*bonjour, c'est..*

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*buongiorno, sono..*

.. sono una piccola nube blu.
Porto tempesta.
Durante la nostra vita ci soffermiamo spesso a chiederci che cosa stiamo davvero facendo per prendere in mano il corso degli eventi. In quell' attimo tutto sembra sbagliato, contorto, inedificabile. Ogni sogno pare lontano, ogni speranza irraggiungibile.

Chiunque in un certo momento si è sentito in balia del fato, trascinato senza volontá da una corrente potentissima fatta di sentimenti e situazioni non volute, perso in un flusso senza confini. Tentiamo di aggrapparci alla riva con tutte le nostre forze ma le mani sembrano creta, le dita sabbia, il terreno il nulla, e ci ritroviamo ad annaspare alla disperata ricerca di una boccata d'ossigeno. Il mondo sembra scorrere indifferente, tutti diventano nemici.
Nessuna mano pronta ad afferrare la nostra.
Nessuna ancora a cui aggrapparsi.
Sono quelli, i momenti in cui commettiamo i nostri errori peggiori.

Riguardando al passato forse molti di noi vedono quel periodo come un attimo di debolezza, un qualcosa da dimenticare e lasciarsi alle spalle. È passato, è nel passato, ciò non può e non deve interferire con quello che siete ora, nel presente. La vita ha fatto il suo corso, le cose sono andate storte a volte, ed è bene non soffermarsi troppo sulle situazioni di allora. Non tutti sono così bravi. Non tutti riescono a costruire una barricata di ferro e chiudere dietro mura sicure ciò che è successo. C'è chi, come la sottoscritta, tende ancora a sbirciare oltre le proprie spalle con un pizzico di curiosità, perché si è dell'idea che dagli errori passati si possa sempre imparare qualcosa. È vero, io sono diversa. Voi siete diversi. Ed è proprio per questa semplice constatazione che di tanto in tanto trovo un ottimo motivo per fermarmi, e volgere il mio sguardo alla me stessa di allora.
Tutto scorre.
La vita scorre.

La vita è come il tempo, c'è, non si sa bene cosa farne e sembra andare sempre troppo veloce. A volte è inafferrabile.
Invece è tutto nelle nostre mani.
Oggi posso dire con assoluta sicurezza che tutti i problemi hanno decine e decine di soluzioni. Bisogna solo avere il coraggio di lasciarsi andare nella corrente, un po' alla volta, il corpo molle e la mente lucida, nudi spiritualmente, un essere pallido in balia del mondo, e capire dove stiamo andando. Nessuno ci verrà ad aiutare. Nessun paladino comparirà improvvisamente sugli argini a tenderci la mano in segno di supporto. L'aiuto vero, quello che serve, quello di cui abbiamo bisogno, arriva da noi. Dalla nostra consapevolezza. Dalla nostra forza. Dal nostro modo di vedere le cose. Dalla nostra capacità di adattamento, dal nostro spirito combattivo.

Siamo diversi.
Siamo diversi da due anni fa.
Siamo diversi da un secondo fa.
Tu stesso, mio caro amico, conoscente, lettore, sei diverso da quando hai cominciato a leggere questa pagina. Cambiamo di continuo, siamo in eterno mutamento.

Il nostro vissuto ci rende differenti, in mille sfaccettature. Io sono diventata più cinica, più sicura, più diplomatica, più egoista, allo stesso tempo più forte e sensibile. Sfioro i miei polsi e le mie spalle con naturalezza, anche se le cicatrici che porto da anni sono sempre lì, chiare, spesse, pericolosamente presenti. Le sfoggio con orgoglio. Sono un mio vanto.
Molti giovani cadono nell'autolesionismo. Chi per disperazione, chi come grido d'aiuto, chi per sfogo, chi per ribellione. Qualcuno per stupidità.
Io ne ho sofferto da piccola. A nove anni, ho il mio primo ricordo di un'azione malsana, violenta, ma decisamente ben pensata.
A sedici anni, il 9 marzo, i miei polsi erano così a pezzi che ho rischiato di uccidermi senza la reale intenzione di farlo. Era, ed è, un modo per avere il controllo della situazione. La mia situazione, che ovviamente non era delle più semplici da  affrontare. L'unica soluzione che avevo trovato era quella di farmi del male.

Tanto non posso cambiare, mi dicevo. Non cambierà mai niente.

Ho intrapreso un percorso fatto di psicofarmaci e psicoterapeuti. Dopo due anni di cammino cieco e tentennante, ho abbandonato ogni aiuto medico.
Il mio sentiero, mi sono detta un giorno guardandomi allo specchio, me lo scelgo da sola.
Oh, testarda ero, testarda sono rimasta. Dura di capoccia. Una testa di marmo.

Ci sono tante soluzioni ai nostri problemi. Alcune sono semplicemente più difficili da intraprendere, oppure siamo talmente tanto bisognosi di quel sospiro d'ossigeno che non ci concentriamo abbastanza per fermarci, lasciarci trasportare, e pensare.
Le emozioni sono una cosa bellissima, ma a volte è bene saper prendere il giusto distacco. Trovare un buon equilibrio, una sincronia tra cuore e cervello.
I segni che ho addosso sono la prova visiva di ciò che ho passato, della mia lotta.
Della mia vittoria.
Ogni tanto, per non dimenticare, mi volgo indietro, con il rischio a volte di rivivere i peggiori ricordi.

Il piccolo Doppia D sta per attraversare  qualcosa di terribile, adesso che si è svegliato.
Tanti, tantissimi sentimenti forti. Tutti importanti.
La vergogna. La vergogna di aver fatto qualcosa di sbagliato, di irreparabile, la vergogna di aver fatto del male alle persone a cui tiene di più ma anche di non essere riuscito totalmente nel suo intento.
La rabbia. Rabbia verso se stesso, verso ciò che è, verso il suo modo di percepire il mondo e il suo legame incredibile con Kevin, che lo ha riportato in vita.
Amore. Amore puro e sincero nel posare lo sguardo sul corpo provato del rosso e vederlo così in pena.
Desiderio. Il desiderio di dimostrarsi pentito e affranto, il desiderio di abbracciare con ogni oncia di energia quel ragazzo che in così poco tempo è diventato tutto per lui.
Dolore, pungente e innegabile. Di essere ancora qui. Di essere così orribile. Di essere così malsano per Kevin.
Ma ancora, amore.

Vivrà una lotta interna incredibile che lo porterà forse a cambiare, o forse no.
Verrà dilaniato da se stesso, poi ricomposto, poi fatto a pezzi nuovamente.
Sarà una battaglia terribile.
Forse vorrà chiudere gli occhi di nuovo, per sempre.

Non credo che chiudere gli occhi sia la soluzione più efficace in questi casi. Ma possiamo fare un tentativo, almeno per prendere spunto. Per delle idee. Ho scelto di chiudere gli occhi troppe volte, nella mia vita, per fuggire. Ora, voglio vivere.
Anche Eddward vuole vivere. Per Kevin. Per i suoi amici. Per se stesso. Per la sua anima grezza, non finita.
Ma prima deve trovare la forza dentro di sé. Quel coraggio per staccare le mani frenetiche da argini inafferrabili, chiudere gli occhi, e lasciarsi andare.

Un po' alla volta.

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