Capitolo 18 - Noi non siamo amici

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La sabbia.
La sabbia ti si infila ovunque, in qualsiasi spiraglio disponibile, penso di averne persino nelle orecchie. Ma se questo è il prezzo da pagare per essere stata appiccicata a Paulo Dybala, non importa. Ben venga.

Il calciatore spegne il quad, si toglie il casco e la sciarpa dal viso, e sorride. Sembra un bambino felice, ma non capisco ancora il perché. Oltre il viaggio in quad deve esserci qualcos'altro che lo rende così elettrizzato, ma cosa?

<<Un'altra spiaggia?>> dico, presa in contropiede. Non mi sembra tanto diversa da quella in cui c'è il nostro albergo.

<<Già, delusa?>> risponde, togliendosi il giubbotto. Chiudiamo tutto nel bauletto del quad, e lo seguo fino ad una scala in legno.

<<A dire la verità un pochino si.>> ammetto, senza mentire, perché non ha senso negarlo. Dal suo comportamento strano mi sarei aspetta qualcosa di più, non ho idea di cosa, ma di certo non un semplice cambio di spiaggia.

<<Mmmmh vedremo.>> commenta, misterioso.

Lo seguo in un piccolo bar, in cui saluta un uomo di mezza età. I due parlano per qualche minuto, finché non compare un ragazzo moro. Dà una pacca sulla spalla di Paulo, e mi fa segno di avvicinarmi.

<<Europa, ti presento Marcus, ci terrà d'occhio.>> dice, presentando il moro. È più alto del calciatore e ben piazzato, proprio niente male.

<<Sarà un vero piacere.>> esclama, con un bacia mano.

Divento rossa, in profondo imbarazzo. Sto per balbettare qualcosa di poco intelligente quando Paulo fa qualcosa che mi lascia spiazzata: circonda la mia vita con un braccio. Le dita affondate nel mio fianco, che mi tirano un po' più vicina. Marcus fa caso al gesto possessivo e alza un sopracciglio, confuso. Ma per fortuna non commenta. 

Scendiamo in spiaggia, il moro apre la porta di un capannone e tira fuori dell'attrezzatura da sub. Ora che ci faccio caso la spiaggia è praticamente deserta, l'acqua talmente limpida da potercisi specchiare dentro. È quasi uguale alla spiaggia dell'albergo, ma non identica.

Paulo si sfila i pantaloncini e maglietta, restando con un costume verde militare. Li piega e li porge a Marcus che li sistema nel capanno. Entrambi mi guardano, aspettandosi qualcosa.

<<Non abbiamo tutto il giorno sai?>> commenta il calciatore, togliendo gli occhiali da sole scuri. I suoi occhi sono chiarissimi alla luce diretta del sole e ne rimango ammaliata.

<<Mi sembra di ricordare l'esatto opposto, non abbiamo a disposizione 24 ore?>> ribatto, riprendendo possesso delle mie facoltà mentali. Non voglio che pensi che sia una stupida oca come le altre.

Paulo sorride divertito, annuisce e segue i miei movimenti con grande interesse. Tiro giù i pantaloncini e quando sto per sfilare il top Marcus si gira dall'altra parte, facendo finta di cercare qualcosa su uno scaffale. Il calciatore invece mi fissa, e non so esattamente cosa gli stia passando per la testa.

Porgo i vestiti al moro e insieme ci spostiamo fino alla riva. L'acqua è fresca, il sole bollente e non vedo l'ora di gettarmi per rinfrescarmi. Paulo indossa le pinne, prende una maschera e un boccale. Credo di aver capito cosa vuole fare.

<<Questa zona dell'isola è particolare, non è possibile avvicinarsi con nessun tipo di imbarcazione e nemmeno soggiornarci senza un permesso. Qui il livello dell'acqua è più basso, il fondale più vicino e ricco. Ci sono varie tipologie di coralli e pesci, una biodiversità invidiabile.>> racconta Marcus, passandomi le pinne. Prendo la maschera e il boccale, emozionata.

Colpita da una stella 🌌 /// Paulo Dybala (Completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora