VI

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CAPITOLO II

HERMIONE’S POV
-Benvenuta a Camden Town, Granger!
Ci trovavamo in mezzo a una strada molto affollata, indubbiamente babbana. La gente intorno a noi era bizzarra. Alcuni avevano i capelli di colori improbabili, altri avevano così tanti tatuaggi da non lasciare nemmeno un pezzo di pelle libera. Sui marciapiedi c’erano numerosi artisti di strada, musicisti e pittori. La cosa che più colpiva, però, erano le insegne in rilievo dei negozi.
-Malfoy, dove mi hai portato?
-Suvvia Granger, non dirmi che non riconosci la tua città natale!
-Siamo a Londra?
Vidi Malfoy ghignare e annuire con uno sguardo compiaciuto.
Camden Town non sembrava affatto la Londra sfarzosa e lussuosa a cui ero abituata. Quel posto era alternativo e mi piaceva moltissimo.
-Come hai scoperto questo posto?
-È successo per caso. Il giorno prima del mio processo, quando non sapevo se sarei stato ancora un uomo libero, decisi di girare Londra Babbana. Non ci ero mai stato dato che mio padre me lo aveva sempre impedito ed ero molto curioso di vedere come vivono i Babbani. Ho passato tutta la mattinata a girare i posti più famosi come Buckingham Palace, il Palazzo di Westminster, il London Bridge e Piccadilly. Mi sono spostato utilizzando la Metropolitana o camminando. A un certo punto mi sono fermato in un bar per bere un caffè.  Al bancone, seduto accanto a me, c’era un anziano signore. Mi chiese se ero un turista e se era la prima volta che giravo Londra. Gli risposi di sì. Mi chiese cosa avessi visto fino a quel momento e che impressione avevo avuto. Gli elencai i posti in cui ero stato e gli dissi che Londra era una città bellissima e con una storia da raccontare, ma a cui mancava qualcosa. Lui rise. Poi mi disse che per trovare quel qualcosa che mancava a Londra, avrei dovuto visitare Camden Town. Così dopo che ebbe spiegato come raggiungere Camden lo ringraziai, poi seguendo le sue indicazioni arrivai qui- fece una pausa, perso nei ricordi di quella giornata- ricordo di aver capito subito cosa intendeva quel Vecchio Babbano. Questo posto ha personalità. La gente qui non si preoccupa delle apparenze. Qui la diversità è d’una cosa normale. Mi sono sentito per la prima volta libero, semplicemente visitando questo posto. Da quel giorno non posso fare a meno di venire qui quando ho tempo, soprattutto quando non mi ricordo più chi sono o quando sono triste.
Lo guardavo ammirata. Le sue parole mi avevano colpita. Avevo capito che faceva riferimento alla sua vita passata. Mi dispiaceva per lui. Potevo capire come si era sentito ad avere quella libertà tanto agognata.
Allungai un braccio verso di lui, fino a toccargli la spalla. Lui spostò il suo sguardo argentato nel mio. In quel momento mi colpì la sua bellezza. Lo avevo sempre trovato bello, ma non ci avevo mai dato peso. Invece, dopo il comportamento di prima nei miei confronti e dopo le parole che aveva detto, mi sono resa conto della sua bellezza. Sia interiore sia, mio malgrado, esteriore.
Arrossii per i miei stessi pensieri. Malfoy mi sorrise. Quando sorrideva gli formavano delle fossette dolcissime sulle guance. Probabilmente era la prima volta che lo vedevo sorridere in quel modo così sincero, ma sapevo già di non poter più fare a meno di quel sorriso.
-Andiamo Granger?
-Malfoy, dati i nostri trascorsi credo che sia arrivato il momento di chiamarci per nome.
-Così sia allora! Andiamo, Hermione?
Mi guardava ancora con quel bellissimo sorriso, mente mi porgeva elegantemente il braccio.
-Andiamo, Draco.

DRACO’S POV
Portai Hermione nei miei posti preferiti. Più il tempo passava, più tornava a essere la solita Hermione, quella a cui ero abituato. La fiamma luminosa dei suoi occhi era tornata, anche se più flebile. Ma soprattutto le era tornato il sorriso. Quel suo bellissimo e gioioso sorriso, in grado di sciogliere i cuori più ghiacciati. Adoravo il suo sorriso, se poi a causarlo ero stato io era ancora meglio.
A distrarmi dai miei pensieri furono le parole di Hermione.
-Ti va di mangiare una gelato?
Aveva uno sguardo così speranzoso che cedetti, nonostante il gelato non mi piacesse particolarmente. Così, dopo aver fatto la coda e aver comprato il gelato, ci sedemmo su una panchina lì vicino. Su di noi calò il silenzio. Avevamo passato tutta la giornata tra chiacchiere e risate, commenti sul posto e sulla gente e, ora che avremmo potuto parlare un po’ di noi, nessuno aveva il coraggio di iniziare.
-Sai che Camden Town ha dato i natali a grandi artisti? Per esempio Charles Dickens, noto scrittore Babbano,  aveva una casa proprio in questa zona e si dice che per raccontare le sue storie prendesse spunto proprio dalla gente del posto e dalla loro storia. Pare che il personaggio di Oliver Twist sia nato proprio da un orfanello che girovagava per Camden Town e che tutti i giorni si presentava alle porte degli abitanti per chiedere un pezzo di pane.
Hermione mi guardò dritto negli occhi, piacevolmente stupita.
-Conosci Charles Dickens, Draco?
Aveva il gelato sulla punta del naso. Era così carina. Non riuscii a trattenermi dal ridere.
Lei mi guardò accigliata.
-Cosa ti diverte tanto?
-Scusa Hermione, ma hai gelato sul naso.
Di nuovo scoppiai a ridere. Poi presi un fazzoletto e mi avvicinai al suo viso per pulire quel pasticcio.
I nostri visi in quel momento erano vicinissimi. Potevo sentire il suo respiro accelerato e il suo fiato caldo infrangersi sul mio viso. Anche con il viso sporco, le guance arrossate e i capelli scombinati Hermione rimaneva la mia bellissima Leonessa.
I nostri visi si fecero ancora più vicini. La sua mano si mosse fino ad appoggiarsi sulla mia guancia. I nostri occhi erano fissi in quelli dell’altro,  l’oro e l’argento si fondevano.

HERMIONE’S POV
Non sapevo come avevamo fatto a trovarci in quella situazione. Sapevo solo che desideravo baciarlo con tutta me stessa.
E nonostante il mio cervello cercasse di fermarmi ricordandomi di Ron e di quello che era successo quella mattina, il mio cuore era più forte e mi spingeva verso Draco. Ci guardavamo negli occhi e non riuscivamo a interrompere quel contatto. Non volevamo interrompere quel contatto.
E poi, in un attimo, le nostre bocche si incontrarono. Fu un bacio veloce e delicato ma anche pieno di dolcezza e sentimento. Non penso di aver mai ricevuto un bacio così.
Appena ci fummo separati da quel bacio ci guardammo per lungo tempo, sorridendo. Questo era un nuovo inizio, il nostro nuovo inizio.
Il mio cervello cercava ancora di ribellarsi a questa cosa. Il mio cuore però non era rimasto indifferente a quel semplice bacio.
Perché, nonostante le nostre bocche si fossero toccate per un attimo, i nostri cuori avevano iniziato a legarsi per sempre.

A Total Eclipse of the Heart ••Dramione•• Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora