Capitolo 4

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Qualche anno prima, parecchi gamers si sono posti un quesito: che cosa succede al giocatore mentre gioca con il Virtual Game? Fa gli stessi movimenti che fa nel gioco? Cammina senza saperlo? Può fare del male a qualcuno? La risposta è semplice: non succede nulla. Il giocatore rimane immobile. Che sia su un letto o su una sedia, resta fermo. Questo non toglie però il fatto che può parlare. Infatti i suoi sensi e la sua conoscenza rimangono attivi. L'unica cosa che li può far muovere sono i riflessi. La paura, il dolore, solo in quel caso si può vedere un giocatore sobbalzare.

***

Dylan si guarda intorno, è nel mezzo di una stanza luminosa dalle pareti bianche dove al centro di ogni parete si trova una porta rossa con una maniglia dorata. Nota che sul pavimento, sempre bianco, c'è disegnato un grosso cerchio con una A rossa al centro. Così questa A sta per A Zone?

I suoi pensieri vengono ammutoliti da un sibilo e due piccoli bagliori. Come prima, i suoi amici si sono materializzati vicino a lui. Anche loro si guardano intorno spaesati. In quei secondi nessuno osa parlare. La curiosità di Dominic però prevale, e quindi si avvicina ad una delle porte. Mentre tende la mano per afferrare la maniglia, Dylan intravede qualcosa di strano. Senza indugi, corre verso di lui e gli afferra il polso. Dominic rimane sorpreso.

«Non vuoi sapere cosa c'è dietro?».

«Aspetta» A Dylan non importa quello che sta dicendo, è troppo impegnato a tiragli su la manica.

«Che stai facendo?» gli domanda l'amico perplesso.

«Ho visto qualcosa» Dylan continua ad alzare la manica, fino a scoprire del tutto la parte interna dell'avambraccio.

«Cos'è questo?» esclama.

Una macchia nera si intravede poco prima della piega del gomito. Dominic per l'agitazione, si libera dalla morsa dell'amico per vedere meglio. Sessantaquattro. Questo è il numero tatuato sul suo braccio. Il ragazzo inizia ad urlare «Sessantaquattro? Che significa? Levatemi questa cosa dal braccio!».

Dominic, colui che fino a qualche secondo prima non mostrava nessun segno di paura, adesso è in preda al panico.

Justin, che invece la paura l'ha provata sin dal primo momento, sbianca mentre si solleva la manica del suo braccio destro, ed inizia ad urlare quando si rende conto che qualcosa non va «Ho un tatuaggio anch'io!».

A Dylan manca il respiro, è confuso da ciò che sta accadendo «Che numero è?».

«Cinquantasei»

Dylan ha lo stomaco in subbuglio, abbassa lo sguardo ed afferra la manica destra. È spaventato. Per qualche secondo preferisce non vedere cosa c'è sotto, anche se ormai è quasi certo che anche lui ha un numero marchiato sulla sua pelle. Prende quel briciolo di coraggio che gli è rimasto ed alza velocemente la manica. La vista del tatuaggio lo lascia impietrito.

«Ce l'hai anche tu?» Dominic gli afferra il braccio.

Le sue parole sembrano lontane, lo lascia fare.

«Si» gli risponde con un filo di voce. 

«Che numero è?» chiede Justin ancora al centro della stanza.

«Quarantadue» Risponde Dylan mentre cerca di scacciare quella brutta sensazione e rivolge lo sguardo all'amico, che con aria preoccupata gli chiede proprio quello che sta pensando «Che significa?».

«Ragazzi, non abbiamo nemmeno iniziato, eppure sento già che questo gioco non mi piace per niente!» Justin raggiunge gli amici.

Dylan è d'accordo con lui. Sa che c'è qualcosa che non va.

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