Cara Anna,
ti scrivo dall'oceano.
Ormai siamo in viaggio da così tanto che posso solo ipotizzare dove ci troviamo, ma questo azzurro è bellissimo.
Penso sia una sfumatura di azzurro che non avevo mai visto, o che non mi ricordo.
È un azzurro diverso da quello dell'oceano ad Avonlea, o a New York.
Sai, vorrei che tu fossi qui, per rendere giustizia alle descrizioni che questo luogo si merita.
Viaggiamo tra due cieli, uno liquido e uno aeriforme in una nave dove camminano poveri disperati e ricchi brontoloni, sperando che trapeli qualche informazione dal ponte del capitano.
Noi dormiamo in uno stanzone, nel ventre della nave, su delle amache sorprendentemente comode e non mi trovo male, malgrado il caldo costante che emanano le caldaie dove facciamo bruciare il carbone.
Vorrei lavarmi, quello mi manca.
Vorrei che tutti ci lavassimo, in realtà: c'è una puzza qui degna del bestiame in fattoria.
Ti immagini la faccia della Signora Butler se mi presentassi in Chiesa la domenica col viso color pece e vestiti sgualciti?
Le madri progressiste sarebbero molto meno progressiste e mi butterebbero nel fiume, strigliandomi come si fa col bucato.
Probabilmente tu figureresti i loro visi allibiti anche meglio di come faccio io.
Ieri ho parlato di voi a Bash, che si chiedeva come fosse la gente di Avonlea per farmi scappare così.
Ovviamente ho detto solo cose positive e penso di averlo incuriosito molto.
Mi da del matto per avervi lasciati, ma io so che almeno tu hai capito le mie ragioni e questo mi basta.Il mondo è bellissimo Anna, spero di fartelo vedere prima o poi.
Tornerò, un giorno.
Con amore,Gilbert Blythe
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Letters to Miss Anne Shirley-Cuthbert
FanfictionUna lieta domanda posta da Gilbert fa sorgere amare controversie, che però potrebbero essere risolte da dolci ricordi mai dimenticati...