Aveva freddo. Quasi tremava. Gli occhi bruciavano e la vista era appannata a causa delle lacrime che rigavano il suo viso. Ma non importava. Non in quel momento. Doveva correre, andare via, dove non lo sapeva, ma neanche quello importava. Erano passati minuti -oppure ore, non lo sapeva- da quando era scappato via dall'unica persona, che in tutta la vita, era riuscita a fargli provare qualcosa, qualcosa di forte, di bello, l'unica persona che era riuscita a farlo sentire giusto.
Ma niente in quel momento aveva importanza, perché la paura era troppa, sovrastava ogni altro sentimento. Quel bacio era stato come ritornare a respirare, senza neanche accorgersi di non farlo da una vita. Era quella la sensazione di essere nel posto giusto, con la persona giusta? Era quello l'amore? Come poteva riconoscere l'amore, lui che non ha mai amato nemmeno se stesso? Eppure c'era qualcosa che gli diceva di star sbagliando a scappare. Non era la prima volta che andava via dalla vita delle persone, era ormai un'abitudine, in silenzio si allontanava. Pensava che se fosse stato importante per l'altra persona, questa avrebbe lottato per riaverlo. Ma non successe mai, lui non ne valeva la pena. O almeno era quello credeva.
Ma stavolta era diverso. Harry era diverso. Più correva e più ripensava a quegli occhi verdi, profondi e che dicevano tanto senza bisogno delle parole, quelle non erano mai piaciute a Louis. Pensava a quel sorriso, così luminoso che lo faceva risplendere. Ha sempre pensato che brillasse di luce propria, gli piaceva credere che fosse una stella caduta in terra per rendere la sua vita un po' più bella. E poi pensava alle sue labbra, si chiedeva spesso come fosse baciarle e quando finalmente successe -aveva scoperto fossero stupende come pensava, forse anche meglio- l'unica cosa che era riuscito a fare era stato scappare.
Si fermò per riprendere fiato, aveva il respiro corto e tremava per il freddo, ma allo stesso tempo stava sudando. Si guardò intorno, non aveva idea di dove fosse. Aveva voglia di vomitare, vomitare anche tutto ciò che stava provando in quel momento. Gli faceva male il petto, il cuore batteva talmente forte che aveva paura gli potesse spaccare la gabbia toracica. E si sentiva stupido. Ed era stanco di correre, era stanco di andare via da tutti, ma l'alternativa lo terrorizzava. Sarebbe stato in grado di restare?
***
Un altro giorno stava iniziando. Il sole splendeva alto nel cielo e Louis si girò infastidito nel letto, a causa dei raggi che passavano attraverso le serrande. Restò ancora qualche minuto tra le fredde lenzuola, per poi alzarsi e farsi una doccia veloce. Preparò il caffè, una spremuta e prese un paio di biscotti.
La mattinata la passò sul divano a guardare la tv, o almeno era quello che fingeva di fare. In realtà pensava. Erano giorni che non faceva altro che pensare. Harry era il suo chiodo fisso ormai, non poteva evitare che la sua mente volasse a quella sera. Aveva pensato che doveva andare da Harry, doveva chiedergli scusa e dimostrargli che a lui ci teneva, ma non sapeva come fare. Lui non era capace di dare certezze, erano gli altri che le davano a lui, per poi spezzargli il cuore e fargli capire che alla fine lui non è abbastanza. Aveva pensato di aver fatto una cazzata con Harry e per la prima volta si rese conto che il suo errore forse non era quel bacio. Ma era più forte di lui, non riusciva a fidarsi, non poteva. Si era fatto una promessa anni fa, sarebbe andato avanti da solo, nessuno sarebbe stato più in grado di distruggerlo. Ma poi è arrivato harry e ogni muro che aveva costruito, ogni certezza che aveva, sono crollate una dopo l'altra in pochissimo tempo. E non poteva permetterselo.
Ma lui teneva ad Harry, più di quanto volesse ammettere e questi giorni senza di lui non valevano la pena di essere vissuti. Era stanco di questa situazione, di sentirsi sbagliato qualsiasi cosa facesse. Qualsiasi scelta faceva non era mai quella giusta.
Pensava che se Harry, fino a quel momento, non era andato da lui, allora perché sarebbe dovuto andare lui?
Louis non ne valeva la pena, lo sapeva, ma stavolta faceva più male.
E con questo pensiero -e qualche lacrima a bagnarli il volto- si addormentò.Se solo avesse saputo quanto si sbagliava.
Un suono. Un suono insistente fece svegliare Louis. Aprì gli occhi e sbuffò infastidito da quel rumore. Si stropicciò il viso e sbadigliò. Prese il telefono e guardò l'orario. 13:47. Era già ora di pranzo, ma quanto aveva dormito? Si alzò a fatica dal divano, maledicendo chiunque fosse dall'altra parte del citofono. Chi poteva essere? Nessuno era mai venuto a casa sua, non aveva amici e i genitori neanche gli rivolgevano più la parola. Si trascinò fino alla parete da dove proveniva quel suono fastidioso. "Chi è?", chiese con la voce ancora impastata dal sonno. "Sono Harry, mi apri?"
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𝐋𝐚𝐬𝐜𝐢𝐚𝐭𝐢 𝐬𝐚𝐥𝐯𝐚𝐫𝐞 || 𝐋𝐚𝐫𝐫𝐲 𝐒𝐭𝐲𝐥𝐢𝐧𝐬𝐨𝐧
FanfictionLa vita è strana a volte. Ti mette davanti a situazioni difficili, a volte impossibili da superare. Anche quando non ce la fai piu, quando decidi di rinunciare a tutto, ti sconvolge i piani. Destino lo chiamano. Loro non credevano a destino. Almeno...