Salii le scale e una volta arrivato alla fine della rampa aprii la porta che mi separava dalla cima del tetto di quello che era un palazzo abbandonato ormai da anni. C'era un vento leggero. La luna era alta nel cielo e illuminava tutto il paesaggio a me sottostante. Mi avvicinai al bordo del tetto e guardai in basso. Era alto. Troppo alto. Feci un respiro profondo, 'sei forte, puoi farcela', dissi a me stesso. All'improvviso sentii dei passi dietro di me e mi girai ad osservare la figura che si avvicinava. Era nascosto nell'ombra, non lo vedevo bene. L'unica cosa che avevo notato, oltre al fatto che fosse un uomo, erano i suoi occhi. Anche nel buio della notte i suoi occhi brillavano di luce propria, come le stelle che coprivano gran parte del cielo. Due stelle verdi.
Intanto lo sconosciuto, a ogni passo mostrava qualcosa in più di lui. Adesso la luce della luna illuminava quasi tutto il suo volto. Notai le sue labbra. Erano perfette, pazzesche. Le avrei volute sfiorare con le mie, avrei voluto baciarle per ore, fino a rimanere senza fiato. Come potevo pensare queste cose di uno sconosciuto? "Cosa ci fai qui?" chiesi. "Quello che fai tu" rispose lui. Anche la sua voce era stupenda. Bassa, profonda, rilassante. Era forse un angelo? "Come fai a sapere cosa ci faccio io qui?"
Ormai era completamente illuminato dalla luna e quando lo vidi, mentirei se non dicessi che il mio cuore perse qualche battito e io smisi di respirare per dei secondi che sembrarono infiniti. "Lo riconosco quello sguardo nei tuoi occhi. Quello sguardo perso nel vuoto anche se guardi intensamente qualcosa, anche adesso che stai guardando me. Lo riconosco quello sguardo di chi ormai non crede più in niente, più a nessuno. Di chi non ci spera più. È il mio stesso sguardo".
(...)
Non so bene come siamo arrivati dal punto di buttarci da un palazzo a qui, in un bar, a bere un caffè.
Flashback
"Chi va per primo?" mi chiese, con un sorriso beffardo. Non volevo farlo per primo. In quel momento con Harry, scoprii solo dopo il suo nome, mi sembrava così sbagliato essere lì. Avevo paura, ero terrorizzato. Avevo quasi la sensazione che se lo avessi fatto avrei potuto perdere qualcosa, qualcosa di importante. Mi sembrava un'assurdità, in fondo non avevo niente e nessuno. "Il fatto che sia arrivato prima di te non vuol dire che debba andare per primo" risposi sulla difensiva. Diedi un'altra occhiata veloce a ciò che c'era, o meglio non c'era, sotto di me, quando sentii una risata dolce. Harry rideva e, Dio mio, era perfetto qualunque cosa facesse, in ogni sua piccola cosa. La sua risata era il suono più dolce che avessi mai sentito. Avrei voluto sentirla sempre, mi dissi. Era strano pensare in questo modo a uno sconosciuto, pensare a un futuro, qualunque esso sia, con una persona di cui sapevo solo il nome. "Che ne dici di discuterne davanti a un caffè?"E come ci erano finiti lì a ridere come due amici di vecchia data, Louis davvero non lo sapeva. Ma poco importava, quel momento gli sembrava così giusto. E quando sei felice, non te lo chiedi il perché, non serve. Quando le cose accadono, non sempre vanno spiegate, a volte basta solo viverle.
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𝐋𝐚𝐬𝐜𝐢𝐚𝐭𝐢 𝐬𝐚𝐥𝐯𝐚𝐫𝐞 || 𝐋𝐚𝐫𝐫𝐲 𝐒𝐭𝐲𝐥𝐢𝐧𝐬𝐨𝐧
FanfictionLa vita è strana a volte. Ti mette davanti a situazioni difficili, a volte impossibili da superare. Anche quando non ce la fai piu, quando decidi di rinunciare a tutto, ti sconvolge i piani. Destino lo chiamano. Loro non credevano a destino. Almeno...