I suoi occhi

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Elena

Sono nervosa. Agitata. Non so come dovrò comportarmi con lui, se dovrò lasciarlo parlare oppure no. Che palle. Alzo la mano. "Dimmi Elena" la prof mi guarda "prof posso andare in bagno?" "Si vai" mi alzo ed esco. Vado in bagno e rimango lì 5-6 minuti. Ho l'ansia, so la capacità che lui ha su di me e questo mi spaventa. Mi porto entrambe le mani fra i capelli e poi me li aggiusto facendo cadere i capelli sulla schiena. A tutti piacciono i miei capelli rossi, io non ci vado particolarmente pazza, perché sono sempre al centro dell'attenzione. E non è una cosa che affronto facilmente, mi sento a disagio. Preferisco starmene in disparte, osservare gli altri, vedere come interagiscono con una persona che gli piace, oppure vedere come interagiscono quando litigano. Quali sono i loro gesti. E sembra strano ma spesso siamo simili. Ci comportiamo in maniera simile. Basterebbe osservarci per capire molte cose e invece no, ci fidiamo delle parole. Non diamo molto peso alle mani che tremano, alle guance rosse, agli occhi che non fanno altro che cercare altri occhi. Occhi. I suoi. Mi erano entrati dentro, ma proprio dentro si erano incastrati bene nel mio cuore. E per quanto posso dire che non me frega più nulla, lui rimarrà sempre lì. Mi porto una mano al petto. Rientro in classe e prima di aprire la porta faccio un gran sospiro che se avevo qualcuno davanti avrei potuto buttarlo a terra. Mi siedo al mio posto e continuo ad ascoltare la lezione noiosissima di Geografia.

Federico

Mi sveglio prima della sveglia, strano. Penso a quello che accadrà nel pomeriggio. Elena. Lei mi ha sempre colto impreparato, con lei puoi aspettarti di tutto. È una bomba e quando scoppia sa fare molto male, ma il male che fa agli altri probabilmente non è mai come il dolore che prova lei. In 5 secondi alza un muro, e si nasconde dietro di esso. Si difende. È strana, non è facile capirla. Però ogni volta che mi guarda ho come la sensazione che mi legge i pensieri. Io e lei siamo stati sempre complici in tutto, eravamo esattamente l'altra metà del altro "'Da quando ti conosco sto meglio"' ogni volta che me lo diceva volavo 3 metri da terra. Mi faceva sentire importante. Ero importante nella sua vita, e lei lo era per me. Lei lo è ancora, credo. Con lei ho fatto quello che non ho mai fatto in vita mia per nessuno. Ricordo quando litigavamo i quei momenti mi sentivo devastato, non triste, ma devastato totalmente. Avevamo entrambi paura di perderci e forse anche dopo 5 mesi che non stiamo più insieme quella paura c'è ancora. Quei capelli rossi mi hanno coinvolto dal primo momento in cui l'ho vista. Era alle macchinette che prendeva una merendina e poi andava in classe. 2 giorni dopo la vidi seduta sul muretto insieme alle sue amiche che rideva. Lì ho davvero fatto di tutto per avere il suo numero. Roberto la conosceva così mi faccio dire il nome e l'aggiungo su Facebook, la sera stessa lei mi scrive chiedendomi se ci eravamo visti e da lì inizio tutto. Le notti in bianco. I pomeriggi insieme. Scappavano dalle lezioni per vederci nei corridoi. E lei non lo sa ma io passavo apposta dalla sua classe per vederla. Ma 5 mesi fa sono dovuto andare in Australia a dir dei miei genitori era per sempre o almeno per diversi anni. Così la lasciai. Cazzo . Ricordo che mi pentii due secondi dopo aver pronunciato quelle parole. Ma ormai era fatta. Non volevo essere egoista. Perché legarla a me? La sveglia suona e interrompe i miei maledettissimi pensieri, mi alzo e inizio a vestirmi. Vado in cucina, non ho molta fame ma mia madre insiste quindi faccio una breve colazione, prendo lo zaino. "Mamma non torno per pranzo" dico a mia madre mentre metto la giacca. "Okei stai attento" esco e vado a scuola in bici.

Intervallo, non me ne frega un cazzo voglio vederla. Vado nella sua classe. La vedo è seduta al suo banco. "Guarda che c'è uno fuori alla porta e di sicuro non è venuto per me" una sua compagna di classe rivolgendosi a Elena, le si alza e viene verso la porta. L'abbraccio. Finalmente. Dopo 5 mesi. Mi mancava. "Ehi ciao.." Mi dice. "Ciao..e scusami ma volevo vederti" lei mi sorride ed è in imbarazzo anche se quel sorriso sparisce dopo 5 secondi. "Bhe ora..torno in classe.." Questa volta scappo io. Che coglione. "Va bene a dopo, ciao."

Entro in classe, ultime due ore di test. C'è la posso fare, ma chi li ha inventati i test d'ingresso ? Ma ora non mi interessa, devo finire questo test e uscire da lì per vedere Elena.

"Signor Losi.." Alzo la testa "sì" dico guardando il prof. "Entrambi i test di ieri sono andati molto bene, 98/100 matematica e 86/100 italiano." Sorrido soddisfatto e continuo il test di economia, lo finisco e mi da subito quello di storia e al suono dell'ultima campana consegno il test. "Arrivederci" dico ed esco dalla classe.

"Da grande voglio sognare"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora