Buio. E' tutto buio. Sembra quasi di galleggiare nel vuoto. Un ronzio ovattato è l'unica cosa che si sente. Dura qualche minuto, ma sembrano ore.
Poi qualcosa cambia. Dylan percepisce di essere ritornato nella realtà. E' di nuovo fuori dal gioco. Lo sa perché sente le lenzuola del suo letto trale dita. Le stringe. Sente il respiro dei suoi amici accanto a sé. Prova una sensazione di sollievo. Magari può sfruttare questa occasione per liberarsi dai sensori. Ma sembra che il suo pensiero sia stato previsto, perché proprio quando accenna di rialzarsi per levare il casco, il gioco riparte.
Buffo. Per pochi istanti ha pensato di essere libero. Non è così.
E' di nuovo lì, a galleggiare in quello stupido vuoto. Ancora quello stupido ronzio ovattato, che viene subito interrotto da una voce metallica: «Riavvio del sistema in corso». E' ancora lei, la "voce" di quello stupidissimo gioco.
In pochi secondi la sensazione di vuoto si affievolisce, così come il ronzio.
***
Dylan apre gli occhi con un sospiro. Guarda ciò che ha davanti a sé. E' ancora confuso, ma non ci vuole molto a capire che si trova di nuovo nel passato. Una luce fioca generata da quattro candele appoggiate su un tavolo di legno, rivelano le quattro pareti di una piccola catapecchia. Tenta di muoversi, ma si accorge di avere il busto e le mani legati con una corda contro lo schienale di una sedia scricchiolante.
«Hey» sente provenire dalla sua destra. E' Justin. Ovviamente in preda al panico. «Tutto ok?».
Dylan annuisce «Si, credo».
«Non è affatto ok!» l'esclamazione viene da un Dominic con gli occhi infuocati di rabbia, accanto a Justin.
Dylan osserva gli amici, la stanza, ma non riesce a capire cosa stia accadendo «Che succede?».
«Succede che siete dei pazzi!» una voce femminile richiama la loro attenzione in un lato poco illuminato della stanza oltre il tavolo «Cosa stavate cercando di fare?».
I tre si guardano confusi.
La sconosciuta inizia ad avanzare, mostrandosi. Dylan ha un brivido. E' lei, la sagoma del mercato. Con un colpo spalanca la finestra alla loro sinistra, che sprigiona una luce fortissima. Ci vuole un po' per riabituarsi, ma finalmente ora è tutto più chiaro. La sagoma, ora è bagnata dalla luce del sole. Sembra essere una ragazza di qualche anno in piùrispetto a loro. E' magra, dalle lunghe gambe. I suoi lisci e lunghi capelli castani le accarezzano il viso di carnagione chiara, e i suoi occhi profondi sono fissi su di loro.
Dylan ha un sussulto.
«E tu chi sei?» Dominic interviene subito con tono minaccioso.
«Calmati coso, sono quella che vi ha salvato le chiappe!» la ragazza risponde decisa «Così conciati, stavate attirando troppo l'attenzione dei passanti. Si vede da un miglio che siete fuori luogo. Anzi, fuori epoca. Ho preferito portarvi via da occhi indiscreti» .
«Apprezzo il gesto, e ti ringrazio. Ma avesti potuto semplicemente chiamarci e dire "Hey ragazzi, forse è meglio se vi nascondete!"» Dylan non riesce a credere alle sue orecchie, è tutto così surreale.
«Beh, forse si» la ragazza ci riflette su «Ma non sapevo come avreste reagito».
«Secondo te?» Dominic è fuori di sè «Mi stai dicendo che la migliore opzione era rapirci e legarci, piuttosto che parlarci. E' una follia».
«Già!» interviene Justin «Perché ci hai legato?».
«Ve l'ho detto! Non sapevo quale fosse stata la vostra reazione, perciò ho preferito agire» il tono innocente della ragazza è disarmante.

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A Zone
Phiêu lưuPassato, presente o futuro? E' questa l'incognita che pone A ZONE ai suoi giocatori. Un videogioco complesso, difficile da spiegare, bisogna semplicemente viverlo. E' proprio quello che stanno provando sulla propria pelle Dylan e i suoi amici Justi...