~ Capitolo 11 ~

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LEVI (durante l'ultimo inseguimento)
Correvamo dietro alla donna, Elvin mi precedeva di qualche passo. Velocemente accorciammo le distanze fino a quando non ci trovammo a portata di tiro. La bionda si voltò di colpo e iniziò a sparare, lo stesso facemmo  io e il biondo. Sentii il rumore e, un istante dopo, sentii il proiettile entrare nel mio corpo. Non riuscii a reggermi in piedi e, in un attimo, mi ritrovai a fissare il soffitto. Elvin si inginocchiò affianco a me, era tutto sfocato a parte i suoi occhi. Quelli li vedevo chiaramente, azzurri come il cielo. Quando usò la sua giacca per fermare il sangue quasi non me ne accorsi. Mi accorsi, invece, delle lacrime che gli rigavano le guance. Alzai il braccio a fatica, me lo sentivo pesante, e gli accarezzai il viso con la mano asciugandoglele. Lui me la prese e intrecciò le sue dita con le mie. Respirare stava diventando difficile. "Va tutto bene" riuscivo a stento a parlare e le parole che uscivano dalla mia bocca erano tanto stupide quanto false, non andava bene "va tutto...." fu un colpo di tosse ad interrompere le mie inutili parole. Chiusi gli occhi un'attimo e, quando gli riaprii, il biondo mi stringeva tra le braccia. Appoggiai la testa alla sua spalla e sorrisi un po'. Nonostante ogni respiro fosse più faticoso del precedente abbracciato a lui mi sentivo, in un certo senso, meglio. Mi sentivo al sicuro, paradossalmente. Avvicinò le labbra al mio orecchio: "Non mi lasciare" forno le ultime parole che sentii. Avrei voluto rispondergli: "Non ti lascerò mai".

"Ci vediamo domani nanetto". Aprii a fatica gli occhi, la stanza era di un bianco accecante. Sulla soglia della porta una sagoma scura che conoscevo molto bene. Una parte di me voleva semplicemente chiudere gli occhi e tornare a dormire, l'altra voleva chiamarlo, vederlo, riabbracciarlo. "Nanetto a chi?" Vinse la seconda. La figura esitò ancora. "Elvin?" Lo chiamai con meno convinzione di prima, la mia voce tremava un po'. Il mio partner restò immobile ancora un istante poi si voltò. Aveva un aspetto un po' trasandato, occhiaie scure gli contornavano gli occhi celesti, una corta barba bionda gli era cresciuta incurata. Eppure sorrideva e questo lo rendeva bellissimo ai miei occhi. In un'attimo mi fu accanto, mi accarezzava la guancia fregandosene del mio sguardo omicida. Se solo avessi avuto la forza necessaria gli avrei scostato bruscamente la mano ma non riuscivo ad alzare il braccio e, in fondo, un po' mi piaceva quel contatto. "Come stai?" Mi chiese dopo un po'. "Non male" risposi completamente perso nelle sue iridi azzurre. Affogavo in quel mare chiaro e mi piaceva. Riemersi da qull' azzurro solo per assaporare con lo sguardo le sue labbra rosee. Avrei tanto voluto baciarlo. "Come sto?" Chiesi invece. La domanda sembrò ferirlo perché abbassò lo sguardo e il suo sorriso si spense. Sembrava dispiaciuto. "Non è colpa tua" e non lo era "non potevi prevederlo. Ti ricordi ti dissi dopo la nostra prima missione? Non puoi sapere in anticipo cosa accadrà devi...."
"Prendere una decisione e rischiare. Me lo ricordo. Anche perchè dopo mi hai minacciato di tagliarmi le sopracciglia"
"Non ti ho minacciato"
Scoppiammo a ridere ma mi fermai quasi subito, faceva male. Quando si fu calmato il biondo mi rispose: "Mi duole riferiti che ti resta solo un mese di vacanza. Dopo dovrai tornare con me a lavoro"
"Che orribile nuova"

ELVIN
Restai ancora un po' con Levi poi lo lasciai riposare. Il tragitto verso casa lo feci sovrappensiero. Il corvino mi era parso tranquillo e non mi era sembrato il caso di infastidirlo con le mie congetture sul suo passato. "Di la verità Elvin hai paura di scoprire cos'è davvero." "No, so chi è il mio partner" "Davvero? E quelle cicatrici?" "Se le sarà fatte in addestramento...." "Così tante?" "Sì" "E perchè ha già ucciso?"  Non avevo la risposta. Non avevo nessuna risposta, non riuscivo a far tacere i miei dubbi. Anche se rimandavo il momento, perchè era quello stavo facendo, prima o poi avremo dovuto affrontare la discussione.

LEVI
Quando Elvin se ne andò la stanza divenne tristemente silenziosa. Non avevo niente da fare e dormire era fuori discussione. Nonostante la stanchezza non riuscivo a prendere sonno. Chiusi gli occhi e mi immaginai il biondo. Rievocare la sua immagine era sorprendentemente facile. Il suo mento squadrato, i suoi lineamenti severi, le sue labbra carnose, i suoi occhi color del cielo. Sorrisi e mormorai alle pareti bianche "Manca solo che componga un sonetto per lui. Mi sono innamorato di Elvin Smith, cazzo."

ELVIN
Fissavo il soffitto della mia camera. Sdraiato sul letto, con solo i pantaloni del pigiama addosso, mi arrovellavo sulle questioni che da tempo mi rubavano il sonno. Sapevo che l' unico modo per avere risposte era porre quelle domande a Levi ma quella sera non l'avevo fatto. Provavo ad autoconvincermi che non lo avevo fatto solo perché si era appena svegliato ma la verità era diversa. Avevo paura della risposta.  Avevo paura di essermi innamorato della persona sbagliata. "Ti amo Levi Ackerman. Spero solo che tu non sia ciò che credo"

AlyssaMolin04

P.S.
Lo so, é corto. Ma avete idea di che periodo é questo? Ho piú verifiche al giorno che materie. E ho appena realizzato che in questo capitolo Elvin sente voci nella sua testa. Quindi, in teoria, é schizofrenico. Fantastico. Ho appena reso per sbaglio un personaggio schizofrenico.
Ciao♐

F.B.I loveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora