anima di lupo parte 3

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Camilla era sempre nervosa e solo adesso noto che ha delle profonde occhiaie sotto agli occhi, ma resta comunque affascinante. 
"Prestatemi attenzione!" il professore tiene sotto alle ascelle due palle da basket. Sembra nervoso, non ha voglia di perdere tempo.
Ci spiega brevemente quello che vuole fare: dobbiamo disporci a coppie. Quello con la palla deve fare canestro, l'altro deve prendergli la palla e fare canestro al posto suo. 

Dopo qualche coppia tocca a me e a Camilla. 
Quando si pone davanti a me non mi sorride come quando faceva di solito. La sua espressione è seria, lo sguardo sul mio pallone...è agguerrita?

Sento il fischietto. 
Faccio per avanzare, ma lei mi sbarra la strada e con violenza mi ruba il pallone e corre verso il canestro a una velocità mostruosa, io cerco di raggiungerla e quando, tra un palleggio e l'altro, riesco ad afferrare la palla, lei si volta violentemente verso di me. 
I suoi occhi brillano di pazzia e sfodera un sorriso crudele. 
Tutto succede in una frazione di un secondo. 
Mi ritrovo a terra con un braccio sanguinante, mi ha graffiato. Come ha fatto a farmi così male?

Ma io il dolore non lo sento, percepisco rabbia.

Sento che mi scorre su e giù, dai palmi delle mie mani, al cuore, alla testa, alle gambe.

Salto. Le salto addosso e strapazziamo tutte e due al suolo.
Non sento niente. Siamo impegnate a prevalere una sull'altra e a tirarci i capelli. 

Il suo braccio dentro si distende, pronta a darmi una manata. 

Mi stacco da lei. In meno di un secondo sono dall'altra parte della palestra, verso i bagni. 

Il professore sta blaterando qualcosa a proposito di una nota disciplinare e del preside. 
Non mi importa.

Oggi è tutto così confuso e... strano. Ma che mi sta accadendo, io non farei mai a botte. 

Ma anche Camilla è strana, percepisco un cambiamento in lei. 
Apro il rubinetto dell'acqua, prima mi sciacquo la faccia, poi tocca al mio braccio. 
La mia pelle è intatta. INTATTA. Non c'è nessuna ferita.

Quando il sangue secco se ne ne è andato fermo il getto d'acqua. Non faccio in tempo ad allontanarmi che mi prende un lancinante dolore alla schiena. 

Sobbalzo in avanti e afferro la prima cosa che mi capita: il rubinetto.
 La fitta si fa più intensa, e anche la mia presa su quel metallo. 
Il dolore si diffonde, sento male ovunque: nei piedi, nelle mani, alla testa. 
Rompo il rubinetto. Non avendo più niente a cui aggrapparmi casco per terra e mi contorco.
Il dolore si è spostato verso la parte finale della mia schiena e spinge, e spinge. 

Sento un dolore lancinante ai canini e all'improvviso ho molto caldo. 
Ormai tengo gli occhi chiusi, aspettando che il dolore se ne vada. 
Sento la campanella suonare. 

Il dolore piano piano mi è passato e posso continuare a far finta di niente. 
Quando tutti entrano per cambiarsi, io prendo le mie cose ed esco. 
Il prof ha detto che mi devo recare verso la presidenza, ed è lì che andrò. 

ANIMA DI LUPODove le storie prendono vita. Scoprilo ora