Il viaggio procede tranquillamente e per quel lasso di tempo mi dimentico, temporaneamente, di tutto il caos che si è creato nella mai vita. I licantropi e i vampiri passano in secondo piano e mi lascio trasportare del verde e dalle innumerevoli sfumature celesti che il mare mi presenta. Entro in una sorta di bolla dove mi sento in pace dopo tanto tempo e mi sento cullare. Quasi non sento i rumori vista la mia totale immersione nel paesaggio che vedo dal finestrino e respirare non mi fa più fatica, non sento rabbia e tutto è al suo posto, o almeno credo.
"A tutti i passeggeri: allacciatevi le cinture. Ci prepariamo per l'atterraggio."
Mi fa fatica alzarmi e svegliarmi dal mio momento di trans più assoluto, ma Camilla mi strattona il braccio e sono costretta a stiracchiarmi e a costringermi a strabuzzare gli occhi per rimanere sveglia, o almeno per far finta di esserlo.
Una volta messi i piedi sulla terra ferma mi accorgo che in cielo ci sono enormi nuvoloni neri e una goccia mi cade sulla fronte. Sposto gli occhi dal cielo e mi concentro sul ritirare i miei bagagli, all'interno dell'aeroporto. Tutti siamo stanchi e spossati per il viaggio che abbiamo fatto e infatti nessuno osa aprire bocca per proferire parola.
Arrivati al porto mi sveglio dal mio breve sonnellino e mi stropiccio i miei occhi azzurri (sono stanca).
Scendo, prendo il mio bagaglio e aspetto che Camilla prenda anche il suo.
"tu guarda se vedi dei cambiamenti o comportamenti strani!" le faccio mentre addento un panino farcito di salsa ai cetrioli comprato da un negozietto poco attraente... sì, è buono come sembra.
"notato niente?"
"Me l'hai detto solo un secondo fa!!" dice indispettita.
Dobbiamo prendere un pullman per arrivare alla casa che apparteneva alla nonna. Tutta fatta in legno, non dista molto da mare, ma si trova su un rilievo, in stretto contatto con il bosco. l'ambiente ha un effetto calmante sulla mia mente, eliminando tutti i miei pensieri, facendomi godere la meravigliosa casa che ho davanti, l'eredità di nonna Rose.
La porta cigola quando la apriamo, e quasi mi dispiace distruggere la calma e il silenzio che credo abbiano regnato qua per molti anni, con il rumore delle rotelle delle valigie sul legno antico.
Io e Camilla dividiamo la camera. Ci sono due letti a baldacchino, uno acqua marina, uno viola. C'è una grande finestra che dà sul mare, a quest'ora quasi del tutto deserto.
Sto a sedere su una sedia, mentre la mia amica sta sfacendo i miei bagagli. Me ne resto qua come un ebete, come se fossi in una sorta di ipnosi profonda. Posso respirare il profumo del mare e ascoltarne il suono, eterno, che non si fermerà mai.
Camilla deve tossire più di una volta prima che io mio risvegli dal mio stato di trans, la guardo, lei non dice niente.
I suoi occhi assumono un colore vicino al rosso scuro. Si sta tormentando il labbro. Capisco subito che ha molta sete e si deve procurare qualcosa da bere, possibilmente non umano. Al più presto.
Ci precipitiamo a velocità supersonica nel bosco, giusto per fare un' "esplorazione" del luogo. Questo è quello che ho detto a mia madre.
Io faccio da palo, nel caso ci siano dei turisti curiosi che gironzolano in giro, e lascio Camilla fare quello che deve per evitare di ammazzare qualcuno.
Devo ammettere che i versi che fa quando si nutre mi fanno accapponare la pelle, ma non glielo direi mai. Già è difficile tenere tutto sotto controllo, ci manco pure io che dico alla mia migliore amica che mi fa paura. Poi parlerei io, no? Il lupo mannaro.
Sentiamo dei fruscii, delle risate di un un gruppo di ragazzi e di ragazze.
La mia amica se ne accorge e salta giù da un albero, molto agilmente devo dire, e si guarda attorno.
Finalmente possiamo associare i volti alle voci. Ci sono due ragazzi e tre ragazze.
Uno dei due mi guarda intensamente con i suoi occhi tendenti al rosa. E' talmente bello che arrossisco fino alla punta delle orecchie, credo di aver suscitato l'ilarità generale. Ci sono dei gridolini eccitati da parte di due ragazze, che palesemente hanno assistito alla mia figuraccia.
Non è di certo colpa mia se è moro, con i capelli ribelli, decisamente in forma, un bellissimo sorriso e...
Il secondo ragazzo sembra molto simpatico. Mi porge la mano, dicendo che è veramente un gran piacere conoscermi e mi fa un inchino. Però non mi dice come si chiama, ma sono troppo presa a studiarlo per chiederglielo. Ha gli occhi come il mare, la pelle abbronzata ed è molto snello e alto.
Mi si avvicina una ragazza saltellando, ha il sorriso che le va da un orecchio a quell'altro. Ha gli occhi viola, i capelli mori raccolti in mille treccine che le arrivano fino al sedere. Ha l'aria dolce, la pelle scura, lo sguardo intenso, è bellissima.
"Io mi chiamo Viola!"
"io sono..."
"Mia, ovviamente"mi interrompe
come fa a sapere il mio nome?
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ANIMA DI LUPO
FantasyIl mondo come lo conoscevo è stato accartocciato, stirato e poi fatto a pezzi. Giurerei anche che qualcuno ci abbia pestato sopra. Quando mi guardo allo specchio vedo il mio viso, e bene o male mi riconosco. Ma quando ascolto i miei battiti cardiac...