Parte 38

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Strinsi il cellulare nelle mani, aspettando la sua risposta ai miei messaggi così disperati. Ma, anche dopo cinque minuti, quella risposta non arrivò...i messaggi rimasero col visualizzato.
Lanciai il telefono a terra e portai le mani sugli occhi, giunte. Respirai un paio di volte in modo profondo, sentivo che stavo seriamente per scoppiare, dovevo far espandere i polmoni per non impazzire.

Mi alzai lentamente dal letto, racchiudendomi nelle mie stesse spalle, cercando un minimo di conforto e affetto. In quel momento ne avevo tanto bisogno.
Non mi accorsi della presenza di un ragazzo, ero convinta di essere da sola in mezzo a quelle quattro mura tristi e dipinte di azzurro chiaro. Ma poi sentii due braccia circondare il mio busto; Jimin.
Capii che era lui dal suo profumo dolce, lo stesso profumo che mi faceva impazzire e che non vedevo l'ora si posasse anche sui miei vestiti; lo capii dalla dolcezza con cui mi strinse a sé, riconobbi l'amore in quel gesto.

Lasciai che un piccolo sorriso mi nascesse sulle labbra, chiusi per un attimo gli occhi e portai la nuca sulla spalla di Jimin, stando sempre in silenzio.
Quel silenzio fu spezzato dalla voce del ragazzo dietro di me, che sussurrò al mio orecchio.

"Ho sinceramente aspettato con impazienza il tuo ritorno al Castello...ho aspettando per tanto tempo i tuoi messaggi, o, almeno, un minimo segno che mi potesse rassicurare sulla tua salute. Ma non mi è arrivato nulla, ho temuto il peggio. Sono stato tutto il tempo a pensare a cosa avessi fatto...e ho capito che sono stato avventato nel fare ciò che ho fatto. Ma, se tu fossi stata in me, che scelta avresti preso?"

Recuperò fiato con un sospiro, accoccolò il mento alla mia spalla e portò il naso nei miei capelli per odorarli.

"Ho cercato di salvarti, stavo dando di matto per cercare una cura adatta a te...anche gli altri si erano accorti che l'unica tua speranza era di esser trasformata in un vampiro. Così ho fatto...non credere che mi sia piaciuto morderti, in quella circostanza. Di solito non mi sarei fatto molti problemi ad assaggiare ancora il tuo sangue, ma lì...lì no, non avrei voluto. Saperti in fin di vita, per un bastardo come lui, con i suoi segni sul tuo bellissimo corpo...sapere che ha ferito a morte la mia ragazza, cazzo...quella è stata una situazione assai diversa."

"Jimin..."

"Fammi finire, Iseul, ti prego". Mi interruppe con la parola, chiudendo gli occhi e posando la fronte sulla mia schiena. "Ho capito che devi tenere davvero tanto a tua madre e a tua sorella...sarà che sono cresciuto in una famiglia diversa e con delle regole molto rigide...ma ho solo fatto ciò che il mio spirito mi diceva, in quel momento.."

Durante tutto il suo discorso, mentre faceva scorrere sul fiato quelle parole, stavo piangendo, per l'ennesima volta in quei giorni. Cercai di non singhiozzare, volevo che lui si sfogasse e che mi raccontasse tutto, volevo sentire quella voce che non avevo ascoltato per giorni interi.
E adesso che ne avevo la possibilità, stavo anche versando delle lacrime.
Portai piano le mani sulle sue braccia e strinsi il tessuto della maglia, spingendo la sua pelle più vicina alla mia.
Necessitavo del suo tocco, del suo amore.
Non volevo altro, il solo stare accanto a lui mi sarebbe bastato per vivere tanti altri anni.

"Appena ho letto quei messaggi, ho subito cercato la tua anima e, dopo averla trovata, mi sono teletrasportato qui...non è uno scherzo, vero? Diventerò papà?"

L'ultima domanda l'aveva pronunciata con una voce dolce, di sicuro stava sorridendo.
Mi morsi il labbro e mi voltai di scatto, portandolo ad allontanare le mani dal mio busto. Prima lo guardai in viso, osservando tutti i lividi e le ferite che stavano guarendo, successivamente scossi la testa e sorrisi.

"Non è uno scherzo. Ho fatto il test, è sicuro al cento per cento. Però..."

Lasciai a metà la frase, portai una mano ad accarezzare la spaccatura al labbro inferiore del mio fidanzato. Deglutii incastrando lo sguardo nel suo.

"Però tu ne sei felice?"

Jimin ridacchiò teneramente, prese la mano con cui lo stavo accarezzando e la portò nella sua. La strinse con dolcezza, tirandomi di scatto verso di sé.
Finii col viso sul suo petto, i nostri corpi attaccati, ma senza nessuna malizia.

"Certo che ne sono felice, piccola, perché non dovrei? Posso avere una famiglia con te, essere felice per il resto della mia esistenza..."

"Come lo dirò a mia mamma e a Yeoreum? Loro pensano che io sia ancora...cioè...sì, hai capito" Risi, avvampando dall'imbarazzo.

Contagiai anche lui, che mi accarezzò la schiena passandoci sopra le mani a ritmo regolare.

"Andiamo pian piano, una cosa per volta. Prima diremo loro che siamo fidanzati, poi spiegheremo tutto e daremo questa bella notizia. Va bene?"

Annuii col capo. "Sì, va bene...Jimin?" lo chiamai poi.

"Sì?"

Abbassò il volto e mi guardò, alternando lo sguardo da un occhio all'altro.
Alzò una mano, spostando dietro al mio orecchio delle ciocche di capelli.

"Ti amo"

Sorrise avvicinando le labbra alle mie, facendole toccare in un contatto dolce e desiderato ardentemente da entrambi.
Quanto mi erano mancati quei due boccioli...il loro sapore, la loro morbidezza...
Allacciai le braccia dietro alla sua nuca per farlo avvicinare a me, lui posò le mani ai miei fianchi e mi strinse possessivamente.
Quel bacio, dopo poco, si trasformò in qualcosa di più feroce e passionale, un misto di tutti i sentimenti belli che provavamo. Mi staccai per prima, a corto di ossigeno. Ne recuperai un po' mentre lo guardavo e sorridevo, contenta di aver riallacciato i nostri rapporti.

"Ti amo anche io, piccola"

Lo abbracciai di nuovo, di slancio stavolta. Mi godetti la sua vicinanza, mi lasciai coccolare come se fossi un cucciolo bisognoso di attenzioni.

"Scusa se ti ho trattato male, non volevo...ero troppo arrabbiata. Scusa"

"Non fa niente, adesso abbiamo chiarito. Le cose, da ora in poi, potranno solo migliorare"

||ᴛʜɪs ɪs ᴍʏ ᴠᴀᴍᴘɪʀᴇ [Park Jimin] ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora