La squadra

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Hanji's POV
Arrivo al laboratorio tutta trafelata e, come al solito, in ritardo. Alla scrivania sta lavorando la mia squadra.
Moblit mi illustra il lavoro fatto in mia assenza, io annuisco e osservo i miei compagni assorti negli esperimenti. Sono bravi ragazzi, i migliori che mi potessero capitare.
Moblit ha un anno in meno di me e lavoriamo insieme da quattro anni. In tutto questo tempo lui c'è sempre stato per me, nei momenti difficili e in quelli allegri. Studiamo spesso insieme, lavoriamo insieme fino a tardi e mi ha persino salvato la vita un paio di volte da degli incidenti in laboratorio. Un legame forte ci unisce e nei suoi confronti nutro una fiducia illimitata.
Nifa è una ragazza di terza ed è il suo secondo anno nel club. È diligente, affidabile e prende sempre appunti. È lei ad occuparsi di tutti i documenti e delle relazioni da consegnare al preside, dato che è quella precisa del gruppo. È una ragazza dolce, gentile ed elegante; infatti, ogni volta che ho un appuntamento, chiedo a lei consigli per i vestiti.
Goggles e Keiji sono della stessa classe di Nifa e lavorano qui da due anni. Fanno sempre battutine che lasciano disgustati Moblit e Nifa, facendo ridere me che, in quanto "ragazza intelligente del quinto anno", dovrei essere quella seria e responsabile. Nonostante l'aria da buffoni quei due sono davvero intelligenti e mi lasciano sbalordita ogni volta che hanno un'intuizione.
L'ultimo arrivato è Armin, che frequenta la prima. È carino e timido, parla di rado ma, quando parla, mi spaventa per come dia per scontate le implicazioni militari del progetto. Ha una mente geniale e un grande potenziale, gli manca solo un po' di autostima. Quando avevo la sua età il progetto era appena stato creato. Io allora ero solo una ragazzina e quando il preside Smith mi ha proposto di lavorare ad un progetto segreto che sarebbe stato fatto passare per un'attività del club di scienze ero stata titubante.
Mi sembrava assurdo, mi chiedevo quale scopo avrebbe avuto quella ricerca che aveva tutto l'aspetto di un'arma distruttiva. Poi cedevo ai miei sentimenti da adolescente e mi chiedevo perché avessero scelto me, se sarei stata all'altezza. Ci ho messo una settimana intera prima di accettare, prima di capire che, se il mio sogno era davvero essere una scienziata come mi ero sempre ripetuta, quella era una immensa opportunità.
È successo lo stesso ad Armin, lo so perché sono stata io stessa a notarlo e a fargli quella proposta.
Molte cose sono cambiate da quando ho iniziato a lavorare al progetto: in poco tempo sono diventata un membro importante del progetto. Ho lavorato fianco a fianco con Erwin, e siamo entrati in confidenza. Sorrido a questo pensiero: infondo, se mai qualcuno dei miei compagni di classe dovesse venire a sapere di questa faccenda, ciò che lo stupirebbe di più sarebbe il fatto che chiamo il preside per nome...
A proposito del preside: chissà se è ancora arrabbiato...
In momenti come questi la vita sembra seguire il corso dei miei pensieri. Alcuni direbbero "parli del diavolo spuntano le corna", e come smentirli quando vedi il preside varcare la porta proprio mentre pensi a a lui?
Tutti ci alziamo e facciamo il saluto della scuola, poi riprendiamo a lavorare.

Lavoriamo per ore e, finalmente, arriva il momento di tornare a casa. Uno a uno i miei compagni se ne vanno e quando sto per andarmene anche io Erwin mi chiama. Vengo colta da una sensazione mista tra la stanchezza e l'imbarazzo di parlare con qualcuno con cui hai appena litigato.
«Ho sentito che sei finita nell'appartamento di Levi Ackerman.»annuisco, senza capire dove voglia andare a parare; non sembra arrabbiato, più che altro divertito e preoccupato.
«È un bravo ragazzo, anche se è un po' brusco. Solo... è uno abitudinario, a cui piacciono la tranquillità e il silenzio. Non stravolgere troppo la vita di quel povero ragazzo... »
«Tranquillo, me ne ero accorta! » rido ricordandomi di avrlo già scombussolato con la storia della pasta nel lavandino.
«Sinceramente, nessuna persona sana di mente vi metterebbe mai insieme. Siete l'uno l'opposto dell'altra. »
«Tu sei il preside di questa scuola! Non puoi cambiaci di stanza?» chiedo, assaporando l'idea di condividere la casa con qualcuno dei miei amici.
«Potrei... Oppure potrei stare qui a guardarvi battibeccare finché il tuo dormitorio non sarà a posto...» sapevo che non poteva semplicemente esserselo dimenticato.
«Sei un bastardo.» sbuffo, senza troppo rancore, mentre esco dal laboratorio.
«Levi é quel tipo di persona che ama bere un tè guardando la pioggia dalla finestra. Non stravolgere troppo la vita di quel povero ragazzo...» mi raccomanda il preside.
«Lo conosci bene?» chiedo stupita.
«Almeno quanto conosco te.»

Angolo autore
Hey! So che è un po' che non pubblico ma... boh.
Volevo solo avvertirvi che questo capitolo non è stato letto da _honey3_ , colei che ha ideato la storia, dato che non riesco a rintracciarla. Spero che vi piaccia comunque! E dato che non ho i suoi commenti, commentate voi!

Convivenza obbligatoria - Levihan Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora