9:False Prove

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Mangiai e subito dopo mi fiondai in camera mia per fare i compiti e poi mi buttai sul letto a guardare il telefono. Controllai la home di instagram,quella di Facebook e poi messaggiai un po' con Kessy.
Mi ha raccontato che oggi a scuola ha dovuto affrontare un compito molto importante e quindi ora è sotto pressione per i risultati. Non capisco ancora perché abbia sempre ansia  anche se alla fine va benissimo...
Tralasciando i problemi di Kessy, passiamo ai miei. Oggi dovrei andare da Sofia ma non ne ho proprio voglia,ma allo stesso tempo non voglio che lei ci rimanga male quindi in un certo senso ci vado a forza.

Mi arriva un messaggio. Era un numero non salvato

<Ciao bella

                                                   Chi sei>

<Come chi sono?
Sono Marco! Ancora non hai registrato il mio numero?

Che stupida,mi ero dimenticata di salvare il suo numero in rubrica

                                         Uh ciao! Dimmi>

<Oggi pomeriggio sei libera?

Caspita! Insiste!
                                  
             Senti se in qualche modo ci stai provando sappi che sto già insieme ad un ragazzo,e in più oggi pomeriggio sono impegnata. Siamo usciti una      volta,ora basta grazie>

<Ok.

Mi sentii un po' in colpa per la risposta ma mi sentivo un po' troppo insicura con questo nuovo killer tra i piedi.
La scritta 'online' si trasformò in un 'ultimo accesso alle 14:57'. La sua foto profilo raffigurava una chitarra,mentre nella sua info c'era scritto

"Fai ciò che ti piace fare"

Immagino che abbia scritto questa frase perché il padre voleva che facesse lo psicologo.

Sono le 15. Alle 17 devo essere da Sofia. Andai a prepararmi e misi un leggins blu,una felpa bianca con cappuccio e delle All Star bianche.
Mi truccai con quel poco di mascara che oramai si era tolto, un po' di matita sotto gli occhi e mi guardai allo specchio. Non so perché ma mi vedo molto cambiata rispetto a qualche anno fa. I capelli sono più chiari e più lunghi,gli occhi più scuri,sono più alta (sì solo di qualche centimetro perché resterò fedele al mio 1,62) e più magra. Ho un fidanzato impeccabile e degli amici fantastici. Se non fosse solo per quello... Quello schizzo di nero che macchia un foglio bianco... Quella persona che non mi lascia in pace... Mattia dice che è colpa sua, ma non è vero perchè sono stata io a farmi tutti quei nemici in fin dei conti.                                                                                                                 

Il mio cellulare vibrò.

<Hey Auri, non venire a casa. Mamma non si è sentita bene e io devo aiutarla. Alla prossima.

Era di Sofia. Tirai un sospiro di sollievo. Ormai ogni volta che il mio telefono vibrava mi veniva sempre ansia. Sempre le stesse cose. Brividi lungo la spina dorsale,il fiatone e l'agitazione. Mi buttai sul letto e chiamai Kessy.

''Heyyyyyyyyy'' la sua voce mi pervase l'orecchio. Probabilmente avrà saputo i risultati del test.   ''Ciaoo'' risposi meno entusiasta ''Com'è andato il test?'' sentii dall'altra parte una risatina. ''Beh... Ho fatto 90 su 100... Sono soddisfatta,dai.                                                                                                 ''Bravissima. Io non avrei mai fatto un punteggio così alto'' dissi pensando a quando andavamo alle medie insieme. Lei aveva sempre quel mezzo voto in più a me.                                      ''Ma dai,anche tu sei brava. Che mi racconti?''                                                     ''Mah niente di che, dovevo andare da Sofia ma non vado più perchè la mamma sta male...'' risposi. ''Riguardo allo stalker... Non ho ricevuto messaggi. Tu?''                                             ''Io nemmeno. Forse si starà arrendendo'' sbottò lei. Sospirai dicendo ''Impossibile. Non è mica Oliver...''                      

Dopo un'ora di telefonata finalmente Kess mi salutò. Riattaccai e mi alzai dal letto. Andai in cucina per mangiare qualcosa per merenda. Guardai male le mele che c'erano sul tavolo e mi voltai verso il davanzale per cercare qualcosa di meglio. Trovai del cacao e del latte nel frigo. Fuori faceva abbastanza freddo e mi venne voglia di una cioccolata calda. Prima di iniziare a prepararla chiamai Mattia per invitarlo. Minuti dopo suonarono al campanello. Mi trovai lui davanti. ''Ciao'' lo baciai e lo feci entrare. ''Questa casa rimane sempre  ineccepibile èh?'' disse mentre posava con cura il giubbotto su una sedia                                                                                ''Te l'ho detto'' risposi ''mia madre è una malata dell'ordine...'' ridacchiò.    ''Allora...'' iniziò ''che vuoi fare'' disse in tono malizioso sedendosi sul divano di pelle bianco.                              ''Ti ho chiamato per bere qualcosa di caldo'' dissi sventolando la bustina di cacao. Lui sbuffò e sorrise ''Credevo fosse successo qualcosa. Comunque un pò di cioccolata non mi farebbe male sai?'' disse mente si alzava e si metteva a sedere sulla sedia vicino il tavolo.                                                       

Dopo aver bevuto ci sedemmo sul divano. Lui s'incupí tutto d'un tratto. Lo guardai prese un gran respiro                                                         
''Sai'' cominciò Mattia ''Quando ero piccolo,mio padre subì un incidente. Morì sul colpo. Aveva 35 anni e io ne avevo 5.'' sospirò ''non capivo cosa stesse succedendo; vedevo solo mia madre piangere. Lei seppe spiegarmi tutto solo quando ebbi 10 anni. Quando ne feci 17 lei si sposò con il suo compagno, che tutt'ora è suo marito. Io lo chiamavo e sempre lo chiamerò solo con il suo nome. Non avrò mai il coraggio di chiamarlo papà. Però mamma vuole che io lo chiami così ma, quell'uomo non mi è mai piaciuto... Quando venni qui, non era perchè mamma e quello erano partiti per il Canada, ma perchè ho litigato con mia madre per quel tizio, ora per quell'infame io e mia madre non ci parliamo più, lei non mi cerca più... Questo solo ''per coprire quel buco che ha lasciato tuo padre nel mio cuore'', ma non ha capito che lui non sarà mai e ripeto MAI allo stesso livello di papà, perchè se ti manca una persona, puoi cercarla di sostituire in qualunque modo o con chiunque ma saprai sempre che quella persona aveva e avrà sempre un minimo in più degli altri, ecco perchè era speciale, perchè in lui avevi trovato ciò che ti serviva per renderti completa, ciò che rendeva UNICA quella persona.''                    
Vidi che era arrabbiato, ma allo stesso tempo ferito,triste... Avevo scoperto ciò che lo rendeva debole... Lo vedevo che era stra cambiato da come lo avevo conosciuto, ora era pieno di ira,non era più solare e gentile, sempre pronto a darti quel calore che non sapeva darti nessuno... Era debole davanti a ciò. Avevo calato la sua maschera rivelando il mistero che si nascondeva dietro di essa. Non trovavo parole per confortarlo... ''Vieni'' dissi con le lacrime agli occhi. Spalancai le braccia e lui cominciò a piangere forte. Mi bagnò la felpa con le lacrime ''Sh,tranquillo,hai fatto bene a parlarne. Ricorda solo che ci sarò sempre,qualunque cosa accada io, per te, attraverserei anche l'oceano pur di vederti felice.'' Emetteva grandi singhiozzi. Mi faceva troppa tenerezza.

Dopo qualche minuto di abbracci e bacetti suonarono al campanello. Andai ad aprire e mi trovai davanti 2 agenti di polizia.                                                                                                                  ''Buon pomeriggio agenti. Come posso aiutarvi?'' mi squadrarono dal capo ai piedi e dissero ''Aurora Martin,sei in arresto per l'omicidio di Margherita Marghe Roberts'' disse uno in tono freddo e asciutto. Spalancai gli occhi.i si formò un nodo nella gola e mi si rivoltò lo stomaco. Avevo un senso di vomito. Nella mia testa si era formato un caos. Non sapevo cosa dire.             ''Agenti, ci dev'essere un errore'' disse Mattia venendo verso la porta               ''Nessun errore,ci sono varie prove che lo dimostrano. Signorina Martin, venga con noi.''                
Non sapevo cosa fare. Decisi di far vedere i messaggi ma appena presi il telefono iniziò a vibrare. I messaggi dal numero anonimo stavano scomparendo. ''Ma cos... Agenti, io avevo...'' iniziai ma uno dei poliziotti mi prese il cellulare, un altro mi prese i polsi,li ammanettò e mi portarono in macchina. Non capivo più cosa stesse succedendo. Tutto quanto si stava rigirando. Guardai dietro di me. La mia casa, Mattia stava urlando qualcosa agli agenti. Mi sentivo frastornata. Sentivo le orecchie fischiare. E se davvero fossi io la colpevole? Iniziavo a perdere la testa, sono stata ingannata... Cercavo di dimenarmi ma invano. Tutto il vicinato guardava. Kessy e Mattia cercavano di impedire ai vigili di portarmi via. Mi misero in macchina e partimmo. Non ci stavo capendo più niente. Cercavo di parlare ma c'era qualcosa che me lo impediva. Ad un certo punto credevo davvero di essere io la colpevole. Se fossi stata io a uccidere davvero la Marghe?

L'animatore:un nuovo inizioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora