato e mi guardò dritto negli occhi, talmente serio che mi spaventò.

"Ti porterò da Jimin, lui saprà cosa fare. Voglio solo aiutarti e penso che sia giusto"

Mi volevo fidare di lui, perché quella era stata una delle poche volte in cui mi parlava così sinceramente. Speravo fermamente che non mi avesse mentito, che non avesse detto quelle cose solo per portarmi lontano, in un posto dove non avrei più avuto nessuna libertà.
Quindi, annuii col capo e lo seguii mentre lui camminava svelto, ma comunque calmo, verso la stanza di quello che doveva chiamarsi Jimin.
Jimin...era un bel nome. Mi ispirava una certa emozione, il mio cuore palpitava forte come se avesse trovato un preziosissimo oggetto.

Percorremmo i corridoio esterni così da ritrovarci dentro al soggiorno, enorme. Non ne avevo mai visto uno così grande, era davvero magnifico.
Poi, salimmo le scale. Notai che aveva un atteggiamento sicuro, ero certa che conoscesse tutta la strada...forse c'era già stato, lì dentro.
Mentre camminavo, mi guardavo attorno osservando come fossero antichi e ben tenuti le strutture e il legno, scheggiato e lucente in alcuni punti. Il soffitto era altissimo, la luce era poca, ma comunque si vedeva bene anche senza.
Ad un certo punto, si fermò davanti ad una porta, molto grande. Capii immediatamente che quella era il nostro obbiettivo, eravamo arrivati a destinazione. Youngjae diede un paio di colpi al legno e poi girò la maniglia entrando, io di fianco a lui.

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Durante la riunione mi ero ripromesso, e fortunatamente ero riuscito, a non gridare il suo nome e a baciarla davanti a tutti. Mi mancava veramente tanto...e non sarebbe di certo passato tanto tempo prima di attuare il mio piano per portarla via da lui, tenerla di nuovo fra le mie braccia. La volevo di nuovo con me, volevo sentire il suo calore, accarezzare i suoi capelli morbidi. Volevo passare tutta la mia vita con lei, anche se ero un vampiro e la mia esistenza fosse durata molto più a lungo rispetto alla sua.
Pensavo questo, nella mia camera, quando sentii bussare. La porta si aprì successivamente e mi voltai per vedere chi fosse. Non mi sarei mai immaginato di vedere la mia ragazza affianco a Youngjae.
Corrugai le sopracciglia e lo guardai in viso mentre mi alzavo dal letto.

"Che ci fai qui?" Domandai avvicinandomi.

"Hyung...Voglio aiutarti"

Mi aveva chiamato Hyung, cosa che faceva quando eravamo da soli. Questo perché, quando la guerra tra i nostri genitori era accesa, noi eravamo piccoli e passavamo del tempo insieme quando gli Alpha erano via. Probabilmente nel suo cuore, per me era rimasto dell'affetto.
Fatto sta che rimasi abbastanza stordito dalla sua risposta.

"In cosa?"

"Voglio far capire a mio fratello che lui non avrà mai ciò che vuole, sono dalla tua parte in questo fatto. Penso che posso fare qualcosa per portare a termine il tuo piano, perciò..."

Non completò la frase, ma girò il viso verso Iseul, che durante la conversazione non aveva detto nulla. Vedevo che era agitata e confusa, non potevo di certo biasimarla, io.
D'istinto comparve un piccolo sorriso sulle mie labbra, passando lo sguardo dalla ragazza al giovane lupo.

"Accetto il tuo aiuto, se ti servirà della protezione io sono qui"

Youngjae fece un leggero inchino e poi uscì dalla camera, dando modo a me e a Iseul di stare da soli senza nessuno che potesse interromperci.

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"Iseul..." iniziò lui, chiamando il nome con un tono dolce. "Penso che ti debba delle spiegazioni"

Io annuii senza sapere che cosa dire con le parole. Jimin, avevo finalmente capito che si trattava di lui, allungò una mano verso la mia e l'afferrò delicatamente, poi mi condusse verso il letto e mi fece sedere al bordo di esso.
Si sistemò accanto a me, sospirò rivolgendo a me i suoi occhi scuri.

"Mi chiamo Jimin, sono il Re dei Vampiri e questa è la mia casa, il posto dove vivo con i miei compagni. In passato...noi eravamo fidanzati, ci amavamo l'un l'altro...Jongin poi ti rapì e ti portò da una strega per iniettarti una pozione, cosicché tu non ricordassi nulla. Cosicché tu non ti ricordassi di me"

Le ultime parole le pronunciò con un filo di voce, capii quindi che lui teneva veramente a me.
Ma in quel momento mi sentivo come un'estranea, non mi sentivo parte di quel discorso e non ricordavo nulla di quello che mi stava dicendo. Portai una mano sul mio viso e presi a massaggiare per provare a calmare il leggero mal di testa che mi era venuto.

"Forse non mi crederai, ma ho due modi per dimostrarti che ciò che sto dicendo è vero e che è successo veramente."

Guardai il vampiro davanti a me, interrogativa. "Quali sarebbero?"

"Devi alzarti la maglietta, prima ti farò vedere una cosa"

Sentendo quella frase, iniziai ad arrossire sulle guance, sentendo che andavano a fuoco mi maledii mentalmente.
Riuscii ad udire una piccola risata da parte di Jimin, che mi sorrise.

"Non ti spaventare, non ho cattive intenzioni"

Deglutii quel groppo in gola e mi alzai dal materasso. Portai una mano sull'orlo della maglia e l'alzai, mentre spostavo la testa dalla parte opposta, stravolta dall'imbarazzo.
Jimin si alzò e si fermò davanti a me, lo sguardo posato sul mio corpo, precisamente sul fianco. All'inizio non capii perché era così concentrato, ma poi notai che quello era il fianco sul quale avevo il tatuaggio.

||ᴛʜɪs ɪs ᴍʏ ᴠᴀᴍᴘɪʀᴇ [Park Jimin] ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora