Capitolo. 7

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Che cos'è la felicità?

Alcuni risponderebbero che la felicità è la persona che amano, o i propri figli. Altri direbbero che la felicità è un posto e altri ancora che è un momento.

Per me è tutto questo. Per me è Harry, la persona per cui provo qualcosa di forte, di bello. Per me la felicità è il mio letto, è Harry sopra di me che mi bacia ovunque. Che mi bacia come se volesse scoprire ogni parte di me. Non seguiva un percorso preciso, qualsiasi porzione del mio addome, precedentemente privato della maglietta che portavo addosso, lui la baciava. Sembrava quasi che con quei baci, mi stesse leggendo l'anima e non so da quando sono diventato così romantico, ma questo è. Harry mi sta leggendo dentro.

Harry mi sta amando.

***

Mi svegliai per il caldo. Aprii gli occhi, cercando di capire cosa stesse succedendo. Quando abbassai lo sguardo, sorrisi. Harry era completamente disteso su di me. La sua testa sul mio petto . Aveva i capelli sparati in tutte le direzioni, il ciuffo davanti gli occhi. Le labbra leggermente aperte. Era un angelo.
La notte prima ci addormentammo così, stanchi e felici, stretti l'uno all'altro - tanto da non capire dove finiva uno e iniziava l'altro.
Mi tirai un po' su a sedere, cercando di non svegliarlo e rimasi per qualche minuto - o forse ore - ad osservarlo. Guardavo ogni suo lineamento. La curva della fronte, del naso, della bocca, del mento. Tutto. Ogni dettaglio. Era bellissimo, non avevo mai visto niente di più prezioso. E voleva me. E io volevo lui.
Ci avevo messo tempo a capirlo, ma alla fine era successo. Io volevo Harry. Più di ogni altra cosa al mondo.

Restai ancora un po' di tempo così, steso a letto - con l'uomo che mi faceva battere il cuore - stretto a me. Ero felice, per una volta, ero davvero felice.
Allungai il braccio verso i capelli chiari di Harry, avevo provato a resistere ma non ero famoso per il mio autocontrollo. Gli accarezzai i capelli, finché non si svegliò. "Buongiorno dormiglione", dissi per poi sorridere alla scena di Harry con gli occhi semi aperti e un sorriso stanco a contornargli il volto. "Da che pulpito", rispose lui. Risi. Lo facevo spesso da quando c'era lui nella mia vita. "Fallo ancora", disse aprendo del tutto gli occhi e fissandoli nei miei. Il cuore smise per un attimo di battere, non mi ero mai sentito così, come se ci fossimo solo noi e il resto del mondo fosse chiuso in una scatola. "Cosa?", riuscii a dire dopo qualche secondo. "Ridi ancora. Non smettere mai di farlo. Ridi, sempre. Fallo per me. Fallo con me. Sii felice, Louis. Possiamo esserlo insieme, se solo tu vorrai."

Credo che stesse attentando alla mia salute, perché il mio cuore - davvero - non faceva altro che smettere di battere per poi riprendere la sua corsa più veloce di prima. E io feci come lui: corsi. Per la prima volta, non mi fermai sulle strisce - no, non lo feci - non aspettai che scattasse il verde, non aspettai di essere al sicuro. Per la prima volta mi lanciai e non mi importava se il semaforo fosse rosso, se le macchine mi sfrecciavano accanto, non mi importava non avere il controllo. Mi bastava avere lui. Mi bastava avere Harry.

"Lo voglio."

𝐋𝐚𝐬𝐜𝐢𝐚𝐭𝐢 𝐬𝐚𝐥𝐯𝐚𝐫𝐞 || 𝐋𝐚𝐫𝐫𝐲 𝐒𝐭𝐲𝐥𝐢𝐧𝐬𝐨𝐧Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora