Capitolo 26

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Normani canticchiava una canzone che era appena iniziata. Dinah aveva portato un dischetto con le canzoni che ci avrebbero fatto compagnia nel nostro viaggio di quattro lunghe ore. Ovviamente, ci saremmo fermate di tanto in tanto, per assicurarci di non perdere l'uso delle gambe una volta giunte a destinazione.
Io, Michelle e Camila eravamo capitate con loro due. Nel bagagliaio, c'erano la valigia di Normani e le due valigie di Dinah- sì, due valigie. Ally e Shawn venivano con l'auto un po' più grande del padre di lui, e siccome erano da soli, avevano potuto infilare- oltre alle loro due valigie- anche quella di Camila e quella di Michelle. La mia valigia era stata affidata a Jackie, che sarebbe venuta con la sua macchina. Per evitare di perdere tempo, avevamo preparato le macchine ieri sera, in modo tale da poter partire quando volevamo. A causa di Dinah, erano le dieci ed eravamo a pochi minuti da casa nostra. 

<<Non vi dispiace per Jackie?>>, domandai. Normani smise di canticchiare, alzò lo sguardo dallo specchietto retrovisore e strinse le sopracciglia.

<<Perché?>>, chiese Dinah.

<<Be', è da sola in una macchina mezza piena di valigie, a causa di qualcuno che ha portato con sé un'intero armadio>>, dissi, fulminandola giocosamente con lo sguardo. Lei si sistemò i capelli, fingendosi indignata. Si guardò le unghie, poi alzò le spalle.

<<Punto uno: ho portato il minimo indispensabile, credimi. Punto due: il problema è che c'erano troppe persone e poche macchine altrimenti. Terzo e ultimo punto, lei non è da sola>>, spiegò, guardandomi come a dire: "mi sembrava logico, no?".

<<Che vuol dire?>>, chiese subito Michelle, sporgendosi in avanti per poter guardare Dinah negli occhi. I suoi occhi castani incontrarono quelli verdi di mia sorella, alzò un sopracciglio e poi scosse la testa.

<<Normani, non gliel'hai detto?>>, domandò, confusa, rivolgendosi alla ragazza. Lei sospirò, lanciandoci un sorriso di scuse dallo specchietto retrovisore.

<<Mi è passato di mente! Tu volevi sempre che ti accompagnassi a comprare questo e quello, io ho avuto il mio da fare e...ho dimenticato di dire loro che c'era qualcuno in più>>, spiegò.

<<Chi si è aggiunto?>>, volle sapere Camila. Le sorrisi, mentre aspettavamo che una delle due rispondesse.

<<Sua sorella. Dice di avere degli amici lì. Ruba un passaggio alla sorella, poi va a casa dei suoi amici. Credo che non la vedremo proprio, in un certo senso>>, annunciò Dinah. Spalancai gli occhi, Michelle si voltò di scatto per guardarmi e vidi Camila stringere le sopracciglia.

<<EH!?>>, sbottai. Era solo un brutto scherzo, vero? Non poteva essere vero, non poteva...Merda, perché capitavano tutte a me? E adesso che facevo? Se provava a stuprarmi nel cuore della notte?

<<Cosa? Sua sorella sarà in casa di alcuni amici, quindi non la vedremo di certo tutti i giorni>>, disse Normani, alzando le spalle. Io non volevo proprio vederla, nemmeno per un secondo. No, assolutamente no. Un paio di secondi la mattina, bastavano per rischiare di finire contro un muro mentre prova a scoparmi.

<<Non sei felice, Lauren? Jackie non è da sola, adesso>>, disse Dinah. Mi voltai a guardare Camila, che adesso guardava dritto fuori al finestrino. Michelle poggiò la testa contro il finestrino al suo lato, chiuse gli occhi e seppi che quello era il suo unico modo per poterci concedere un po' di privacy per parlare. Mi avvicinai a Camila, approfittando del fatto che Dinah e Normani avevano preso a parlare di altre cose, quindi non guardavano cosa accadeva nei sedili posteriori.

<<Camz...>>, la chiamai. Mi guardò con la coda dell'occhio.

<<Non succederà nulla, lo sai>>, sussurrai, cercando di tranquillizzarla. Lei annuì, poi, lasciandomi completamente senza parole, prese la mia mano. La guardai con gli occhi fuori dalle orbite, quindi lei mi sorrise. Si avvicinò al mio orecchio.

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