Rivelazioni davanti a due tazze di camomilla

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Non riesco ad addormentarmi. Guardo il vuoto, incapace di chiudere gli occhi senza rivedere l'allegra danza di Hanji nella tempesta e i suoi capelli che brillano imperlati di pioggia. Nel silenzio della notte mi sembra di sentire ancora risuonare la sua risata. Il cuore mi batte forte come non faceva da tanto tempo, ma mi sento molto più leggero di allora.
Tre battiti sulla porta, leggeri ma decisi.
Grazie a dio, non ne potevo più. Mai come prima d'ora avrei potuto desiderare che qualcuno bussasse alla mia porta in piena notte, ma non è ne la prima ne l'ultima assurdità che quella ragazza ha portato in me.
«Entra.»
La quattrocchi spalanca la porta.
«Non dormi?» sussurra piano, come se avesse paura di rompere il silenzio di questa stanza. Questo luogo deve causarle una specie di timore mistico, colpa mia che gliel'ho presentato come un inaccessibile tempio del silenzio. Sarà delusa nel vedere che è solo una stanza come tutte le altre, identica alla sua, o almeno identica a quella in cui è entrata per la prima volta settimane, forse mesi fa. Adesso la sua camera sembra aver preso vita, piena di disordine, libri e appunti sparsi in ogni angolo. Vorrei che anche la mia camera sembrasse così viva, magari mi comprerò una piantina.
«Io non dormo mai.» le rispondo dopo un tempo lungo abbastanza da suggerire il contrario.
«L'altro giorno ho sentito delle ragazze di seconda dire che dormi solo due ore a notte, seduto su una sedia.»
«Qualche volta.» era una vecchia abitudine di quanto dovevo o credevo di dover essere sempre allerta. Ho smesso da un po', da quando ho iniziato a sentirmi al sicuro in questa casa.
«Mi preoccupa come facciano a saperlo.» continuo, mentre esco dal letto e infilo le mie pantofole.
«Magari ti spiano di notte.»
«Menomale che dormo sempre con un coltello sotto il cuscino.»
«Dormi con un coltello sotto il cuscino? Allora avevo ragione ad aver paura a disturbarti di notte.»
Sollevo il cuscino mostrando il coprimaterasso vuoto.
«Non più,» lancio il cuscino verso di lei «ma fai bene comunque ad avere paura.»
Ridacchia mentre afferra il cuscino e se lo stringe al petto.
«Tu invece? Perché sei sveglia?»
«Non riesco a dormire, troppa adrenalina.» annuisco «È che mi sono divertita troppo oggi.»
Capisco. «Vieni, ti preparo una camomilla.» la precedo in corridoio e passo dal bagno a prendere un asciugamano pulito. «E asciugati i capelli o ti prenderai un malanno.» aggiungo strofinandoglielo in testa.

Raggiungo il divano con due calde tazze di camomilla. Hanji si è già messa comoda, sotto la mia grande coperta di lana, con l'asciugamano ancora sulla testa e la luna oltre la finestra che la illumina di una strana luce irreale. Mi siedo accanto a lei sul divano, lei mi fa spazio sotto la coperta.
«Perchè dormivi con un coltello sotto il cuscino? Eri una specie di criminale?»
«Si, ora che lo sai la mia gang verrà a cercarti per ucciderti.» ironizzo, nonostante non ci sia andata poi così lontana.
«E come sei arrivato qui? Questo nell'appartamento vicino a questa bella scuola... Ti è andata bene una rapina?»
Ma che- «No, è stato grazie ad Erwin.» non so perchè glielo sto dicendo, sarò stanco... Meglio che lo sappia però, prima che si metta a rapinare le banche per contribuire a pagare le bollette.
«Come lo hai conosciuto?»
«Certo che sei proprio un'impicciona eh.»
«Un po'.» ride piano, dolcemente «Puoi non rispondere se non vuoi.»
Quanta empatia, non me l'aspettavo.
«Non è nulla di così privato, è venuto nella palestra di quartiere a vederci combattere e alla fine ci ha chiesto di studiare nella sua scuola per partecipare al club di arti marziali.» niente di così privato, a parte i dettagli sul club di arti marziali di Erwin che ho saltato, ma non lo avevo mai raccontato a nessuno prima.
«Vi?»
Ecco, lo sapevo dove voleva andare a parare. Dovevo lasciare la vecchia password del WiFi, LeviAckerman06, o quella chilometrica con numeri e lettere casuali. Cerco qualcosa di intelligente da dire, una via d'uscita, ma mi ha braccato. Bhe non importa, sarà bello non essere più l'unica persona al mondo a ricordarsi di loro.
«Me... Isabel e Furlan.»
«Quelli della pa-» «Si, quelli della password del WiFi.» la interrompo. «Amici, di tanto tempo fa. Eravamo solo noi tre, niente famiglie, professori o altro. Dovevamo venire qui insieme.»
Hanji non fa altre domande, io mi perdo in ricordi che non riportavo a galla da tanto tempo. Un periodo lontano, delle sensazioni che credevo di aver dimenticato. Il braccio di Hanji è l'unico filo che mi tiene ancorato alla realtà stringendosi contro il mio, riscaldandomi.

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 01, 2022 ⏰

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