13 marzo 2018 pt.3

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"Ti ho detto che non ci andrò"

"Ma devi! Ne hai bisogno tesoro mio, e lo sai bene."

Alzo gli occhi al cielo. So benissimo che mia madre ha ragione, come sempre d'altronde, ma oggi devo uscire con Hoseok, non posso fare una brutta figura.

"Senti mamma, oggi devo uscire con un mio amico. Capisci che non posso presentarmi stravolto dai farmaci inutili che mi dà il neurologo come tutte, tutte le sante volte che vado a farmi visitare?"

Mia madre si copre il viso con le mani e si siede, probabilmente stravolta dalla stanchezza dovuta ai continui litigi al riguardo. Dopo pochi istanti, solleva le palpebre, fa' un grande respiro e mi guarda negli occhi.

"Yoon, so che questa condizione ti pesa, ma ognuno ha dei doveri, e uno dei tuoi è questo. Non abbiamo mai saltato un appuntamento con il dottor Sherdell, e oggi non sarà di certo la nostra prima volta." Dice lei con tono rigido, malauguratamente tradito dalle profonde occhiaie di stanchezza che le marchiano gli occhi.

"Tanto non importa quante volte ci andrò, la mia memoria non funziona- dico io stringendo i pugni tremanti sotto il tavolo, le lacrime che mi offuscano la vista. "Per colpa di papà, che ha ben deciso di andarsene quella notte senza farsi più rivedere, sono destinato a trascorrere la mia vita con un handicap che mi impedirà di condurre una vita normale, lo sai vero?"

Sputo quest'ultima parola come un'accusa, le frasi che mi sono tenuto dentro per anni sgorgano fuori come un torrente impossibile da arrestare.

"Non ho amici eccetto una persona che probabilmente mi sta vicino perché gli faccio pena. Capisci? E ora che ho trovato un ragazzo che riesce a farmi sentire normale, di certo non lo farò andare via come ho fatto con tutti gli altri."

Alzo lo sguardo, mia madre è appoggiata al tavolo della cucina, curvata in avanti, come se un peso enorme minacciasse di schiacciarla. Immediatamente, una sensazione acuta di rimorso mi brucia lo stomaco. Non merita di essere trattata così.

Alzo lo sguardo verso l'orologio, Hoseok dovrebbe essere arrivato.

"SONO MALATO, OKAY? Lasciami vivere questa finta normalità, ti prego" Tiro fuori queste ultime parole con tono supplicante e rassegnato, per poi alzarmi e dirigermi verso l'uscio, dove avvisto un familiare suv aspettarmi.

Lancio un ultimo sguardo, colmo di cose non dette, a mia madre, per poi aprire la porta, il vento gelido serale che mi sferza il viso.

Hoseok's pov

Mi avvicino allo specchio, regalando un sorriso sghembo alla mia immagine riflessa. Nel riflesso, un ragazzo con i capelli rosa mi guarda. Indossa una felpa bianca e un berretto con un paio di jeans neri e un paio di converse del medesimo colore.

Guardo l'orologio che porto al polso: le 8.30. Devo passare a prendere Yoongi alle nove, quindi ho ancora un po' di tempo per rilassarmi.

Mi siedo all'angolo del letto e prendo il cellulare, aprendo instagram.

Per mera curiosità, cerco il nome del mio "ragazzo" (strano chiamarlo così, non è vero?) sul social media, ma non trovo nessun profilo. Faccio per lasciar perdere quando poi mi ritorna in mente una cosa: il suo nome da rapper, ovvero Agust D. Forse lo usa anche come username su instagram. Faccio una breve ricerca, e faccio centro: un profilo di nome @agustdaegu fa capolino tra i suggeriti, e subito clicco su di esso.

A quanto pare, è un profilo abbastanza attivo, e in questi pochi minuti che ho a disposizione, scovo diverse foto del ragazzo corvino. La maggior parte sono da solo o con Jimin, entrambi anno per anno con un colore diverso di capelli. Scovo poi una foto, datata qualche anno fa. Una foto di famiglia, che ritrae un piccolo Yoongi, di circa dieci anni, in braccio a quello che sembra essere il padre. Alla vista del bambino, mi sfugge un sorriso intenerito: non è cambiato per nulla, e riesco a vedere in quel ragazzino tutto quello che, ora che è cresciuto, mi ha fatto innamorare di lui.

Sulla foto indossa una salopette blu chiaro, una maglietta a righe bianca e nera e un paio di timberland. Il bambino non sembra fare caso alla telecamera, e ha occhi solo per l'altro uomo nella foto, un signore alto come una pertica, con un'espressione persa e una divisa militare mimetica.

Ma, quello che cattura la mia attenzione è la descrizione della foto, infatti essa recita:

You used to be my life, but you destroyed me and you don't even care.*

Salvo la foto nella raccolta, appuntandomi mentalmente di chiedere al proprietario della foto domande al riguardo.

Guardo di nuovo l'orologio, è proprio ora di andare.


Hoseok's pov 

Sono sotto casa di Yoongi, e aspetto con impazienza il suo arrivo.

Nell'attesa, ho acceso l'aria calda in macchina e ho scaricato un nuovo film sulla minitv, in modo da averlo sempre disponibile. Poi, torturo con le mani il cd di Jay Z che gli ho comprato oggi pomeriggio.

Mi immergo nei miei pensieri, e sussulto pochi secondi dopo a causa di una voce proveniente dalla casa che esclama qualcosa a proposito di un dottore o qualcosa del genere.

Allarmato, scendo dall'abitacolo e mi avvicino al portone di casa, accostando l'orecchio al legno scuro dell'entrata.

"Lasciami vivere la mia finta normalità, ti prego"

Questo è tutto quello che riesco a carpire dalla conversazione, per poi correre e ridirigermi in macchina.

Ma cosa mi viene in mente? Non sono affari miei, come mi viene in mente di origliare?

Sono abbastanza sicuro di aver sentito Yoongi pronunciare quelle parole, ma di cosa parlava? E se fosse malato? E, se lo fosse, perché me lo terrebbe nascosto? Non si fida di me?

La mia testa turbina di domande a cui non so rispondere. Ecco però, che vedo uscire Yoongi, una mascherina a coprirgli la parte inferiore del volto e gli occhi lucidi, dovuti, lo spero, al vento.

Ora, le mie domande non importano, lui ha bisogno di me.

*Prima eri la mia vita, ma ora mi hai distrutto, e neanche ti importa.

Il diario di Min Yoongi - SopeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora