"Mi siete mancati"

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Federico

Mi sveglio. Ho ancora il fuso orario in testa, ad occhi chiusi allungo la mano verso il comodino e prendo il cellulare. 7.15 cazzo! Primo giorno di scuola e già sono in ritardo ma fanculo. Mi alzo dal letto, prendo il primo jeans e la prima maglietta che vedo, mi metto una felpa, mi lavo, e mi aggiusto i capelli nella maniera più guardabile. Prendo lo zaino e ci butto dentro una merendina che mia madre mi ha preparato sul tavolo."ma non fai colazione Fede?" Il tono di voce di mia madre era tranquillo, forse anche lei era troppo assonnata per via del fuso orario. "Sono in ritardo, la mangio a scuola, ciao!" In un attimo sono fuori la porta, scendo nel garage e prendo la mia bici la stessa che guidavo là in Australia. Vado a scuola, i paesaggi sono totalmente diversi, e anche se non stupendi come quelli, Verona mi è mancata tantissimo, controllo l'orologio, posso farcela. Poso la bicicletta e la chiudo con il lucchetto, da lontano vedo Matteo. Lui si avvicina correndo e mi salta addosso abbracciandomi. "Matte!" "Fede, cazzo!" Ci distacchiamo entrambi, in un attimo altri cinque amici mi raggiungono, Gigi, Manuel, Roberto, Yuri e Sara la fidanzata di Yuri. Mi abbracciano tutti, quanto mi sono mancati. In questi 5 mesi sono cambiati tutti, e anche se ci sentivamo su Skype sono diversi, più alti forse, eppure sono gli stessi di sempre, Yuri stringe la mano di Sara, loro no non sono cambiati, ancora innamorati. Manuel ha cambiato taglio dei capelli. "Ma non ti posso lasciare due secondi che ti cambi taglio dei capelli?" Rido rivolgendomi a Manuel, "due secondi?" Ride e mi abbraccia, sì mi sono decisamente mancati. Entriamo tutti dentro l'istituto. Almeno quello non era cambiato, l'odore era lo stesso, le bidelle anche, già stanche ancor prima che suoni, e gli studenti divisi a gruppi che parlano e invece altri con le cuffie mezzi addormentati. Noi sei eravamo tutti compagni di classe da 5 anni,o quasi, ovvero tranne Sara che si trasferì a Verona 2 anni fa perché trasferirono la fabbrica del padre qui è quindi furono costretti a trasferirsi. Mentre ascoltavo Manuel raccontare della nuova professoressa di Matematica che a dir suo era una pazza schizzata che non faceva altro che interrogare e mettere 2 a tutti, vedo un po' più avanti a me una ragazza dai lunghi capelli rossi girata di spalle, la fissavo per capire se era lei, se era Elena. Si gira di profilo due secondi poi si volta di nuovo avanti e abbassa la testa, allora d'istinto le urlo : "POTRESTI ALMENO SALUTARMI", lei continua a camminare verso la sua classe, tutti mi guardano male, tranne Sara.

Sara: "prova di nuovo!" Dice sorridendomi gesticolando con la mano "libera".

"STO DICENDO A TE ROSSA!" Lei si gira di scatto, è bianchissima, è dimagrita forse anche troppo, rimane ferma, non si muove senza pensarci due volte vado ad abbracciarla, la stringo a me, aveva addosso il profumo che gli avevo regalato io. Mi è mancata. "Ciao.." Mi dice sottovoce. "Sono qui..." E non vado via. La sentivo fredda. Si distacca presto dalla mia presa, forse troppo presto. Suona la campanella e lei scappa via da me. "Dai andiamo in classe.."Yuri mi appoggia una mano sulla spalla e andiamo verso la classe. Che strana..

Elena

All'intervallo resto seduta al mio posto. Perchè rischiare di uscire e vedere Lui. No, non mi va. Non sono pronta. La classe è così vuota, un silenzio quasi assordante. Mi metto le cuffie. Ed in quel preciso istante mi arriva un messaggio "dove sei?" È di Federico, Lui. Lo ignoro. Chiudo gli occhi e lascio andare i pensieri attraverso la musica. Dopo 10 minuti arriva Anne e mi guarda, subito dopo mi toglie le cuffie "tutto ok?" Faccio un sospiro, poi indico le cuffie "ho bisogno di carica per affrontare le restanti due ore. " faccio un sorriso fintissimo. "Fai bene, quella interroga dopo" la guardo "sicuro me".

Arriva la prof. "Ragazzi oggi interrogo, vediamo subito chi." Improvvisamente sono tutti presi dall'agitazione e dall'ansia, sento i loro mormorii "se mi chiama non ci vado" oppure "non so niente prendo 3". La prof alza lo sguardo "interrogo Elena" ecco te pareva! Tocca a me, tutti mi guardano, mi alzo e vado alla lavagna. La prof è sorpresa dalla velocità delle mie risposte, glielo si legge in faccia, fa una domanda dietro l'altra e io le sto dietro con le risposte. Alcuni della classe mi guardano con invidia altri sono contenti. Ho sempre amato osservare il viso delle persone, saper leggere il loro 'non verbale', mi ha sempre affascinato come si posso dire due cose nello stesso momento, lo sguardo, le braccia, le mani dicono quello che in realtà non si può' o non si deve dire per non apparire troppo 'crudeli' o 'stronzi' agli occhi degli altri. E così con il tempo ho imparato ad osservare tutto nei minimi dettagli. E ora so quasi con certezza cosa sta pensando la prof di questa interrogazione, e cosa pensano i miei compagni di classe. Finisco l'interrogazione e mi siedo al mio posto. Anne mi batte il cinque e sorride. "Bhe Elena ti metto 8. Complimenti." Quei complimenti sono glaciali. Sentiti ma non vuole che mi monti la testa. Strano che non abbia continuato la frase con.."potevi fare meglio lo sai anche tu." Ecco lo ha detto, ogni volta sembra che quel voto me lo regali. Non la sopporto. Vibra il cellulare, lo tiro fuori di nascosto mentre la prof chiede se ci sono volontari. 'NUOVO MESSAGGIO: Federico' ma perchè mi scrive ancora? "Chiamo io, interrogo Davide. Su." 'Ehi ho bisogno di parlarti, ti aspetto all'una fuori i cancelli della scuola' rispondi. Sì ma cosa? Non mi va di parlare con lui!! "Ehi Elena tutto bene?" Anne mi guarda con gli occhi circospetti. "Yes!" 'Va bene.' Invia. Che cosa vorrà dirmi? "TI METTO 3!! E ringrazia che oggi sono buona!" Uuh. La strega è tornata con le sue urla da mestruata. Perfortuna suona. Ultima ora di Religione e poi parlerò con Federico. No. Non mi va. Ho paura di quello che potrebbe dire o fare. Ma perché è tornato?

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