🔸Da scuola a casa🔸

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- Oh, mi dispiace ma vado di fretta. Devo proprio studiare per una verifica... è molto importante. - cerco una scusa da inventarmi.

- No, dai! Che peccato! Ci saremmo divertiti troppo! Sicura di non poter venire? - si lamenta Pietro, il migliore amico di mio cugino. Per la cronaca, mio cugino ha undici anni.

- Davvero, non posso, lo sapete che il liceo è impegnativo. - faccio un piccolo sorriso anche al resto del gruppetto cercando di non farmi venire un tic all'occhio. Ero stressata, non potevo passare il pomeriggio a fare la babysitter.

- Va bene... uffa! Ma la prossima volta ci sarai, vero? - mette il broncio Laura. La bambina ha i capelli scuri e spettinati, chiusi in due codine molto alte.

- Farò il possibile - sospiro prima di incamminarmi verso casa, con lo zaino sulle spalle. Per fortuna oggi non è molto pesante, quindi valuto l'opzione di fare un giro. Anche se potrebbero vedermi in giro, quelli, e farsi delle domande. Non si sa mai.

Arrivo a casa passando davanti alla chiesa e per la strada in discesa, mal asfaltata e piena di buche. Niente di grave, ci siamo abituati.

Tra una casa e l'altra ci sono piccoli vicoli, pieni di gatti e buste della spazzatura, anche se sono ben illuminati e la gente qui è tranquilla. Nulla di cui preoccuparsi.

Tutta questa calma. È meraviglioso.

Mi incammino per una strada secondaria. È la strada dei negozi, quelli meno affollati. Cartolerie, lavanderie dall'insegna sbiadita, negozi di vernici, di inutile vecchia porcellana – bamboline inquietanti, piatti e simili – librerie, eccetera.

Un'accozzaglia di cose a caso.
Qui i marciapiedi sono così piccoli che non esistono e la gente cammina per strada facendo lo slalom tra le auto parcheggiate.

La mia casa è nella via perpendicolare a questa: la quarta girando a destra.
Ce n'è prima una bianca con un giardino curatissimo e un muretto perfettamente bianco. Ma come fanno a tenerlo così?
Nella seconda ci abita una vecchia signora, Agata Garfani. Ci saluta sempre, anche se non abbiamo mai parlato.
La sua casa è datata e l'erba è diventata una giungla. In compenso ha dei nanetti verdi da incubo, da piccola ho quasi avuto un trauma quando li ho visti.
Che fa tutto il giorno da sola in casa? Non ne ho idea.

A fianco a casa nostra c'è una giovane coppia. Si sono traferiti qui da un mese con il loro... cane? Non so cosa sia quella cosa.

Qua sono abituata a vedere grossi pastori tedeschi, Collie, Golden Retriever. Quello invece è un incrocio tra un barboncino e satana.

Casa nostra è davvero banale.

Ci abitano mia madre, mio padre, mio nonno ed io.
Famiglia: non interessante.

L'esterno è color giallo opaco, che non sarebbe male se non fosse da riverniciare. Sembra ci abbiano dato dieci mani di colore anche se l'abbiamo rifatto solo una volta.
Il giardino ha una stradina semplice, di mattonelle in pietra. L'erba è curata da mio padre, a cui piace prendersi cura dell'aspetto della casa.
Esterno: non interessante.

L'interno resta molto sui toni del marrone, dando un po' di eleganza dove non c'è. Non è molto decorata da cianfrusaglie inutili ma durante le feste si trasforma completamente. Siamo molto tradizionali in questo: per Natale verde e rosso. Bacche rosse, ghirlanda fuori dalla porta, pupazzo di neve in giardino, luci sullo steccato e poche anche sugli alberi. Non dimentichiamo il forno pieno di biscotti.
Adoro l'inverno.

Entro in casa, saluto e passo dal corridoio. Mia madre sarà uscita, perché non risponde.

Lascio lo zaino e corro fuori. Direzione: il posto più bello e tranquillo del paese, la foresta.

Behind MountainsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora