Capitolo 6

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La prima volta che Dylan e Justin videro Dominic fu tra i banchi di scuola. Era in secondo liceo, quando questo nuovo ragazzo viene fatto sedere proprio accanto a loro. Era timido, se ne stava seduto in silenzio. I due non ebbero modo di conoscerlo bene. Eppure quando una mattina d'inverno entrò in classe con una felpa del loro videogioco preferito, Dylan e Justin capirono subito che era uno di loro. Pian piano iniziarono a stringere un legame, ma il loro essere affiatati li faceva sembrare amici di vecchia data. Il ragazzo che all'inizio sembrava timido in realtà si rivelò essere la colonna portante del gruppo.

***

Giunti sotto l'arco, Dylan trova davanti a sé una grande cittadina, piena di case in legno e paglia, strade in pietra, gente vestita come la signora che avevano incontrato poco prima ed il grandissimo castello in lontananza. Tutto quello che aveva visto sui libri e nei musei non erano niente in confronto a questo. Vivere in prima persona questa esperienza è qualcosa di indescrivibile. Dylan si sente abbastanza fortunato.

«Ragazzi lo sentite anche voi?» Justin rompe il silenzio.

Effettivamente si odono parecchie voci e rumori metallici provenire da qualche stradina lì vicino.

«Si» risponde Dominic «Sembra che ci sia qualcosa da quella parte» indica una stradina alla loro destra, dove la maggior parte degli abitanti si dirige.

«Penso che dovremmo andare a vedere» Dylan è troppo curioso di sapere cosa sta succedendo.

«Senti, non sono molto sicuro di volerlo fare» Justin invece è dubbioso.

Dominic sbuffa «Quando inizierai ad essere più coraggioso?» prende per il braccio l'amico e lo trascina verso il punto indicato. Dylan si accoda, ma con più cautela. Si guarda intorno alla ricerca di qualccosa che possa sembrare familiare. Le voci sono sempre più vicine. Justin è sempre più impaurito. Dominic è sempre più curioso. La sua andatura spedita ne è la prova. Dylan si accorge che più si avvicinano al posto e più l'affluenza di gente aumenta, ma la cosa che lo sconcerta è il modo in cui queste persone li osservano. Secondo lui è semplicemente la suggestione del momento. Nota che parecchie donne che gli passano vicino hanno una cesta simile alla signora con cui hanno parlato. A quanto pare proveniva da queste parti. Il vociare diventa sempre più assordante, non c'è dubbio, sono vicini alla fonte. Girano l'angolo. Si ritrovano all'inizio di un grandissimo mercato con tantissime bancarelle di frutta, verdura, carni da macello, tessuti, spezie ed armi in ferro. La via, seppur grande, è talmente piena di cittadini e venditori che per poter passare bisogna avanzare a zig e zag.

«Volete veramente inoltrarvi tra tutta questa gente?» Justin ferma gli amici.

«Cosa c'è di strano?» Dominic interviene «Vedi qualche pericolo?».

«In un posto così affollato, potrebbe essere qualsiasi cosa un pericolo!» a quanto pare Justin li vuole far spaventare, ma non ci riesce.

«Io dico che sembra il posto migliore per trovare qualche risposta» Dylan è determinato a proseguire «Sicuramente tra queste persone si nascondono dei giocatori. Magari uno di questi è tanto gentile da volerci aiutare».

«Ottima osservazione» Dominic fa un sorriso di approvazione.

«E va bene, andiamo! Ma se succede qualcosa è colpa vostra!» a quanto pare anche Justin si è convinto.

Dominic ritorna ad avanzare per primo, seguito da Justin e poi Dylan. La gente è troppa, e ad ogni passo incontrano un ostacolo che li fa deviare, ma nonostante ciò, cercano di rimanere vicini. Man mano che proseguono tra le bancarelle, Dylan si rende conto dello stile di vita totalmente diverso dalla loro epoca. Nota anche che gli abitanti continuano a fissarli con aria stupita. La stessa espressione della signora sotto l'arco. Non è più suggestione, c'è davvero qualcosa che non va. Ma non capisce cosa.

Proseguono ancora, ma del pulsante e dei possibili giocatori non c'è traccia. Solo occhiate. E come se non bastasse, Dylan intravede una sagoma che si nasconde tra le bancarelle. E' talmente nervoso da ipotizzare che tutto quello che lo circonda si può rivoltare contro. Cerca di calmarsi e scaccia questo pensiero. Fa qualche altro passo e con la coda dell'occhio la rivede. Fa finta di niente e prosegue. La vede ancora. Realizza che non è la sua immaginazione a giocargli brutti scherzi, c'è veramente qualcuno che li insegue. Aumenta il passo per stare vicino agli amici. Eccola di nuovo. Questa volta la vede meglio, ha i capelli lunghi. Dylan inizia ad agitarsi ed a farsi travolgere dalle domande: Perché ci sta seguendo? Perché la gente ci fissa? Cosa sta succedendo?

Poi si ricorda che tra queste persone ci sono dei giocatori. Ci guardano così perché ci hanno riconosciuti?

Rivede la sagoma, è decisamente una femmina.

Non può più aspettare, deve informare gli amici di ciò accadendo.

«Ragazzi» cerca di richiamare la loro l'attenzione.

«Che c'è? Hai trovato qualcosa?» Dominic si volta verso di lui fermandosi. La stessa cosa la fa Justin.

«No!» Dylan inizia a bisbigliare «Continuate a camminare come se nulla fosse ed ascoltatemi».

Riprendono a camminare.

«Mi stai facendo preoccupare» interviene Justin.

«Devi!» continua Dylan «C'è una tizia che ci sta seguendo!»

«Cosa? Dove?» Justin alza la voce per la paura.

«Shh... zitto!» lo rimprovera Dominic «La vedi ancora? Dov'è?»

«Alla nostra destra, si nasconde dietro le bancarelle» Dylan rivolge lo sguardo a destra «Eccola! L'avete vista?»

«Si! E penso che lei l'abbia capito» Dominic cerca di tenere i nervi saldi «Dobbiamo uscire immediatamente da qui! Confondetevi tra la gente, cerchiamo di seminarla».

«Ragazzi, penso che sto per entrare nel panico» Justin inizia ad impallidire.

Dylan gli dà una pacca sulla spalla «Io ne sono entrato già da un pezzo».

Proseguono a passo svelto cercando di mimetizzarsi tra gli abitanti.

«Ragazzi lì c'è una stradina, seguitemi!» Dominic li conduce verso la loro sinistra.

Dietro le bancarelle si nasconde una stradina stretta.

Una volta imboccata avanzano di qualche metro, poi si fermano. Si guardano intorno alla ricerca di movimenti sospetti. Nulla. Finalmente sono usciti da tutto quel caos.

«La vedete?» domanda Dylan voltandosi nella direzione del mercato.

Senza tutto quel vociare, si riesce a sentire meglio.

«N-no» Justin balbetta la risposta, è talmente impaurito da non riuscire a parlare.

«Forse l'abbiamo seminata» Dominic tira un sospiro di sollievo.

«Ragazzi è meglio proseguire, potrebbe raggiungerci» Dylan si volta ed avanza di qualche passo sperando che gli amici lo seguano.

«Aspetta!» Justin ha un tono molto preoccupato «Credo di aver visto...» un lieve sibilo lo interrompe.

Dylan si ferma. Ne sente un altro. Si gira di scatto e vede i suoi amici crollare a terra. In preda alla confusione non ha il tempo di capire cosa sta succedendo, quando lo risente di nuovo. Poi qualcosa lo colpisce, provocandogli un lieve pizzicore alla spalla sinistra. Viene immediatamente travolto da un senso di torpore. Succede tutto così velocemente. Guarda la sua spalla, sembra un dardo tranquillante. In quei pochi secondi che susseguono si lascia cadere sulla pietra fredda. La sua vista inizia a sfocarsi quando intravede la sagoma, la stessa del mercato. Si sta avvicinando sempre di più. Ha qualcosa in mano, sembra una cerbottana. Tenta di vedergli il viso, ma non ci riesce. Il buio lo sta inghiottendo. E proprio quando lei si ferma a pochi centimetri, lui sprofonda nell'oscurità.

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