Molto Stanco

7. La Rossa Primavera

Modena e Farran finirono per ritrovarsi nella stessa identica situazione di qualche giorno prima.

Camminavano nei boschi, e scendevano verso la strada. Era già quasi buio e prestissimo per i civili sarebbe scattato il coprifuoco. I loro passi non facevano alcun rumore, al contrario il tappeto compatto e morbido di foglie bagnate sembrava assorbire ogni altro suono che si sarebbero aspettati di sentire.

Chiudevano gli occhi e percepivano le minuscole gocce d'umidità posarsi sulla pelle del viso, sulle palpebre e sulle labbra. Poi il mitra che batteva leggero sul fianco li riscosse dal torpore.

Giù in basso si vedevano due luci bianche e Modena capì che si trattava di un'auto.
- Laggiù - disse - C'è la strada. L'auto si è fermata al posto di blocco. Vedi?

Farran vedeva.

Per tutta risposta, si limitò ad annuire, nonostante fosse piuttosto sicuro che Modena non lo potesse vedere, dato che, essendo tre passi avanti a lui, gli dava le spalle.

Il sole era già caduto dietro i monti e tutto ciò che rimaneva di quella giornata era il rosso crepuscolo primaverile. Ora si erano avvicinati ad una tale roccia fredda, dove s'erano acquattati la volta prima, ma lì le foglie mancavano e non c'era altro che tenero fango. Ora gli stivali facevano un brutto rumore.

Modena si tolse il mitra dalla spalla e lo buttò a terra.

- L'auto non si muove. Devono aver avuto qualche problema.

- Sono civili? Riesci a vedere che auto è?- Modena non rispose.

Giù era più scuro, in ombra, ma riuscì benissimo a capire che da questa parte della strada c'era qualcuno che avanzava nella loro direzione. Quando i rumori degli stivali si fecero evidenti, anche Farran imbracciò il mitra e si nascose dietro la roccia.

Forse erano dei nazisti che perlustravano la zona. Forse qualcuno in paese aveva fatto una soffiata in cambio di una doppia razione di pane. Quando le facce si fecero palesi, Modena e Farran fecero a meno di parlarsi per capire che non si trattava affatto di nazisti in cerca delle prossime prede.